LUGANO – AVTOMOBILIST
4-2
(1-1, 2-0, 1-1)
Note: Vaillant Arena, 6’300 spettatori (tutto esaurito). Arbitri Fonselius, Wehrli; Kovacs, Obwegeser
Penalità: Lugano 6×2′, Avtomobilist 5×2′
DAVOS – La Coppa Spengler come rilancio, come ricarica e terapia di gruppo per un Lugano arrivato nuovamente in difficoltà al termine di questo 2016. Come la scorsa stagione, i bianconeri si augurano che la settimana in terra grigionese si riveli ancora una volta salutare, stavolta ben di più di 365 giorni fa, quando era stata un “upgrade” per una stagione che era già in decisa accelerazione.
Gli uomini di Shedden, rinforzati dai free agent Ryan Vesce, James Wisniewski e Dominique Heinreich, hanno avuto l’onore di aprire questa 90esima edizione del torneo contro i russi dell’Avtomobilist Yekaterinburg, già affrontati nella scorsa edizione.
E come nella scorsa edizione, anche in questa i bianconeri hanno vinto il loro primo incontro e ancora una volta hanno avuto la meglio sui russi (un anno fa fu il Mannheim di Metropolit il primo avversario) battendo la formazione degli Urali per 4-2.
In un match partito bene sul piano dello spettacolo, ma spentosi dalla seconda pausa in avanti per un gioco più difensivo e un po’ difficoltoso in zona neutra, il Lugano ha avuto la meglio grazie a un maggior lavoro fisico nello slot, andando in difficoltà soprattutto nel terzo tempo, quando i russi hanno cominciato a spingere sulla scia di un power play, costringendo Merzlikins a un paio di parate spettacolari.
L’Avtomobilist ha portato i pericoli maggiori sfruttando le capacità di manovra in velocità dei propri attaccanti che, in alcuni frangenti, hanno letteralmente tagliato fuori i difensori bianconeri, ad immagine del primo gol, quando Chiesa si è fatto saltare troppo facilmente.
Per contro la squadra della KHL ha mostrato più di un limite nella fase difensiva, soprattutto quando il Lugano ha cercato di mettere dischi e muscoli sulla porta di Lisutin (sostituito poi da Sokhatsky) faticando ad arginare gli attaccanti più “pesanti” dei bianconeri.
Non a caso le reti sono arrivate grazie al lavoro nello slot, a coprire il portiere sul gol di Wisniewski (buona impressione da parte del difensore statunitense) una deviazione di Sannitz su slap di Wilson e un lavoro di Gardner tipicamente alla sua maniera per il 3-1.
Tra i rinforzi ha impressionato in maniera abbastanza positiva il citato Wisniewski, muscolare quanto basta, propostitivo in fase di impostazione e senza alcuna paura di andare al tiro. Ryan Vesce si è visto invece poco, la sua statura minuta lo ha limitato soprattutto quando il gioco si è fatto più stretto ed ha fatto fatica ad inserirsi nel gioco del primo blocco.
Difficilmente giudicabile Heinrich, utilizzato in coppia con il connazionale Ulmer, ma che ha giocato pochi dischi per poter dare un giudizio alla sua partita.
Un buon inizio per il Lugano, che spera sia di buon auspicio per il proseguo del torneo e della sua stagione, ma forse si sta già guardando troppo in là.
Dall’altra parte i russi hanno faticato a produrre lo stesso lavoro davanti a Merzlikins, a causa della buona protezione dei difensori bianconeri sul loro portiere.
Non è un caso se le tre reti decisive sono arrivate con gli attaccanti di Shedden ad avere la meglio sui difensori biancorossi nella loro zona di competenza più arretrata.
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