DAVOS – La Spengler 2014 è finita esattamente com’era terminata l’edizione precedente, ovvero con il Ginevra ad alzare la coppa dopo aver battuto in finale una compagine di KHL. Gli uomini di McSorley sono riusciti nell’impresa di conquistare il secondo titolo consecutivo battendo per 3-0 il Salavat Ufa grazie al solito mix di rocciosa difesa, gioco duro e fulminee ripartenze. Un’impresa del genere non riusciva dal 2002-2003: allora fu il Team Canada ad imporsi per due volte di fila.
(Photo swiss-image.ch/Photo Andy Mettler)
Nonostante per i russi si trattasse della quinta partita in sei giorni le due formazioni hanno proposto un avvio col turbo e, nei primi minuti, un palo dell’Ufa e un gol annullato per invasione di area del Ginevra hanno provveduto a scaldare subito il pubblico.
A seguito dei primi brividi il ritmo è poi calato e si è così dovuto attendere il secondo periodo per le prime reti. A seguito di una girandola di penalità che ha permesso al Ginevra di giostrare in power play, Jaquement ha aperto lo score con un preciso polsino sotto l’incrocio regalando ai suoi il meritato vantaggio.
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I russi hanno provato ad abbozzare una risposta, ma evidentemente con la poca benzina rimasta nei serbatoi non sono davvero riusciti ad impensierire l’attenta ed organizzata retroguardia romanda. Sono stati ancora i granata a trovare la via del gol con Rubin che, ancora una volta approfittando di una generosa chiamata arbitrale, ha concretizzato un lungo periodo di pressione con l’uomo in più sul ghiaccio.
Sfiniti, gli uomini di Jursinov hanno tirato fuori tutto l’orgoglio e le energie rimaste nel tentativo di riaprire l’incontro nel periodo conclusivo, ma il giovane Schwendener si è rivelato un baluardo invalicabile.
A chiudere poi definitivamente la partita ci ha pensato Taylor Pyatt, ben assistito dal fratello Tom e bravo a battere da due passi il portiere, impreziosendo una Spengler di grande sostanza con una marcatura personale.
(Photo swiss-image.ch/Photo Andy Mettler)
Si conclude così una Spengler gradevole ma non eccelsa e che, nonostante la struttura del torneo dovrebbe invogliare le squadre a giocare un hockey più aperto e gradevole, ha finito col premiare le squadre più solide e che hanno affrontato l’evento con un mindset più “serio”.
I tifosi delle ticinesi dovranno probabilmente ancora attendere: il Servette pare proprio non voler mollare il suo posto tra le magnifiche sei della kermesse davosiana di fine anno. Pillola un po’ meno amara per i tifosi biancoblù, che con Bouillon ed in particolare Pestoni hanno potuto ammirare due dei loro giocatori contribuire in maniera sostanziale alla riconquista del prestigioso trofeo.