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Ambrì Piotta

L’Ambrì non viene premiato, ma conferma la sua progressione

I leventinesi si fanno preferire allo Zugo per 45 minuti, ma riescono a segnare solo due gol e si fanno raggiungere nel finale. Non basta uno scatenato Spacek

(PostFinance/KEYSTONE/Philipp Schmidli)

L’Ambrì non viene premiato, ma conferma la sua progressione

ZUGO – AMBRÌ

3-2

(0-0, 1-0, 1-2; 1-0)

Reti: 26’46 Michaelis (Hansson, Genoni) 1-0, 46’19 Spacek (Virtanen) 1-1, 50’11 Kneubuehler (Pestoni, Bürgler) 1-2, 58’49 Simion (Kovar, Hofmann) 2-2

Rigori: Martschini

Note: Bossard Arena, 7’200 spettatori
Arbitri: Wiegand, Stricker; Stalder, Francey
Penalità: Zugo 6×2, Ambrì 4×2

Assenti: Benjamin Conz (infortunato), Simone TerraneoKilian ZündelDiego Kostner (sovrannumero), Alex Formenton (congedo)

ZUGO – È uscito dal weekend con un bottino un po’ magro l’Ambrì Piotta, che per quanto portato sul ghiaccio contro Lugano e Zugo ha presentato tutti gli argomenti giusti per ambire alla posta piena, ma ciò non toglie ai biancoblù gli ottimi segnali dati da una squadra in chiara progressione.

Dopo la prova di grande energia nel derby, la squadra di Cereda ha infatti disputato un secondo buon match alla Bossard Arena, un po’ diverso nel suo svolgimento – minore l’accento sull’agonismo ma più elaborate le trame offensive, a volte anche troppo – ma sulla stessa lunghezza d’onda nella sostanza.

(JustPictures)

I leventinesi sembrano infatti aver fatto quel “click” che si chiedeva loro una settimana fa, quando si sottolineava come l’arrivo della fase decisiva della regular season sarebbe dovuta coincidere con un aumento della sensazione d’urgenza e delle prestazioni di singoli. Su entrambi gli aspetti la squadra ha messo una marcia in più.

Questo ha permesso di giocare anche a Zugo una partita caratterizzata da buona continuità, e che ha visto Spacek e compagni prendere in mano lo svolgimento degli eventi praticamente dal secondo periodo in avanti. I padroni di casa sono infatti riusciti a farsi preferire – ma senza impressionare, come per tutto il resto dell’incontro – solamente nel primo tempo, mentre l’Ambrì dalla frazione centrale ha ribadito la sua solidità e trovato una buona efficacia in forecheck.

Certo, Juvonen di tanto in tanto ha corso qualche pericolo, ma principalmente a causa di alcune sbavature individuali e non a risultato del gioco corale dello Zugo. Il match è infatti sempre sembrato apertissimo anche quando Michaelis al termine di una veloce transizione ha sbloccato il risultato – non perfetto nell’occasione il portiere finlandese – ma l’incapacità da parte dell’Ambrì Piotta di finalizzare le diverse azioni pericolose costruite ha riportato alla mente lo stesso limite evidenziato contro il Bienne.

Ed infatti sulla carta le cose non sono cambiate, nel senso che pure alla Bossard Arena si sono viste delle situazioni in cui ai biancoblù è mancato il classico sniper che potesse rifinire la manovra. Dauphin e Lilja si sono dati da fare ma le loro conclusioni sono spesso state prevedibili, mentre Spacek ha giocato una partita eccezionale ma ha finito un po’ per dover cantare e portare la croce.

(JustPictures)

Come detto però il gruppo nel suo complesso ha mostrato ingaggio fisico e spirito di sacrificio, e nelle ultime uscite sono stati diversi i singoli che abbiamo visto portare maggiore sostanza ai loro cambi, tendenza che ha permesso all’Ambrì di macinare molto più gioco dello Zugo.

Meritatissimo dunque il pareggio di Spacek in scia ad un powerplay, ed anche il gol in superiorità numerica di Kneubuehler dopo illuminante assist di Pestoni aveva consegnato all’Ambrì un vantaggio per 2-1 totalmente giustificato a livello di gioco. Se la squadra di Cereda avesse vinto nei tempi regolamentari non avrebbe insomma rubato nulla, anzi.

Nell’ultimo minuto c’è però stato spazio per il pareggio di Dario Simion, sino a quel momento un po’ in ombra ma abile nell’approfittare di uno dei pochi grossolani errori di posizionamento dell’Ambrì, con i cinque biancoblù in pista che si sono fatti cogliere disorganizzati quando sul ghiaccio lo Zugo ha mandato un sesto uomo di movimento.

Nell’epilogo c’è poi stata anche un po’ di sfortuna. Lo scatenato Spacek ha dominato l’overtime e costretto anche Genoni al fallo, ma il risultato non si è sbloccato ed ai rigori ha deciso la realizzazione di Martschini. Heed e Virtanen hanno invece colpito il palo, mentre le esecuzioni di Bürgler, Spacek e Dauphin non sono state molto ispirate.

Peccato insomma, perché l’Ambrì Piotta dopo uno scorso weekend già positivo contro il Bienne – ma senza punti ottenuti – ha dato seguito alla sua crescita ricavando però solamente tre punti da aggiungere alla propria classifica. Ciò che però più conta è che contro Lugano e Zugo si è finalmente visto sbloccarsi il giusto senso di consapevolezza ed emergenza necessari per affrontare la fase decisiva della stagione.

Se la squadra saprà continuare su questa strada, le probabilità che al termine del percorso ci sarà l’accesso ai play-in sono sicuramente molto alte.


IL PROTAGONISTA

Michael Spacek: Bisognerebbe andare a riguardare alcune delle partite di inizio stagione, ma se quella di sabato non è stata la miglior prova stagionale del ceco, sicuramente poco ci manca. Autore di un gol e di tante giocate di grande tecnica, Spacek è stato chiaramente il migliore in pista grazie a oltre 24 minuti di ghiaccio in cui ha sempre stimolato il gioco. Per lui ben sette tiri in porta ed anche otto ingaggi vinti.


HIGHLIGHTS

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