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Lugano

Il Lugano sbanca Friborgo con il minimo scarto e grande lavoro

FRIBORGO – LUGANO

0-1

(0-0, 0-0, 0-1)

Rete: 42’45 Maurer (Kienzle, Filppula) 0-1

Note: BCF Arena, 6’700 spettatori. Arbitri Koch, Wiegand; Kovacs, Rohrer
Penalità: Friborgo 3×2′ + 1×5′ + 1×20′, Lugano 3×2′ + 1×5′ + 1×10′

FRIBORGO – Minimo risultato equivale a minimo sforzo? Tutt’altro. Il Lugano che ha sbancato la BCF Arena di Friborgo ha faticato a scardinare la porta della peggior difesa del campionato e, a tratti, ha faticato anche a mantenere la propria inviolata.

Più importante della forma, nella prima partita post pausa, è sicuramente la sostanza, e qui il risultato è stato raggiunto in pieno, ossia i tre punti conditi dallo “0” alla voce reti subite.

I bianconeri si sono presentati a Friborgo con qualche modifica in formazione rispetto alle ultime uscite, visti gli spostamenti di Walker nel blocco di Filppula e Brunner e la conseguente “retrocessione” di Bertaggia con Mclean e Kostner. Quarto blocco offensivo completato da Reuille, Dal Pian e Romanenghi – che in corso partita ha fatto spazio al rientrante Kuonen – e difesa confermata.

Il Gottéron, reduce da cinque sconfitte nelle ultime sei partite prima della pausa, ha faticato a contenere la verve offensiva bianconera, soprattutto in un primo tempo giocato con grande autorità, seppur condito dalla solita difficoltà in power play, sprecato per tre volte e che ha causato molti rischi.

Proprio quei power play andavano sfruttati per indirizzare subito la gara in una precisa direzione, vista la grande difficoltà riscontrata dagli uomini di Zehnhäusern nel contenere Klasen e compagni. Ovvio che il Lugano non avrebbe potuto continuare su certi ritmi di pattinaggio e intensità, e nel secondo tempo la partita si è equilibrata e un pochino incattivita, anche a causa di un arbitraggio passivo che ha rischiato più volte di perdere il controllo della contesa.

Il Lugano ha sofferto sulle molteplici incursioni di Pouliot e Sprunger, anche in power play, invero gli unici tra i padroni di casa ad avere idee più o meno chiare sul da farsi, ma se la tattica del caos attuata dai burgundi in qualche frangente è arrivata fino in fondo, un Manzato imperiale ha sempre detto “no”.

Una scazzottata tra Dubé e Chiesa verso la fine del periodo centrale ha tolto dal ghiaccio due uomini molto importanti per entrambe le squadre, ma a risentirne di più sono stati i padroni di casa, andati sotto nel punteggio per la prima e definitiva volta al 43’, quando Maurer ha improvvisato un’azione personale con cui ha battuto Conz.

Il Lugano ha guadagnato sicurezza da quella rete, sfiorando più e più volte il meritato raddoppio, ma tra Pettersson, Bertaggia e Brunner, le polveri sono risultate bagnate. Un po’ di sofferenza nel finale, praticamente solo su un’unica e incredibile occasione da rete capitata a Mauldin a pochi secondi dal 60”, ma alla fine la vittoria è arrivata con merito.

Merito di una ritrovata velocità di transizione tra il terzo difensivo e la zona neutra, di un gioco molto più diretto sulla porta e dei molti ingaggi vinti dai bianconeri. In una partita intensa, giocata con voglia e intensità dai padroni di casa ma ancora a corto di idee, i bianconeri si sono imposti grazie al maggior tasso tecnico e alla capacità di gestire il gioco nei momenti importanti.

Continua a creare grattacapi il power play, difficile da attuare e imbastire, ma soprattutto a corto di alternative ai soliti giochi, mentre il box play ha annullato a volte con facilità i tentativi avversari in superiorità numerica.

Un Lugano che ha ritrovato un “pacchetto” di vittorie incoraggianti, un primo blocco svedese di nuovo quasi imprendibile, anche se poco produttivo, e conferma di avere un Manzato in forma straordinaria, per questo sarà interessante vedere la scelta di Fischer in casa contro i ZSC Lions.

Proprio gli zurighesi, più dei friborghesi, saranno un importante test di crescita di questo Lugano, che è ancora in attesa dello sblocco da parte di Brunner, non ancora a suo agio nella terza partita in bianconero.

In attesa del rientro dei assenti, il Lugano dimostra di sapersi esprimere anche a ranghi incompleti, seppur senza la necessaria continuità, ma per aggiustare certi difetti e ridare profondità alla rosa, recuperare quegli importantissimi elementi sarà fondamentale.

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