BIASCA – Sono pronti alla nuova stagione i Ticino Rockets, nonostante degli ultimi mesi estremamente turbolenti ed una Swiss League che a pochi giorni dall’inizio del campionato è ancora alla ricerca della sua futura identità.
La volontà – che aveva sempre incontrato lo scetticismo del club rivierasco – di creare una lega cadetta indipendente a livello finanziario e commerciale, e più competitiva ed attrattiva sul ghiaccio si è infatti rivelato un (prevedibile, ci permettiamo di aggiungere) boomerang, ed ora anche il club di Davide Mottis si interroga sul futuro.
“Abbiamo dovuto affrontare una lotta amministrativa e societaria per essere ammessi nella nuova Swiss League, adeguandoci anche in termini finanziari per avere gli standard minimi ed essere ritenuti degni della nuova lega”, ha spiegato il presidente dei Ticino Rockets. “A livello sportivo abbiamo sicuramente incontrato delle difficoltà, anche se i pre-playoff sono stati mancati di un solo punto, ma a livello amministrativo e logistico eravamo pronti. Guardando alla squadra volevamo imbastire un nocciolo duro con giocatori d’esperienza che conoscessero la realtà ticinese, come ad esempio con l’operazione che ha riportato Misha Moor”.
L’accento è stato naturalmente posto sulle risorse finanziarie che ora mancano all’appello dopo il “flop” nella gestione commerciale della nuova lega, specialmente in termini di contratto televisivo.
“L’anno scorso i diritti TV ci assicuravano 387’000 fr, che sarebbero poi dovuti diventare 200’000. Verso fine giugno ci è però stato comunicato che praticamente questi introiti si sarebbero azzerati, e che la centralizzazione di marketing e sponsoring non aveva portato ad alcun risultato. Mancano dunque molti soldi nelle casse, e questa per noi è un’ulteriore sfida e preoccupazione per quello che verrà. Negli ultimi mesi abbiamo avuto praticamente una riunione di lega a settimana, ma la situazione è sempre la stessa… Si parla di un eventuale contribuito di solidarietà da parte della SIHF, ma si tratta comunque di importi molto inferiori ai 200’000 fr ipotizzati a inizio stagione. Sono cifre quasi irrisorie”.
I Ticino Rockets hanno ribadito la loro visione per il futuro, ovvero un modello che ricalca la filosofia dello stesso club rivierasco. “La Swiss League non può avere le ambizioni di cui si è parlato nel recente passato – ha continuato Mottis – ma bisogna pensare ad una lega di formazione per far crescere i ragazzi con un progetto solido”.
In eredità la “nuova Swiss League” ha lasciato una piattaforma streaming che sarà a disposizione di tutti gli abbonati e che permetterà di vedere anche le partite in trasferta, nella speranza che questo possa contribuire ad alzare l’interesse. Per il resto a livello di budget quello dei Rockets è stato aumentato a 1.45 milioni (contro i circa 1.36 dell’ultimo torneo), grazie anche al sostegno dei partner.
In questo senso l’Ambrì Piotta metterà a disposizione sei giocatori (selezionati tra Müller, Patenaude, Conceprio, Pastori, Terraneo, Marha, Dufey, Hedlund e Schelldorfer) più un sostegno finanziario, il Lugano contribuirà con sei giocatori (tra Fatton, Fadani, Ugazzi, Näser, Villa, Mini, Zanetti, Cortiana e Bedolla) e lo straniero Kris Bennett, mentre il Davos porterà quattro giocatori (Croce, Gartner, Rubanik e Russo) ed un apporto finanziario.
Il direttore sportivo Sebastien Reuille ha invece ricordato come “la crescita sportiva dei giocatori rimane lo scopo principale dei Ticino Rockets. Come obiettivo ci poniamo il raggiungimento dei playoff, e crediamo che questo sia realistico. Per i giovani è importante vincere per poter davvero progredire, dunque è giusto porci un obiettivo in questo senso”.
I Rockets potranno infatti continuare sulla base del recente lavoro già fatto con Landry e McNamara, i quali avevano potuto lavorare con stabilità il primo anno, mentre nella passata stagione la rosa ha dovuto adattarsi alle esigenze più marcate dei partner.
Tematica questa su cui ha concluso il coach Eric Landry: “Nell’anno segnato dal covid avevamo tantissimi giocatori e molte scelte da fare, mentre nell’ultimo campionato le dinamiche sono state totalmente diverse. Ho vissuto una nuova realtà, tanto che ad un certo punto non avevamo abbastanza giocatori da schierare. Tra obiettivi interni e infortuni, molti giocatori erano dovuti tornare alle squadre partner”.
I Ticino Rockets in questo senso ora hanno un nucleo di giocatori propri più numeroso e solido. “Ci siamo attrezzati per reagire a quelle circostanze quando i partner chiamano all’ultimo i loro giocatori – ha concluso il canadese – avere più elementi alza inoltre il livello di competitività, e questo è un beneficio in senso generale”.
Per un ulteriore approfondimento vi segnaliamo inoltre il podcast HSHS Talk registrato un paio di settimane fa con il direttore sportivo dei Ticino Rockets, Sebastien Reuille.