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Il Lugano parte alla grande, Skelleftea battuto all’esordio

Nonostante le assenze i bianconeri convincono nella prima sfida. Comincia a vedersi la mano di McSorley con una squadra aggressiva e organizzata

Il Lugano parte alla grande, Skelleftea battuto all’esordio

LUGANO – SKELLEFTEA

5-1

(1-1, 2-0, 2-0)

Reti: 6’47 Jonsson (Möller, Mascherin) 0-1, 8’37 Müller (Fazzini, Carr) 1-1, 24’04 Fazzini (Arcobello, Carr) 2-1, 30’20 Thürkauf 3-1, 52’14 Carr (Arcobello) 4-1, 54’17 Walker (Stoffel, Alatalo) 5-1

Note: Corner Arena, 2’471 spettatori. Arbitri Lemelin, Stricker; Steenstra, Cattaneo
Penalità: Lugano 4×2′, Skelleftea 2×2′

Assenti: Davide Fadani (sovrannumero), Mikkel BoedkerRaphael HerburgerBernd WolfGiovanni Morini (nazionale), Timo HaussenerRomain Loeffel (infortunati), Nicolò Ugazzi (Rockets)

LUGANO – Ci eravamo preparati a questo esordio in Champions Hockey League con una certa preoccupazione per le condizioni in cui il Lugano si sarebbe presentato, ossia privo di praticamente una potenziale linea da top six e due infortunati e invece i pensieri alla fine di questo prima partita del girone sono notevolmente cambiati.

In positivo ovviamente, visto il risultato di 5-1 con cui la squadra di McSorley ha battuto gli svedesi ma soprattutto per la prestazione generale dei bianconeri. Un Lugano che ha mostrato subito un’impronta che viene dal suo coach, un’aggressività costante e fastidiosa per gli avversari, compattezza, carattere e una già ottima organizzazione di gioco.

Anche seppur privi di cinque titolari, i bianconeri hanno infatti mostrato una pelle già diversa, con gli schemi del coach canadese a prendere un grande interesse per la loro particolarità.

Aldilà del gioco in cinque contro cinque, fatto di solidità e veloci ripartenze con l’appoggio dei difensori, il Lugano ha protetto l’eccellente Schlegel anche grazie ad alcuni accorgimenti “inediti” (almeno per quello che si vedeva in tempi recenti alla Cornèr Arena) come il box play estremamente aggressivo e alto con un attaccante sempre pronto alla ripartenza – un altro marchio di fabbrica del coach, quello dell’inferiorità numerica giocata in modo offensivo – oppure in fase di possesso dello Skellefteå in attacco giocando con quattro uomini in linea difensiva e un solo attaccante pronto a creare il breakout in attesa che i suoi compagni recuperassero il disco.

Insomma, il Lugano ha utilizzato questa partita di Champions per affinare gli schemi e testarne altri, ma al contempo ha saputo unire la competitività necessaria per venire a capo di una squadra insidiosa e organizzata come quella svedese. Il team di Robert Ohlsson non è più la corazzata invincibile di qualche anno fa, ma rimane una top del campionato svedese e come tale sa giocare ad occhi chiusi e con un’organizzazione accademica tipica della scuola delle tre corone.

Ha infatti gestito di più il disco la squadra ospite, togliendolo dalle palette dei bianconeri (questo rappresentava una grande difficoltà del Lugano la scorsa stagione) ma ha fatto più fatica a tramutare le occasioni in rete, trovandosi davanti un grande Schlegel ma sbagliando anche in maniera piuttosto imprecisa e a volte cercando troppo l’ultimo passaggio.

Tutto il contrario di quanto fatto dal Lugano, che ha sfruttato al meglio le sue occasioni soprattutto nel secondo tempo, quando ne ha approfittato per prendere il largo e in quello conclusivo per chiudere la partita. Belle anche alcune trame in velocità, positive di nuovo le prestazioni del “solito” Carr, di Thürkauf e di Stoffel in avanti, mentre in retrovia cresce sempre di più la solidità di Müller.

Una serata largamente positiva, soprattutto perché oltre alla vittoria il Lugano sta dimostrando anche a ranghi ridotti di riuscire piano piano (anzi, mica tanto piano) a trasformarsi in quello che vuole Chris McSorley.

Certo, le limature da fare sono ancora diverse ed era ovviamente prevedibile, ma trovarsi a fine agosto con un Lugano già così cambiato è sicuramente bene augurante.  Insomma, era difficile pensare a un esordio migliore di questo, oltretutto con le premesse della vigilia.


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