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Lugano

Il Lugano si incarta contro un solido Langnau

I bianconeri non prendono ritmo e si fanno sorprendere dall’organizzazione dei Tigers. Prova collettiva insufficiente per avere la meglio sui bernesi

Il Lugano si incarta contro un solido Langnau

LUGANO – LANGNAU

2-3

(0-1, 1-1, 1-1)

Reti: 11’30 Mäenalanen 0-1, 28’07 Pesonen (Julian Schmutz) 0-2, 36’39 Carr (Thürkauf, Fazzini) 1-2, 41’01 Thürkauf (Granlund, Alatalo) 2-2, 41’17 Julian Schmutz (Malone, Pesonen) 2-3

Note: Cornèr Arena, 4’501 spettatori
Arbitri: Borga, Hungerbühler; Gnemmi, Cattaneo
Penalità: Lugano 2×2, Langnau 4×2

Assenti: Marco MüllerLorenzo CanonicaJulian Walker (infortunati), Arno SnellmanRoberts CjunskisThibault FattonJoey LaLeggia (sovrannumero)

LUGANO – C’è chi specula e non dovrebbe farlo, c’è chi invece lo sa fare e ne esce vincitore. Il Lugano ha fatto la parte di chi non dovrebbe giocare un certo tipo di partite, perché mettendosi in pari a una squadra come il Langnau – che non è più quello dello 0-8 alla Ilfis ma un gruppo che ha intascato cinque vittorie nelle ultime sei partite e che è risalito dal tredicesimo all’ottavo posto – va a finire che si brucia, per grossi meriti altrui, ma anche per gran parte dei propri demeriti.

Invece di aggredire i Tigers già dal primo periodo, i bianconeri hanno infatti cercato soprattutto il possesso del disco e il controllo delle zone, ma la squadra di Paterlini non è arrivata alla Cornèr Arena impreparata e contro un gioco così fumoso e poco ritmato ha potuto attuare con facilità tutto il suo sistema difensivo e di forechecking.

Thürkauf e compagni non hanno mai saputo aumentare sul serio il ritmo e il peso delle proprie azioni, subendo spesso la pressione dei bernesi sul portatore del disco, cosa che ha di fatto impedito ai padroni di casa di potersi sganciare in azioni più veloci e dirette.

L’immagine di questa partita è stata in fondo quella di un primo periodo brutto, giocato su ritmi bassissimi e con pochissime occasioni, in pratica quello che cercava il Langnau, speculando su una spinta bianconera molto “flaccida” e sulle poche occasioni da rete, in quel caso un power play sfruttato in pochi secondi per indirizzare la partita, praticamente la perfezione per i piani dei giallorossi.

Incassato il primo gol il Lugano non ha accennato a grossi cambi nel proprio gioco, il Langnau ovviamente si è chiuso su se stesso e non ha lasciato passare quasi nulla dallo slot, tanto che Charlin a metà incontro aveva dovuto parare solo 12 tiri e su una dormita colossale della difesa bianconera Pesonen ha insaccato uno 0-2 pesantissimo che ha addormentato gli avversari.

Il Lugano in fondo ha vissuto la sua partita su due sussulti in powerplay, quelli che hanno portato alla rimonta da 0-2 a 2-2 con Carr nel secondo tempo e Thürkauf in entrata di terzo tempo, ma incredibilmente la squadra di Gianinazzi ha saputo rovinare tutto nello spazio di soli tredici secondi.

Quella è stata in fondo la storia della partita, un Lugano che con il maggior talento ha trovato due spunti nella nebbia per raddrizzare la partita ma che distrattamente ha lasciato che tutto sfuggisse di mano ancora una volta con ingenuità e poca cura delle proprie azioni.

Forse era scritto che dovesse andare così, perché la serata è stata troppo storta perché potesse venire raddrizzata in poco tempo e in maniera perentoria, anche se gli arbitri hanno rischiato il disastro (parlando per il Langnau) nei momenti finali dovendo cercare un’invasione di area dopo coaches’ challenge sul gol del possibile 3-3 di Alatalo, rete che sarebbe stata da annullare ancora prima che avvenisse, con la perdita del casco da parte di Charlin qualche secondo prima del tiro del numero 22.

Alla fine il risultato è giusto per quello che si è visto in pista, i Tigers hanno giocato una grande partita, solida, pulita e priva di fronzoli, trascinati dai loro stranieri offensivi – privi pure di Saarela – mentre tra i bianconeri troppi giocatori erano in evidente difficoltà, di precisione, concentrazione e disciplina e nemmeno il primo blocco stavolta ha saputo brillare, tanto che Joly non è stato nemmeno schierato nell’assalto finale a sei contro cinque.

Il Lugano deve imparare a tenere il piede sul gas anche dopo aver strappato applausi convinti, senza adagiarsi e pensare al gioco degli avversari ma concentrandosi sul proprio. Il Langnau ha meritato la vittoria ma i bianconeri giovedì sera erano forse al 50% del loro reale potenziale, tanto che ad emergere è stato un quarto blocco pimpante e molto affiatato, mentre le linee di Arcobello e Granlund sono apparse decisamente inconcludenti, con pure alcuni difensori in grosse difficoltà.

Dimenticare e ripartire, non c’è altro da fare, il Lugano deve tornare a fare il Lugano, recitare altre parti non fa per i bianconeri.


IL PROTAGONISTA

Anthony Louis: Rientrato da poco dopo l’infortunio, il nordamericano sta riprendendo il ritmo e ha cominciato a mostrare ottimi numeri. Alla Cornèr Arena non è andato a punti, ma è stato costantemente il più pericoloso dalle parti di Koskinen, ispirando i compagni o facendo da solo, mostrando cattiveria agonistica e capacità di andare dritto in porta, le armi preferite da coach Thierry Paterlini..


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