SVIZZERA – DANIMARCA
3-5
(1-0, 0-3, 2-2)
Reti: 15’59 Corvi (Weber, Thürkauf) 1-0, 20’46 Regin (Storm, Nicklas Jensen) 1-1, 21’07 Storm (Nicholas Jensen, Russell) 1-2, 33’12 Boedker (Russell, Lauridsen) 1-3, 41’55 Meyer (Nicholas Jensen, Jakobsen) 1-4, 44’52 Loeffel (Untersander, Corvi) 2-4, 57’37 Herzog (Corvi, Untersander) 3-4, 59’01 Storm (Russell) 3-5
Note: National Indoor Stadium, 620 spettatori
Arbitri: Gofman, Vikman; Malmqvist, Shalagin
Penalità: Svizzera 7×2′, Danimarca 3×2′
Assenti: Dario Simion (quarantena), Michael Fora, Sandro Aeschlimann (sovrannumero)
PECHINO – La terza sconfitta in altrettante partite al torneo olimpico ha rappresentato una vera lezione per la Svizzera, che ha disputato la sua peggior partita del torneo contro una Danimarca che invece ha portato sul ghiaccio tutte quelle caratteristiche che avrebbero dovuto far parte del gioco rossocrociato.
Non è infatti bastato quell’ottimo quarto d’ora nel terzo tempo – dopo la rete ottenuta in powerplay da Loeffel – per cancellare oltre due tempi giocati in maniera insufficiente, contraddistinti da una preoccupante mancanza di continuità che invece Regin e compagni hanno saputo trovare praticamente sin dall’inizio.
In termini di intensità, agonismo ed ingaggio fisico la Svizzera ha infatti pagato dazio contro una Danimarca più concentrata sul suo obiettivo, mentre i rossocrociati – che hanno trovato il vantaggio con Corvi sfruttando un errore di Boedker – non hanno mai avuto nelle gambe quel ritmo in grado di mettere sotto un avversario che era considerato assolutamente da battere.
Onore naturalmente alla squadra di Ehlers, che nel secondo tempo ha trovato due gol nel giro di 21 secondi ed ha poi allungato sino sul 3-1, ma nel contempo la Svizzera deve recitare il mea culpa per non essere riuscita a prendere il controllo della sfida per buona parte della serata.
Dopo il terzo gol avversario la Nazionale – che ha visto il debutto di Malgin, mentre Fora è finito in sovrannumero – ha infatti incassato il colpo perdendo parecchi contrasti e risultando troppo molle dal punto di vista fisico, tanto che una reazione nel terzo tempo (a maggior ragione dopo il 4-1 in apertura) sembrava improbabile.
In vista degli ottavi di finale, a cui la Svizzera si affaccerà con un solo punticino all’attivo, non resta dunque che ripartire da quel quarto d’ora finale, quando la squadra ha dimostrato di poter alzare il ritmo mettendo alle strette la Danimarca. Troppo poco e troppo tardi, certo, ma un finale del genere rimane comunque un segnale importante da parte di una squadra che in alcuni frangenti è apparsa priva di una certa personalità.
Le segnature di Loeffel e poi Herzog hanno effettivamente portato energia ad un gruppo che è apparso po’ bloccato, e che ora deve assolutamente vincere la prossima sfida per evitare di bollare questa partecipazione olimpica come fallimentare. Dovrà essere bravo Fischer, che già nel terzo tempo ha mischiato le sue carte per cercare di stimolare il gruppo, ma il più grande passo avanti dovrà essere fatto in termini di intensità e continuità.
Nelle prime due sfide la Svizzera aveva faticato a segnare ma in termini di gioco non aveva mai concesso così tanto agli avversari, ma in vista degli ottavi di finale – contro un avversario che per logiche di classifica non sarà tra i più semplici – quanto visto in pista sabato non ha convinto. L’appuntamento è per martedì, per cercare di salvare un torneo sinora avaro di soddisfazioni.