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Mondiale 2024

La Svizzera vince la paura contro il Canada e vola in finale!

Nonostante il pareggio subito nell’ultimo minuto i rossocrociati tengono fino ai rigori e prenotano la finale! Domenica sera l’atto conclusivo contro la Cechia

La Svizzera vince la paura contro il Canada e vola in finale!

CANADA – SVIZZERA

2-3

(0-2, 1-0, 1-0; 0-0, 0-1)

Reti: 15’06 Fiala (Loeffel, Andrighetto) 0-1, 17’16 Niederreiter (Josi, Fiala) 0-2, 34’07 Tanev (Zellweger, Dubois) 1-2, 57’53 Tavares (Bedard, Power) 2-2

Rigori: Bedard, Fiala, Andrighetto

Note: Prague Arena, 11’159 spettatori
Penalità: Canada 6×2, Svizzera 5×2

Assenti: Reto BerraKen JägerPhilipp Kurashev (sovrannumero), Thierry Bader (non iscritto)

PRAGA – Non pensiamo a quello che è passato, lasciamoci alle spalle i due amari argenti di Stoccoma e Copenaghen. Pensiamo solo che domenica a Praga la Svizzera ha di nuovo la possibilità di scrivere la storia, e lo può fare con più esperienza, con più classe, con più forza e consapevolezza, anche se il compito contro la Cechia e il suo pubblico sarà di quelli durissimi.

Servirà quindi un atto di forza alla squadra di Patrick Fischer, già capace di mostrarlo in una pazza semifinale contro il Canada, dal vantaggio iniziale all’ennesima beffa nel finale – e qui i ricordi sono andati fino a Kosice – con i brividi di un overtime giocato a fasi inverse, da un powerplay per il Canada a uno per la Svizzera per due incredibili ingenuità di cambio scorretto, fino ai rigori dove la freddezza di Fiala, Andrighetto e Genoni ci ha fatto gioire tutti.

Sarebbe stata l’ennesima beffa perdere questa partita, contro un Canada forte e solido ma alla portata di una Svizzera che si è ancora una volta mostrata come una delle squadre più forti ed equilibrate di questo torneo, con una capacità difensiva sui quattro blocchi che non tutti possono vantare.

Dopo il vantaggio ottenuto dalle reti di Fiala e Niederreiter sono infatti saliti in cattedra terzo e quarto blocco, con in particolare prestazioni gigantesche di gente come Bertschy e Haas, supportati nel lavoro di contenimento e di boxplay da altri specialisti solidissimi come Thürkauf, Herzog e Scherwey.

Ancora una volta la Svizzera ha puntato moltissimo sulla propria solidità e sulla forza mentale, ma quanto visto nel terzo periodo stava dicendo che piano piano il Canada stava riuscendo a perforare sempre di più lo slot, e il gol di Tavares in fondo era nell’aria già da qualche minuto, forzato dalla penalità di Ambühl lui stesso costretto alla mossa da panico davanti a Genoni.

Stiamo parlando comunque di una sfida a eliminazione contro il Canada, una Nazionale più forte delle ultime edizioni, una selezione che nelle ultime otto edizioni dei campionati del mondo una sola volta è rimasto fuori dalla finale, vincendone quattro e portandosi a casa anche un bronzo come peggior risultato dal 2016 a questa parte.

E quindi è giusto celebrare la vittoria di una Nazionale rossocrociata che punta all’apice di un ciclo non facile, fatto di grandi delusioni e di enormi critiche, giuste alcune, feroci e fuori luogo le altre. Per Patrick Fischer è anche una rivincita verso chi lo avrebbe gettato dal burrone dopo le famose tredici sconfitte in amichevole con una formazione che non era nemmeno lontanamente quella vista all’opera in questo mondiale.

Il coach elvetico ha un disegno in testa, ed è sempre stato coerente con lo stesso, ha avuto ragione con il caso Bichsel – almeno per quanto riguarda quest’anno – ha avuto ragione con l’esclusione di Kurashev, uno che ha piazzato 50 punti in NHL, andando sempre dritto per la sua strada, quella che aveva in mente da tempo e che lo sta portando a giocarsi l’obiettivo che aveva posto netto e chiaro al suo arrivo sulla panchina della nazionale tra qualche risatina e più di un dubbio: il tetto del mondo.

Oggi in finale la sua Svizzera ci arriva con una squadra più matura, più consapevole e forse ancora più unita delle precedenti. Il suo lavoro lo si deve riconoscere anche in questo, convincere i grandi della NHL a unirsi a un mondiale non è mai facile, lui ha portato gente come Josi, Fiala, Niederreiter e altri non solo ad accettare le convocazioni, ma addirittura a volere la Nazionale, basti pensare all’attaccante dei Los Angeles Kings, che ha voluto a tutti i costi arrivare a Praga ben prima del previsto e che sul ghiaccio non risparmia mai una goccia di sudore.

Forse la Svizzera a questa finale ci arriva nel momento giusto quando tutto pareva sbagliato. Ci arriva consapevole che l’argento sarebbe una delusione più che un traguardo e una consolazione, a differenza di pochi anni fa. Ci arriva con un torneo giocato con tutta la forza di volontà e la voglia di rivalsa scavalcando anche il muro più difficile, quello dei quarti con la Germania, il famoso “mostro nell’armadio”.

Ci arriva consapevole che l’ultimo atto sarà il più difficile e il più duro, ma anche che ha tutti i mezzi per arrivare finalmente in cima a quella montagna a cui aveva puntato anni fa e a cui non ha mai rinunciato nonostante tutto, dritta per la sua strada.


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