AMBRÌ – Non è ancora l’estremo difensore ammirato nei suoi momenti migliori in Leventina, ma Janne Juvonen ha indubbiamente intrapreso la strada giusta per tornare ad esprimersi ai suoi livelli.
Nella sconfitta all’overtime contro lo Zugo il finlandese ha sfoderato una buona prova, impreziosita da alcuni interventi decisivi che hanno permesso ai biancoblù di giocarsela alla pari sino alla fine.
“È stata una partita combattuta che sarebbe potuta andare da ambo le parti”, ha commentato il numero 30. “Abbiamo giocato bene, con solidità, e abbiamo creato parecchie buone occasioni. È stata tirata e alla fine ne usciamo con un solo punto, ma è una serata che giudico positivamente”.
In una fase nel secondo tempo avevate il momentum dalla vostra. Dopo il 2-1, per un coach’s challenge sbagliato, vi siete ritrovati subito in powerplay con la possibilità di allungare. Quella situazione è però stata gestita in malomodo e ha permesso allo Zugo di rientrare, mutando l’inerzia della partita. Cos’è successo?
“Difficile da dire. Eravamo in un momento molto favorevole e avevamo messo a segno diversi ottimi cambi. Sulla scia della rete avremmo dovuto approfittare maggiormente della situazione ma in superiorità numerica abbiamo faticato ad installarci e a renderci pericolosi. La volontà c’era, ma forse è mancata un po’ di lucidità e poi, scaduta quella penalità, l’inerzia della sfida è effettivamente cambiata”.
Lo Zugo ha perso cinque uomini – Stalder, Schlumpf, Leuenberger, Eggenberger e Hofmann – a causa di un malore, restando con soli 16 giocatori di movimento. Ve ne siete accorti? Avete cercato di approfittare della situazione?
“A dire il vero ero talmente concentrato sul gioco che non me n’ero accorto. Ce l’ha fatto notare il coach, lasciando intendere che era un elemento che poteva giocare a nostro favore. In quei frangenti però non ci pensi granché, cerchi soprattutto di rimanere concentrato sul tuo gioco e di spingere”.
Già domenica contro il Losanna avevi confermato di essere in crescita. Anche mercoledì sei apparso solido e in fiducia, senti che stai ritrovando le migliori sensazioni?
“È stato un inizio di stagione complicato, nel quale non sono mai riuscito ad esprimermi sui miei livelli abituali. Ho cercato di forzare le cose ma, per come sono fatto io, non è il modo giusto di lavorare. Sono successe molte cose da allora e sembrava che tutto stesse andando per il verso sbagliato… Ho cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno, con maggiore positività senza troppo stress e le cose sono un po’ migliorate. So che da qualche parte si nasconde il miglior Janne Juvonen. Sta a me di tirarlo fuori e queste due partite rappresentano un primo passo”.
Parli della decisione dell’Ambrì di puntare ad una coppia di portieri svizzeri per la prossima stagione?
“Anche, ma è una scelta che comprendo. È naturale che in un campionato in cui gli stranieri giocano un ruolo così importante si cerchi di puntare su coppie di portieri svizzeri. È business. Mi sarebbe piaciuto rimanere, dico davvero, ma le cose sono andate così. Ora sto cercando di godermi le partite che mi rimangono con l’Ambrì e alla prossima stagione ci penserò quando arriverà il momento”.