SVIZZERA – SLOVACCHIA
3-2
(0-0, 2-1, 0-1, 0-0, 1-0)
Note: Arosa, 1’310 spettatori. Arbitri DiPietro, Wiegand; Altmann, Kaderli
Penalità: Svizzera 2×2′, Slovacchia 4×2′ + 1 rigore
AROSA – Non poteva iniziare in maniera migliore l’avventura di Patrick Fischer sulla panchina della Nazionale svizzera. L’ex coach bianconero ha conquistato la seconda vittoria in altrettante partite battendo per 3-2 dopo i rigori la Slovacchia e conquistando così la vittoria finale nella kermesse internazionale.
Priva del biancoblù Pestoni e con Stephan tra i pali, la Nati ha impresso da subito un buon ritmo all’incontro, risultando però meno efficace sotto porta forse anche per la stanchezza accumulata nel match disputato nemmeno 24 ore prima contro la Norvegia.
(PHOTOPRESS/Gian Ehrenzeller)
Ovviamente priva dei suoi migliori elementi e presentatasi al torneo con una formazione ampiamente rimaneggiata (faro della selezione il friborghese Reway), la Slovacchia è però inaspettatamente passata in vantaggio contro l’andamento del gioco al 30’ grazie al gol di Kudrna.
I confederati hanno una volta di più dimostrato orgoglio e voglia di fare, reagendo in maniera veemente e trovando immediatamente il pareggio grazie al ginevrino Romy. Il punto dell’1-1 ha dato ulteriore slancio ai padroni di casa, che hanno trovato anche il 2-1 dopo nemmeno 4’ con Martschini. Lo sgusciante zugano sta attraversando davvero un gran momento e anche con la Nazionale si è messo particolarmente in evidenza, risultando uno dei migliori in assoluto su tutto l’arco del torneo.
In avvio di terzo periodo gli slovacchi hanno nuovamente trovato a sorpresa il pareggio con
Skalicky, autore di una grande azione personale propiziata però da una marcatura piuttosto approssimativa della retroguardia svizzera.
Da quel momento sul ghiaccio si sono solo visti gli uomini di Fischer, che hanno preso d’assedio il terzo difensivo della Slovacchia. Suri, Schäppi e Brunner hanno in particolare messo a dura prova il cerbero avversario, con lo straripante numero 96 del Lugano che ha pure fallito un rigore.
(PHOTOPRESS/Gian Ehrenzeller)
Nonostante le molte occasioni il risultato non si è più schiodato dal 2-2 e nell’overtime poco è accaduto, costringendo le due formazioni a giocarsi il trionfo nel torneo alla lotteria dei rigori.
Nei penalty, le segnature di Suri e Wieser sono state sufficienti e così la Nati ha vinto il suo primo trofeo (seppur di poco conto) dal cambio di guida tecnica.
Se, come già detto, è difficile valutare quanto fatto da Fischer e dal suo staff dal punto di vista del gioco, dall’altro a livello di attitudine quanto visto non può che fare piacere. Per quanto poco prestigiosi, inoltre, questi successi danno morale ed armonia a tutto il gruppo, risultando dunque di grande importanza per costruire qualcosa di importante nel breve termine.
I Mondiali sono ancora lontani e la rosa che li affronterà sarà quasi sicuramente diversa da quella vista all’opera in questi giorni, ma con i giusti accorgimenti si potrà guardare al futuro con un giustificato ottimismo.