AMBRÌ – È una vittoria in chiaroscuro quella ottenuta dall’Ambrì, che ha sì sconfitto il Rapperswil, ma lo ha fatto con una sola rete di scarto al termine di una partita complicata, nella quale spesso e volentieri i biancoblù hanno litigato con il disco, faticando a trovare trame ficcanti e realmente pericolose.
Inti Pestoni però è soddisfatto del risultato e guarda con fiducia a Gara 2 di giovedì. “Vincere fa bene e aiuta a vincere”, ha commentato l’autore della rete d’apertura. “Lo scorso anno avevamo giocato 4 partite di play-in senza neanche vincerne una, per cui è positivo essere partiti col piede giusto. Considerando però i requisiti per passare il turno – ovvero il computo delle reti – non possiamo di certo dormire sonni tranquilli”.
E questo secondo te è un bene o un male?
“Direi un bene, nel senso che trovo sia meglio andare a Rapperswil con la consapevolezza di avere una sola rete di scarto e dunque di dover vincere. Questo perché scongiuri qualsiasi forma di rilassamento psicologico inconscio. Saremo chiamati a una partita dura, ma abbiamo i mezzi per affrontarla a testa alta e con l’obiettivo di fare risultato”.
Hai parlato della formula play-in che, inevitabilmente, porta a fare alcuni calcoli. Per gran parte della sfida avete condotto con una rete di scarto… In questo senso, a partita in corso, quello del numero di reti è un elemento al quale pensate?
“Sì e no. L’approccio era quello di scendere in pista con il solo obiettivo di vincere la partita senza guardare troppo al risultato. Credo che in Gara 1 contasse maggiormente la vittoria in sé, piuttosto che il numero di reti segnate. In Gara 2, invece, inevitabilmente si dovranno fare calcoli e in quel senso sarà fondamentale monitorare bene lo svilupparsi degli eventi. In base a come evolverà la partita faremo le nostre considerazioni”.
Possiamo dire però che a Rapperswil servirà ben altra prestazione e che l’Ambrì può fare molto meglio di quanto mostrato alla Gottardo Arena?
“Credo che la prima partita di una serie sia sempre complicata. In alcuni frangenti abbiamo sofferto, questo è vero, ma abbiamo risposto bene ai loro attacchi. Da qui al match di giovedì avremo il tempo di riguardare il video e di analizzare a fondo il loro gioco. Dobbiamo capire soprattutto le ragioni che ci hanno portato a concedere così tanti spazi, in modo da poter correre ai ripari, correggerli e presentarci a Rapperswil più forti”.
La prima linea ci ha provato ma è stata ben contenuta dai Lakers. Ad emergere martedì è stata piuttosto la terza linea, la tua, con una rete, diverse occasioni e una buona intensità…
“Abbiamo iniziato molto bene, trovando immediatamente il gol. Quello ha aiutato parecchio e come linea ci siamo subito gasati. A mio giudizio, però, è alla seconda linea che bisogna fare un plauso. Sono dettagli che forse dall’esterno non si notano, ma i nostri buoni cambi sono stati influenzati da quelli della linea che ci ha preceduto. Stava spingendo e, quando si trattava per noi di entrare sul ghiaccio, non dovevamo fare altro che proseguire il buon momentum generato da Heim, Müller e Bürgler. Sono questi i dettagli che fanno la differenza e che ti permettono di vincere le partite”.
Con l’avvio dei play-in sono stati introdotti i powerbreak. In più di un’occasione Cereda ha sfruttato questi momenti per richiamarvi all’ordine e darvi qualche indicazione. Sono momenti che possono aiutare?
“Direi di sì. In fin dei conti si tratta di tre timeout gratuiti che possono spezzare un po’ la partita, dandoti la possibilità di aggiustare qualche dettaglio. Quando c’erano, ne abbiamo approfittato per parlare un po’ tra di noi e fare mente locale… Quindi sì, li vedo di buon occhio e credo che dovremo sfruttarli con intelligenza in Gara 2”.
Giovedì vi presenterete a Rapperswil con una vittoria e una rete di vantaggio da gestire. Che partita ci aspetta?
“Ci aspetta una Gara 7. È così che dobbiamo vederla, perché una sola rete di scarto non è niente e loro di certo non staranno a guardare. Faranno di tutto per ribaltare le cose e per questo il nostro obiettivo non può che essere la vittoria”.
