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Il Lugano non trova continuità, bianconeri eliminati dalla CHL

La squadra non ha mostrato la giusta determinazione per battere gli Eisbären. Debutto di Irving e buona prova del bottom six, sono mancati gli uomini migliori

Il Lugano non trova continuità, bianconeri eliminati dalla CHL

LUGANO – EISBÄREN

2-4

(0-1, 2-1, 0-2)

Reti: 4’07 White (Boychuk, Jensen) 0-2, 21’28 Byron (Pföderl, Despres) 0-2, 30’48 Vedova (Morini) 1-2, 31’10 Wolf (Alatalo, Thürkauf) 2-2, 45’18 White (Clark) 2-3, 58’20 Fiore 2-4

Note: Cornèr Arena, 2’166 spettatori
Arbitri: Stricker, Urban; Obwegeser, Fuchs
Penalità: Lugano 7×2′, Eisbären 8×2′ + 1×10′

Assenti: Romain LoeffelDaniel CarrTroy JosephsNiklas SchlegelRaphael HerburgerAlessio Bertaggia (infortunati), Thibault Fatton (Ticino Rockets)

LUGANO – Continuano gli alti e bassi per il Lugano, che nella serata di mercoledì ha visto arrivare al capolinea la sua avventura europea a risultato della seconda sconfitta contro gli Eisbären Berlino, che ci sono presentati alla Cornèr Arena con una maggiore determinazione nonostante non avessero più alcuna ambizione di qualificazione.

Ai bianconeri sarebbe invece bastata una vittoria per accedere alla prossima fase del torneo, ma sin dall’inizio si è capito che la squadra di McSorley non era nella sua miglior serata. Il primo tempo ha infatti visto i tedeschi controllare il gioco e rendersi spesso pericolosi dalle parti del debuttante Irving, mentre in fase di costruzione il Lugano ha peccato di grinta ma anche della necessaria lucidità d’esecuzione.

Vedere gli ospiti portarsi sin sul 2-0 non è dunque stata una sorpresa, soprattutto alla luce di un gioco a parità numerica in cui gli Eisbären si sono fatti sempre preferire. In aiuto del Lugano sono però arrivate le situazioni di powerplay, dalle quali Arcobello e compagni hanno iniziato a prendere ritmo e cambiare gradualmente il momentum, sino ad arrivare a quella fiammata che ha portato alle reti di Vedova e Wolf.

In quel frangente il Lugano ha sicuramente vissuto il suo momento migliore, e nei minuti successivi al pareggio si aveva avuto l’impressione che i bianconeri avessero davvero nelle corde la possibilità di girare la contesa e conquistare la qualificazione.

Una nuova fase di superiorità numerica non ha però portato alla terza rete, questo nonostante una grandissima occasione capitata sul bastone di Riva. La spinta del Lugano non ha poi trovato continuità nella terza frazione, iniziata con quel disco malamente gestito da Irving che ha permesso ai tedeschi di trovare il nuovo vantaggio.

Per valutare il portiere canadese ci vorrà naturalmente del tempo, ma complessivamente Irving si è mosso bene ed ha trovato anche alcune parate importanti, mettendo una pezza alle diverse imprecisioni dei compagni in più di una circostanza. È però anche vero che sulla seconda a terza rete avrebbe potuto fare meglio, ma considerando il suo periodo di inattività alcune disattenzioni iniziali sono da mettere in conto.

Meno incoraggiante invece constatare come gli uomini di punta del Lugano non abbiano saputo prendere in mano la partita quando ce n’era la possibilità, ed anzi sono stati gli uomini del bottom six a dare nell’occasione un contributo di maggior sostanza. I vari Traber, Vedova oppure Stoffel si sono infatti distinti per una gara determinata e concreta, mentre Boedker, Arcobello oppure Fazzini hanno fatto più fatica a lasciare un’impronta sulla sfida.

Il Lugano ha così chiuso la sua avventura europea scivolando all’ultimo posto del suo girone, e saluta in maniera un po’ malinconica una competizione che avrebbe richiesto solamente un po’ più di mordente per ottenere l’accesso alla fase più interessante del torneo.

È però anche vero che la squadra sta attraversando un periodo di transizione a livello di equilibri, dettato dai vari infortuni e dall’attesa dei rinforzi che il mercato dovrà ancora partorire. In attesa che la rosa venga completata con gli innesti che si riterranno opportuni è già ora di guardare al derby di venerdì, che dovrà sicuramente essere affrontato con un piglio più deciso per rispondere alla voglia di rivincita dell’Ambrì Piotta.


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