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Ambrì Piotta

L’Ambrì non segna e contro il Davos paga un inizio a rilento

Il biancoblù vengono messi sotto nei minuti iniziali e incassano due reti. La squadra di Cereda poi si riprende e gioca un buon match, ma non trova il gol

L’Ambrì non segna e contro il Davos paga un inizio a rilento

DAVOS – AMBRÌ

2-0

(2-0, 0-0, 0-0)

Reti: 4’10 Marc Wieser (Wellinger) 1-0, 8’00 Knak (Schmutz, Chris Egli) 2-0

Note: Eisstadion Davos, 4’755 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Stolc; Obwegeser, Huguet
Penalità: Davos 3×2′, Ambrì 5×2′

Assenti: Michael ForaDominic ZwergerBenjamin Conz (infortunati), Joel NeuenschwanderPetr Cajka (Ticino Rockets), Giacomo Dal PianMatt D’Agostini (sovrannumero)

DAVOS – Si parla spesso di quanto sia importante la costanza sull’arco di una partita, e l’Ambrì Piotta domenica ha vissuto i due aspetti più dolorosi di questo concetto, pagando prima dazio per non essersi fatto trovare pronto nell’avvio di gara, e poi trovando una certa frustrazione nel non veder premiati gli sforzi profusi con regolarità praticamente per 45 minuti.

Quel quarto d’ora iniziale ha però condizionato pesantemente la partita, con Ambühl e compagni partiti “a razzo” con tanto pattinaggio ed una micidiale velocità d’esecuzione, mentre i biancoblù poco ci hanno capito in quegli intensi minuti in cui il Davos ha segnato due gol.

Le segnature potevano sicuramente essere evitate – sulla prima Ciaccio non è stato preciso nel suo intervento, mentre Heim ha perso la marcatura sulla seconda – ma è a livello di squadra che i leventinesi sono scesi sul ghiaccio con il freno a meno tirato, ed infatti Cereda è stato costretto a chiamare il timeout dopo appena otto minuti.

Con il passare del tempo la partita ha trovato maggiore stabilità e l’Ambrì è cresciuto, con la squadra ospite che ha arginato con maggiore efficacia il gioco in transizione studiato da Wohlwend, ed ha iniziato a mettere diversi dischi insidiosi su Aeschlimann.

Kneubuehler, Burren, Fischer, McMillan e diversi altri ci sono andati vicini, ma il Davos ha fatto un buon lavoro nel blindare lo slot basso davanti al suo portiere, costringendo gli avversari ad andare al tiro spesso dai lati. Questo non ha comunque impedito all’Ambrì di rendersi pericoloso (17-5 il conteggio delle conclusioni nel periodo centrale), ma ai biancoblù è sempre mancato qualcosa per riuscire a sbloccarsi.

Aeschlimann ha indubbiamente giocato una buona partita – valsa il quarto shutout stagionale – ma non è mai stato chiamato al miracolo. Di centrale importanza è stata quell’opportunità di giocare due powerplay praticamente consecutivi – con 18 secondi a 5-contro-3 – ma nemmeno in quel caso la situazione si è sbloccata.

Buono, ma meno arrembante, anche il terzo periodo. L’Ambrì si è un po’ complicato la vita con un paio di penalità, ma non ha mai smesso di provarci ed anche nel finale è andato vicinissimo alla rete, con Regin – buona partita la sua – a far vibrare i ferri della porta avversaria.

Non è dunque la prova di domenica in senso stretto a dover destare particolari preoccupazioni – per oltre due tempi i biancoblù hanno giocato alla pari, se non meglio del Davos – ma piuttosto quei limiti offensivi che ancora impediscono alla squadra di essere più cinica nel tradurre in gol la mole di lavoro. Un problema a cui per l’Ambrì è difficile trovare soluzione vista l’ancor bassa percentuale al tiro (7.43%, migliore solamente a quella dell’Ajoie), e che rende dunque ancora più importante evitare quei passaggi a vuoto come successo domenica.

La testa in questo senso va ora immediatamente a martedì, quando il Langnau arriverà alla Gottardo Arena e richiederà alla squadra di Cereda una prestazione completa per risultare vincente.


IL PROTAGONISTA

Andres Ambühl: Non finisce sul tabellino, ma la sua presenza in pista si fa sentire costantemente e va vicinissimo a segnare due reti che – se concretizzate – sarebbero state tra le più belle della settimana. Il veterano grigionese non si prende mai un cambio per tirare il fiato, e la qualità del suo gioco è una delle grandi sicurezze e costanze di questo Davos.


HIGHLIGHTS

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