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Lugano

Non è un gran Lugano, per questo sono due punti d’oro

Contro il Bienne arriva la prima vittoria del 2024, ottenuta ai rigori dopo una partita pasticciata. Esordio discreto per Kempe, il quale ha mostrato basi tecniche di valore

(Photobrusca & Luckyvideo)

Non è un gran Lugano, per questo sono due punti d’oro

LUGANO – BIENNE

3-2

(2-1, 0-1, 0-0; 1-0)

Reti: 0’55 Arcobello (Quenneville) 1-0, 6’14 Künzle 1-1, 13’15 Arcobello (Mirco Müller, Quenneville) 2-1, 20’42 Lööv (Heponiemi) 2-2

Rigori: Arcobello, Ruotsalainen, Brunner, Fazzini, Kessler, Joly

Note: Cornèr Arena, 4’715 spettatori
Arbitri: Piechaczek, Urban; Meusy, Humair
Penalità: Lugano 3×2, Bienne 3×2

Assenti: Daniel CarrMarco MüllerLorenzo CanonicaJulian WalkerMarkus GranlundStephane Patry (infortunati), Leandro HausheerMikko KoskinenRoberts Cjunski (sovrannumero)

LUGANO – Come recitava un famoso spot degli anni 90 “two is megl’ che uan”, anche perché già il punticino incamerato dal Lugano al termine dei minuti regolamentari sembrava ben guadagnato visto lo svolgersi di una partita strana, a volte fastidiosa da seguire, perché è stata una partita a cui il Lugano di Luca Gianinazzi non ci aveva abituati.

Certo, per l’ennesima volta il coach ha dovuto rimescolare il line-up, ma perlomeno stavolta lo ha fatto per accogliere Mario Kempe, schierato al centro di Ruotsalainen e Fazzini, portando così via il numero 17 dalle mani di Arcobello e Quenneville, con Morini andato a fare l’ala del primo blocco di Thürkauf e Joly.

C’è stato spazio anche per riaccogliere tra i pali Schlegel – oltre ad Andersson, schierato per pochi minuti – ma da subito si è capito che il Bienne avrebbe reso la vita difficile al portiere e alla retroguardia bianconeri. Questo non per chissà quali meriti dei seeländer, pericolosi con costanza soprattutto con il blocco di Olofsson, Haas e Hofer, oltre che con il solito Rajala, ma aldilà del grande forecheck messo in pista e dalla solita velocità a volte “schizofrenica” di alcune ripartenze, non sono parsi molto più organizzato del Lugano di serata, prendendosi tantissimi rischi nella loro zona di uscita.

La stessa cosa però l’ha fatta il Lugano, troppo frettoloso nelle giocate, spesso poco precisi nel liberarsi dalla pressione sul fondo pista e forzati nelle azioni in transizione, anche se anche i bianconeri hanno messo in difficoltà gli avversari proprio nella loro zona.

È stata infatti una partita giocata sul forecheck dalle due parti, si è passati da un momento di lunga pressione all’altro, ma a lavorare meglio nello slot offensivo è stato il Lugano, capace di prendere due volte il vantaggio con Arcobello.

Il problema per i ragazzi di Gianinazzi è venuto però nello slot difensivo, troppe volte si sono perse le marcature – tralasciando il gol di Künzle su cui Andersson non fa una gran figura – ma la fortuna è stata che il Bienne non ha quasi mai trovato la via di conclusioni veramente letali, un po’ per qualche rimbalzo stavolta dalla parte del Lugano e a volte anche per il sacrificio da parte dei bianconeri che in fondo non è mai mancato.

Bisogna però dire che i padroni di casa a un certo punto sono sembrati fare di tutto per spingere la partita dalla parte degli ospiti – mentre in attacco si litigava tra le giocate leziose di Joly e la mira sbagliata – con errori in zona neutra e penalità evitabili, ma forse per una volta (dopo le imprecazioni delle ultime partite) i famosi millimetri o centimetri hanno portato il Lugano fino al sessantesimo per un primo punticino che già sembrava fare un gran bene.

Poi forse, mettiamola così, i bianconeri hanno voluto far soffrire ancora un po’ i tifosi in un overtime giocato praticamente per metà con l’uomo in più (tralasciamo la descrizione di tale performance in power play) per farli divertire in una serie di rigori ad alto tasso di spettacolo e portare a casa un secondo punto pesante come un macigno. Due punti che valgono come i primi dell’anno nuovo, che mettono fine a una serie di sconfitte anche frustranti che nella testa dei bianconeri forse cominciavano a pesare, due punti in una partita giocata male, finalmente.

L’interesse, oltre che per l’attesa del ritorno alla vittoria, era anche per il nuovo arrivato, lo svedese Mario Kempe, il quale si è mosso discretamente – ovviamente ancora alla ricerca della giusta intesa con i compagni – ma il numero 18 ha già fatto intravvedere una tecnica di bastone superiore alla media e un ottimo pattinaggio, qualità che non dovrebbero fare di lui una meteora ma un giocatore che con il passare del tempo potrà sicuramente dire la sua nel contesto bianconero.


IL PROTAGONISTA

Mark Arcobello: Ha rischiato molto con la penalità nel finale che sarebbe potuta costare tantissimo, ma il centro del Lugano ha comunque messo una doppietta di astuzia e mestiere valsa il primo punto, portato a casa il 60% degli ingaggi e ha dato il via alla serie di rigori vincenti con la prima “imbucata” su Van Pottelberghe. In quasi venti minuti di ghiaccio ha portato un pizzico in più di qualità degli altri seppure nemmeno la sua partita sia stata perfetta, ma intanto è stato comunque decisivo ai fini del risultato, che piaccia o meno.


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HIGHLIGHTS

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