BIELORUSSIA – SVIZZERA
0-6
(0-2, 0-2, 0-2)
Rete: 00’36 Bertschy (Herzog, Scherwey) 0-1, 18’01 Vermin (Meier) 0-2, 21’09 Andrighetto (Vermin) 0-3, 31’15 Hofmann (Corvi) 0-4, 52’03 Vermin (Meier) 0-5, 57’43 Herzog (Hischier) 0-6
Note: Olympic Sports Centre, porte chiuse
Penalità: Bielorussia 4×2′ + 1×10′, Svizzera 4×2′ + 1×10′
RIGA – Va detto, dopo la dispendiosa, sia fisicamente che mentalmente, grande partita offerta contro i russi – purtroppo andata agli avversari – per la Svizzera l’impegno contro la Bielorussia poteva riservare qualche problema o perlomeno qualche piccola incognita. E se guardiamo per esempio quello che è successo grosso modo tra la rete del 1-0 e quella del 2-0, si può dire che qualche tossina era rimasta tra gambe e testa dei rossocrociati.
Ma tant’è che proprio attorno a quell’unico momento di dubbio, con qualche errore di posizionamento e individuale, i rossocrociati erano già riusciti a scavare un solco piuttosto importante grazie a Bertschy dopo soli 36 secondi e a Vermin verso la prima pausa dell’incontro. E forse quelle tossine erano soprattutto mentali, anche se qualche mossa in corsa Patrick Fischer l’ha approntata (come l’inserimento di Rod per dare peso nello slot offensivo al posto di un inconsistente Praplan, in seguito pure rientrato negli spogliatoi) ma poi dal secondo periodo via i rossocrociati hanno preso in mano la situazione in maniera discretamente agevole.
È stata probabilmente la rete di Andrighetto in entrata del tempo centrale che ha indirizzato definitivamente l’incontro contro la Bielorussia e ha scrollato di dosso ogni dubbio alla squadra svizzera, che ha cominciato a muovere maggiormente il disco contro il lenti difensori avversari, mettendo grossa pressione anche nello slot grazie al lavoro del citato Rod e a quello di Vermin.
Tanto più fisico, disco in movimento costante e tanto pattinaggio, con ottimo traino della linea di Bertschy, e in maniera continua e regolare Platt e compagni sono andati sempre più in difficoltà, facendo una fatica tremenda a passare la zona neutra in maniera pulita o senza prendere qualche raddoppio in backcheck, un lavoro che la Svizzera ha applicato in modo costante ma senza doversi dannare l’anima.
Perché va detto che la Bielorussia non è stato uno spauracchio pericolosissimo, ma importante era semmai la risposta che i rossocrociati avrebbero dato dopo aver speso tantissimo senza incassare nulla contro la Russia, aldilà dell’avversario. Proprio per questo anche sul 4-0 Patrick Fischer ha continuato a spronare i suoi a “martellare”, facendoli continuare a macinare un po’ come contro la Danimarca, anche se il contesto è stato un po’ diverso ma comunque importante per restare sul binario giusto dal primo all’ultimo cambio.
In fondo l’ultimo periodo è stato logicamente di gestione con le quattro e poi definitive sei reti di vantaggio, ma la Svizzera ha sempre trovato qualche occasione per per pungere il giovane portiere Kolosov – entrato nel secondo periodo al posto di Shostak – e soprattutto per tenere se stessa in tensione, per evitare qualsiasi brutta sorpresa, regalando pure al rientrante (e convincente anche se poco sollecitato) Genoni il suo primo shutout, il secondo complessivo per la Nazionale in questo torneo.