TRINEC – UFA
3-2
(1-0, 1-2, 1-0)
Reti: 4’36 Polansky (Adamsky, Chmielewski) 1-0, 20’45 Stransky (Dravecky) 2-0, 21’15 Bruchinin (Gimatov, Kartaev) 2-1, 35’08 Bashkirov (Pimenov, Solodukhin) 2-2, 50’39 Martynek (Chmielewski, Doudera) 3-2
Note: Eisstadion Davos, 5’606 spettatori. Arbitri Salonen, Stricker; Schlegel, Shishlo
Penalità: Trinec 4×2′, Ufa 4×2′
DAVOS – L’Ambrì Piotta conosce quello che sarà il suo avversario nella semifinale di lunedì, ossia l’Ocelari Trinec.
La squadra ceca, che certo non partiva con i favori dei pronostici dopo la partecipazione della scorsa stagione (uscita dal girone), ha messo fine alla “stanca” partecipazione del Salavat Yulaev Ufa, sconfiggendolo al termine di una partita che aveva poco dei canoni divertenti che dovrebbero avere gli incontri della Coppa Spengler.
Tutto il contrario, l’Ocelari ha comunque fatto la sua partita, condita da buona solidità in retrovia, mentre la squadra di KHL non ha certo fatto moltissimo per cercare di uscire vincitore da questo quarto di finale. Non che il tasso tecnico della squadra russa non potesse fare la differenza, anche senza la decina di titolari lasciati a riposo l’Ufa rimane una squadra di ottima caratura, ma la determinazione e la grinta non sono state il suo forte.
Tant’è, a festeggiare e a meritare il passaggio del turno è quindi la squadra biancorossa, andata in vantaggio con Jiri Polansky dopo nemmeno cinque minuti di gioco, con il Salavat incapace di replicare con azioni offensive degne di nota.
Rocambolesco quanto casuale il raddoppio del Trinec, con un disco a palombella lanciato da Matej Stransky per andare al cambio che ha improvvisamente cambiato traiettoria rimbalzando davanti a Kareyev, per quello che potrebbe essere il gol più strano da tanto tempo a questa parte nel torneo grigionese.
Merito al Salavat stavolta di aver reagito subito, e solo trenta secondi dopo Jakub Stepanek nulla ha potuto sul tiro di Kruchinin, dopo essere stato portato fuori posizione sulla prima fiondata di Gimatov.
Un errore della difesa dei biancorossi unito a una distrazione di Stepanek ha causato quindi il pareggio dei russi, arrivato con lo spunto di Danil Bashkirov al 35′, e a quel punto pareva che il Salavat potesse essere sulla buona strada per prendere in mano la situazione.
Non è stato di quell’avviso l’Ocelari, che si è ricomposto e ha ricominciato a chiudere meglio i buchi difensivi, arrivando a suonare qualche campanello dalle parti di Kareyev prima ancora del vantaggio decisivo. Rotislav Martynek, con una quasi impercettibile ma abile deviazione sotto le gambe di Kareyev su appoggio i Chmielewski.
L’Ufa ha tentato l’assalto finale togliendo il portiere, ma un cambio sbagliato (si sono ritrovati in 7 sul ghiaccio) ha compromesso tutto e ha lasciato che l’Ocelari controllasse i secondi finali.
Merito ai biancorossi per quanto mostrato, per l’Ambrì Piotta si tratta di affrontare in semifinale un avversario solido e compatto. Sul fronte russo è giusto che la corsa si fermi qui, tra impegno poco convinto e una formazione prima annunciata al completo e poi dimezzata di una decina dei suoi uomini migliori il Salavat ha fatto veramente poco per onorare questa partecipazione alla 93esima Coppa Spengler.
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