SOCHI – È iniziata bene l’avventura Olimpica della Nazionale svizzera di hockey. Quella che da molti è stata identificata come la “miglior selezione di sempre” ha però dovuto faticare oltremodo per conquistare i suoi primi tre punti, liberandosi in extremis e piuttosto fortunosamente della rognosa Lettonia con il risicatissimo punteggio di 1-0.
I rossocrociati hanno iniziato l’incontro in sordina e, forse anche a causa della comprensibile emozione, hanno subito la pressione dei motivatissimi avversari. L’affanno degli uomini di Simpson è però durato poco, con Streit e compagni che, minuto dopo minuto, hanno progressivamente preso in mano il pallino del gioco. Approfittando di un paio di power play in breve sequenza Brunner e Niederreiter hanno sfiorato il gol, negato soltanto da una serie di grandi interventi di Masalskis (al suo primo “vero” impegno stagionale).
Il dominio è proseguito ed in particolare Hollenstein, giunto a tu per tu col portiere, ha mancato l’1-0. Brivido poi sul finale, con una clamorosa traversa colpita dai lettoni in una delle loro rare apparizioni sul fronte offensivo, quasi a ricordare che finchè non si segna anche un piccolo episodio può stravolgere l’esito della partita.
Nel secondo periodo la compagine dell’est Europa ha rialzato la testa ed approfittando di un calo dei confederati si è resa più pericolosa dalle parti di Hiller, sfiorando a più riprese il punto della beffa soprattutto con l’uomo in più sul ghiaccio. Solo nei minuti finali gli svizzeri sono riusciti a ristabilire il loro dominio, ma ancora una volta un misto di imprecisione e grandi parate del cerbero lettone hanno impedito al risultato di schiodarsi dallo 0-0.
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Nel periodo conclusivo la Svizzera ha continuato a spingere mettendo però in mostra poca lucidità e meccanismi offensivi che ancora (come giusto che sia) faticano ad essere messi in pratica alla perfezione. Le sterili superiorità numeriche sono state un chiaro esempio di queste difficoltà, con i giocatori che stentavano a trovarsi e ad aiutarsi tra loro. Con l’avvicinarsi della terza sirena le due squadre hanno poi più pensato al non sbagliare che all’offendere e tutti gli indizi puntavano ad il più classico degli 0-0.
A spezzare l’equilibrio quando ormai nessuno ci sperava più ci ha però pensato Moser, che a soli 8 secondi dal termine ha messo a segno la zampata decisiva. L’attaccante di Nashville ha caparbiamente inseguito il disco a tutta pista, l’ha carpito al difensore avversario e l’ha abilmente messo in mezzo dove, dopo una serie di fortunati rimbalzi tra portiere e retroguardia, ha trovato la via della rete facendo scoppiare di gioia i suoi compagni.
Tutto è bene quel che finisce bene, insomma. La vittoria contro la Lettonia era il primo mattone necessario per costruire un solido percorso olimpico ed alla fine vittoria è stata. Chiaro che il modo in cui questi tre punti sono maturati non fa ben sperare, in quanto contro una formazione sì difensiva e ostica da affrontare, ma comunque non di prima fascia era lecito aspettarsi di più.
Soprattutto sul fronte offensivo si sono viste belle cose (in particolare sull’asse Brunner–Wick e Cunti–Bodenman) ma per ora sembra mancare il killer instinct necessario a questi livelli. Per le sfide contro giganti come Svezia e Cechia ci sarà sicuramente bisogno di ben altri argomenti anche solo per sperare in un buon risultato, ma ora come ora meglio godersi questi primi, rocamboleschi e tutto sommato meritati tre punti.