DAVOS – La Coppa Spengler rappresenta sempre l’opportunità di tornare ad incrociare alcuni volti conosciuti, magari passati dal Ticino qualche tempo fa e che a Davos si incontrano nuovamente con piacere.
Tra questi c’è sicuramente l’ex biancoblù Brendan Perlini, in pista con il Team Canada dopo che nelle ultime stagioni ha vissuto una nuova parentesi in NHL con gli Edmonton Oilers prima di dover ripartire quest’anno dall’AHL.
“Il debutto non è andato come speravamo, anche se ci sono degli spunti positivi”, ci ha spiegato il 26enne passato da Ambrì nel 2020/21. “Abbiamo mostrato una reazione sfiorando la rimonta, ed onestamente penso fossimo la miglior squadra per tre quarti di partita, ma abbiamo avuto qualche minuto di vuoto e gli avversari hanno segnato un paio di reti. Ma la prendiamo in maniera positiva, la sconfitta ci darà una svegliata”.
Per il Team Canada d’altronde la prima partita non è mai semplice, siete l’unica squadra che deve conoscersi ed organizzarsi in pochi giorni..
“Esatto, non è facile. Inoltre diversi giocatori hanno avuto dei problemi nel raggiungere Davos a causa del maltempo in varie zone del Nordamerica, e per alcuni mancavano anche alcune parti di equipaggiamento”.
Non vestivi la foglia d’acero dai tempi dei Mondiali U20, per te questa prima partita a Davos deve comunque essere stata particolare…
“Sì, davvero speciale! Ogni volta che si ha l’occasione di rappresentare il Canada è un grande onore, basti pensare a tutti i grandi giocatori che l’hanno fatto in passato. Aggiungere il mio nome a quella lista è eccezionale, ed inoltre qui a Davos mi hanno raggiunto i miei genitori e per mio papà questa è stata la prima volta che mi ha visto giocare dal vivo con il Team Canada. È stato un bel momento”.
Nel torneo ritrovi l’Ambrì, conservi un buon ricordo di quel periodo?
“Ripenso spesso all’Ambrì Piotta, è stata una bella esperienza giocare in Europa. Peccato che in quella stagione il covid ci aveva fatto scendere in pista senza il sostegno dei fans, ma mi ero davvero divertito nonostante le condizioni particolari. Ho già incrociato alcuni miei ex compagni domenica prima dell’allenamento, ed è stato un peccato non averli potuti vedere giocare la loro prima partita. In generale mi piace molto il vostro paese, ho incontrato tante persone gentili ed è bello tornare per qualche giorno”.
Sono passati quasi due anni da quando hai lasciato la Svizzera, come sono proseguite le cose a livello personale?
“La scorsa stagione è stata buona per me, ho avuto l’opportunità di tornare ad Edmonton e le cose sono andate abbastanza bene. Quest’anno però è diverso, gioco in AHL con i Chicago Wolves ed abbiamo una squadra molto giovane composta da diversi giocatori che stanno solo ora diventando dei professionisti. Il mio lavoro è quello di insegnar loro alcune cose, e nel contempo migliorare per riuscire a tornare in NHL”.
La Spengler è molto seguita in Canada e viene osservata da tanti addetti ai lavori, per te è una buona chance per metterti in mostra…
“Esattamente, venire qui alla Spengler è in questo senso una grande possibilità, ci sono tante persone che osservano le partite e dunque voglio fare bene per raggiungere il mio obiettivo. Questa era la mia motivazione principale nel prendere parte al torneo, è bello poter essere in un ambiente in cui ci sono personaggi importanti come Shane Doan e Ryan Whitney. Questa può essere una tappa per tornare in NHL”.
Sicuramente tanti club europei non ci penserebbero due volte ad ingaggiarti, tornare è un’opzione che consideri per l’anno prossimo?
“Onestamente no. In questo momento il mio focus è sul fare di tutto per arrivare nuovamente in NHL. Vedo l’Europa come una possibilità che potrebbe arrivare più avanti nella mia carriera, ma al momento non è un’eventualità che considero. Dopo aver lasciato Ambrì non è una prospettiva che è mai entrata nella mia mente, il mio obiettivo è unicamente quello di ritrovare in posto in NHL”.