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Lugano

L’overtime è fatale, il Ginevra abbatte un brutto Lugano

Lugano molto deludente e senza idee, sconcentrato e fisicamente sempre secondo ai granata. Per il Ginevra doppietta del futuro bianconero Loeffel

L’overtime è fatale, il Ginevra abbatte un brutto Lugano

LUGANO – GINEVRA

3-4

(1-2, 2-0, 0-1; 0-1)

Reti: 3’46 Bezina 0-1, 4’26 Bürgler 1-1, 11’30 Da Costa (Spaling) 1-2, 31’38 Hofmann (Sanguinetti, Brunner) 2-2, 39’37 Fazzini (Lapierre) 3-2, 47’07 Loeffel (Romy) 3-3, 63’43 Loeffel (Romy) 3-4

Note: Resega, 5’225 spettatori. Arbitri Eichmann, Müller; Castelli, Kovacs
Penalità: Lugano 1×2′, Ginevra 2×2′

LUGANO – Troppo brutto per essere vero. E ne siamo sicuri, o meglio ce lo auguriamo, che questo non sia il vero Lugano che è andato a piazzarsi lassù secondo in classifica alle spalle del solitario Berna.

E se lo deve augurare anche Greg Ireland, che proprio a Berna venerdì vorrà e dovrà ritrovare il suo miglior Lugano. Quello che i tifosi bianconeri hanno “ammirato” alla Resega è stato probabilmente il peggior Lugano della stagione, sperando che ci si fermi qui, il peggiore per attitudine, pattinaggio e concentrazione.

Senza Lajunen e Riva, partiti con le nazionali, ma di nuovo con Cunti e Wellinger, i bianconeri hanno affrontato un Ginevra in netta crescita ma anche a corto di effettivi, dovendo i granata fare a meno di diversi titolari, compresi Almond, Mayer e i nazionali svedesi Tömmernes e Fransson. Oltre a questi al Ginevra mancava pure… il coach, dato che Craig Woodcroft fa parte dello staff del Canada e la panchina romanda ha preso il comando Louis Matte.

Insomma le premesse per poter fare bene senza sottovalutare l’avversario c’erano tutte ma, come è d’uopo in questi casi, fidarsi è bene e non fidarsi e meglio. Già dai primi cambi, infatti, il Ginevra ha fatto capire di volersi giocare le proprie carte con una cattiveria agonistica degna del miglior Servette di McSorley, con il primo blocco offensivo di Da Costa, Richard e Spaling a interpretare la classica parte degli imprendibili fenomeni come troppo spesso è accaduto negli ultimi tempi alla Resega.

Una linea che ha seminato scompiglio per praticamente tutto l’incontro, capace di giocare al volo e in grande velocità, sapendo mandare in crisi una difesa bianconera praticamente inerme.

Chiesa e compagni hanno dato dimostrazione di essere in una serata completamente negativa, sbagliando tutto lo sbagliabile, andando fuori tempo a ogni rilancio, perdendo praticamente tutti i duelli e restando sempre a un metro dal disco, brutto segno quest’ultimo.

Mancanza di pattinaggio o, meglio, mancanza di un pattinaggio costruttivo, perché dannarsi per fare tutta la pista come nello short-track non sempre risulta una soluzione conveniente e la mancanza di idee praticamente da parte di tutti ha portato i giocatori a cercare le soluzioni personali, di forza o di disperazione.

Il continuo botta e risposta, passando dall’1-0 all’1-2, poi dal 3-2 fino al 3-4 è stato semplicemente un buttarsi addosso errori di una o dell’altra squadra, con il Lugano rimasto in piedi a tratti grazie alle parate di Merzlikins, mentre dall’altra parte è bastato tenere alla larga Klasen e compagni da Giovannini per limitarne i pericoli.

Troppo facile per il Ginevra arginare gli affondi bianconeri, con un Klasen abulico e inchiodato, un Lapierre che non era né uno né l’altro Lapierre e un Sanguinetti al limite del disastroso (autorete esclusa).

Solo i ragazzi terribili Fazzini e Hofmann (al solito) hanno saputo dare verve alle loro scorribande, con pure l’appoggio dal quarto blocco di un intraprendente Romanenghi.

Troppo poco tutto questo, ancora meno quello proposto in un orrorifico overtime, durante il quale il Lugano ha cercato con grande furbizia (è sarcasmo, nel caso non lo si capisca) di giocarsela di fioretto e con finte e controfinte, piazzando Klasen e Sanguinetti a scambiarsi trucchetti prima che Da Costa e banda devastassero il terzo di difesa del Lugano e la porta di Merzlikins.

Un’altra brutta frenata casalinga, la quarta nelle ultime cinque partite – battuto solo il Langnau – e la campanella d’allarme suona.

Qui, in quello che è già il secondo momento difficile del Lugano in questo autunno (soprattutto sul piano del gioco) Greg Ireland dovrà ancora una volta dimostrare di avere tutti i fili attaccati alle dita che manovrano la marionetta.

Lo ha fatto più volte, dovrà farlo anche in questa occasione, con un Berna che attende nella sua fossa degli orsi.


IL PROTAGONISTA

Tanner RichardIl cervello e il cuore di questo Ginevra. Il nazionale svizzero ha guidato la linea completata da Da Costa e Spaling, facendosi largo tra le maglie bianconere grazie alla visione di gioco e alla straordinaria velocità d’esecuzione.

Spina nel fianco dall’inizio alla fine per la distratta difesa di Greg Ireland.

 


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