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Interviste

Kurashev: “Bedard ha portato a Chicago un’energia incredibile, ora vogliamo crescere”

L’attaccante è reduce dalla sua miglior stagione: “Ho avuto un ruolo fisso nel lineup, questo è stato fondamentale. Ma ora guardo al Mondiale, sappiamo quanto sarà importante il quarto di finale, ma non ci pensiamo ancora”

PRAGA – Forse non è sempre sotto i riflettori come Roman Josi oppure Nico Hischier, ma l’attaccante Philipp Kurashev si è presentato a Praga dopo una stagione per lui da record, con un bottino di punti più che raddoppiato rispetto all’annata precedente ed il ruolo fisso di ala della prima linea dei Chicago Blackhawks al fianco di Connor Bedard.

Il 24enne – passato brevemente anche da Lugano qualche anno fa – ha dunque davanti a lui una carriera NHL finalmente in rampa di lancio, ed è ora concentrato nella corsa ad una medaglia mondiale con la Svizzera.

“Abbiamo avuto un inizio di torneo solido, siamo contenti dei risultati ottenuti sinora. Ovviamente il fatto di aver centrato cinque vittorie è ciò che conta maggiormente, ma siamo anche consapevoli di avere diverse cose che possiamo migliorare. È quello che vogliamo fare. D’altronde sappiamo di avere delle sfide importanti davanti a noi, con Canada e Finlandia, e poi ovviamente i quarti di finale”, ci ha raccontato Kurashev.

Proprio i quarti di finale rappresentano il primo vero obiettivo, visto quanto successo negli scorsi anni. Ci state già pensando?
“Siamo consapevoli che quella partita ha rappresentato per la Svizzera uno scoglio importante negli ultimi anni, ma per ora non ci proiettiamo così avanti nel torneo. È un po’ cliché, ma saper guardare partita dopo partita è importante. Mantenere il focus sul presente è un aspetto centrale del nostro sport. Ovviamente sappiamo che il quarto di finale sarà una partita cruciale per noi, ma ci sarà tempo per pensarci al momento giusto”.

Sei reduce da una stagione in cui hai fatto un importante passo avanti, hai conquistato un posto al fianco di Bedard ed ottenuto parecchi punti. Per te cosa è cambiato? Un anno fa non avevi nemmeno un ruolo fisso in squadra…
“L’aspetto che mi ha aiutato davvero è proprio questo, ovvero il fatto di avere finalmente un ruolo preciso ed un posto fisso nel lineup. Ho potuto giocare praticamente tutta la stagione con gli stessi compagni, questo è stato anche il risultato della fiducia che ho ricevuto e percepito da parte degli allenatori. Mi hanno affidato tanti minuti, in questa maniera abbiamo potuto sviluppare una certa chimica nella nostra linea e la differenza si è vista”.

Attorno all’arrivo di Bedard c’era tantissima attesa, una grande opportunità ma anche difficile da gestire?
“No, quel primo pick che poi ha permesso a Connor Bedard di raggiungerci ha portato solamente ad aspetti positivi. C’è stata davvero un’iniezione di energia incredibile, tutto l’ambiente ne ha beneficiato ed inoltre Connor è davvero un bravo ragazzo. Ha portato davvero un che ci mancava, sia in squadra ma anche pensando all’atmosfera che si respirava nella nostra arena. Tutti i fans impazziscono per lui, ed ogni volta che tocca il disco oppure lo speaker annuncia il suo nome, ne segue sempre un boato. Questo ci aiuta tutti, è eccezionale”.

Com’è giocare con lui? A volte può essere imprevedibile, trovare la giusta chimica non è automatico…
“Effettivamente con alcuni giocatori può esserci questa insidia, ma non è stato il nostro caso. L’intesa si è sviluppata praticamente dal primo giorno, dunque non mi sono mai fermato a riflettere troppo sulla cosa. Poi è chiaro, capita molto spesso che lui tolga dal cappello delle giocate che non ti aspetti, ed in quei casi devi farti trovare pronto. Ci si deve un po’ abituare. Ma è un bel problema da avere, giocare con lui è molto divertente”.

In coppia avete messo assieme tanti punti, ma tra i vostri numeri c’era anche un bilancio +/- tra i peggiori della lega…
“Sappiamo di avere un grande margine di crescita, e ne abbiamo parlato. Siamo consapevoli delle nostre lacune difensive, e già dalla prossima stagione vogliamo migliorare. Essere sul fondo della lega in una statistica del genere ovviamente non è qualcosa di positivo, ma da queste lezioni si può imparare e l’obiettivo è fare meglio il prima possibile”.

Il tuo rinnovo lo scorso anno era arrivato tramite arbitration. Sentivi di aver qualcosa da dimostrare anche al tuo stesso club?
“Non particolarmente, oramai aspetti come questi fanno parte del business. L’arbitration non mi ha dato molti pensieri. Ovviamente si tratta di un processo che tutti cercano di evitare se possibile, ma una volta arrivata la firma ho considerato la questione chiusa. Sono felice di avere un altro anno di contratto con Chicago, è una grande opportunità ed ora sta a me dimostrare ciò che sono capace di fare”.

Con l’arrivo di Bedard sei passato dall’essere un centro ad un’ala più offensiva ed aggressiva. È corretto?
“Sì, concordo con te. Diciamo che ho giocato più all’ala nell’ultima stagione che nella mia intera carriera, ma non è una cosa che mi disturba, anzi mi piace molto. D’altronde bisogna essere pronti ad adattare il proprio gioco alle esigenze”.

Ora arriva la sfida contro il Canada di Connor Bedard, che per la prima volta sarà un tuo avversario…
“Forse sarà un po’ strano nei primi cambi, ma anche divertente. L’ho incrociato in questi giorni, ne abbiamo parlato un po’ ed indubbiamente aggiungerà delle motivazioni extra ad una sfida contro il Canada che attendiamo moltissimo”.

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