BERNA – Se si guarda al futuro della Nazionale svizzera, coach Patrick Fischer non può che sorridere. Basta scorrere i nomi dei convocati per il primo Prospect Camp rossocrociato per accorgersi che di talenti il nostro hockey ne sta davvero producendo parecchi, ed il tutto si riflette su un numero di giovani impegnati oltre oceano che è destinato a crescere sempre di più.
Nella mattinata di mercoledì gli occhi erano però tutti su un solo giocatore in pista: Nico Hischier. Il 18enne è tornato a vestire i colori della Nazionale dopo aver ipotecato la prima scelta assoluta al Draft durante gli ultimi Mondiali U20, ma anche dopo aver scritto una pagina storica dell’hockey svizzero il ragazzo vallesano non è cambiato.
“È incredibile vedere la velocità e la tecnica di Nico sul ghiaccio, sa controllare il disco e cambiare direzione in maniera fuori dal comune, ma la cosa più importante rimane il suo carattere”, ci spiega Patrick Fischer. “È una persona molto umile e corretta, sembra quasi che per lui non sia successo nulla di speciale, ma per l’intero hockey svizzero il risultato al Draft rappresenta qualcosa di importantissimo… Quella notte tenevo i pugni per lui, sono felice abbia vinto la ‘gara’ con Nolan Patrick”.
Interrogato sulle sue sensazioni dopo la chiamata dei New Jersey Devils, il giovane risponde sulla stessa lunghezza d’onda: “La mia vita non è cambiata molto. Certo, la copertura mediatica durante l’evento era impressionante, ma mi sono immediatamente ripromesso di concentrarmi sull’hockey, senza farmi distrarre da tutto il resto. Il Draft è stata una bella esperienza, ma tutto ciò che volevo era poter tornare subito al lavoro per prepararmi al meglio per la stagione”.
Per Hischier le possibilità di ottenere un posto nel lineup dei Devils per l’opening night del 7 ottobre contro Colorado passeranno tutte dal training camp di settembre, “ma se non dovessi farcela a convincere lo staff non so ancora dove giocherò la prossima stagione. Per ora non ci penso, troveremo con New Jersey l’opzione migliore se dovesse presentarsi la necessità”.
Necessità che i Devils sperano naturalmente di evitare. La franchigia di Newark ha vissuto un netto declino dopo la finalissima persa nel 2012 contro Los Angeles e, dopo aver mancato i playoff per cinque stagioni consecutive, vedono in Hischier una figura da cui trarre nuovo entusiasmo per il rilancio.
“È sicuramente molto eccitante ricevere immediatamente così tanta fiducia”, ha commentato Hischier. “I Devils sono una franchigia con molta storia alle spalle, ma ora sono una squadra giovane che ha fatto diversi cambiamenti. Per me non è però ancora tempo di parlare di obiettivi, prima cercherò di ottenere un posto nel roster, dopodiché discuteremo su quali sono le aspettative nei miei confronti”.
Tra chi ha grande fiducia nelle capacità di Hischier c’è sicuramente lo stesso Patrick Fischer: “Non ha bisogno di alcun consiglio. Nell’ultimo anno in Canada ha dimostrato di cosa è capace, è uno che si adatta velocemente ed è molto maturo per un ragazzo della sua età… Ha inoltre la fortuna di ricevere buoni consigli da genitori e agenti, sono convinto si parlerà tantissimo di lui nel New Jersey”.
In attesa di vederlo sul ghiaccio del Prudential Center, è già celebre oltre oceano l’espressione “I love to hockey”, frase pronunciata da Hischier durante il Draft e diventata dopo pochi giorni addirittura una maglietta. “Il tutto è nato da una circostanza molto divertente”, ci ha spiegato. “Dopo aver realizzato di essere stato chiamato come prima scelta assoluta il mio cuore andava a mille ed ero molto agitato… Ho finito per fare un piccolo errore d’inglese, ma alla fine tutto ha avuto un risvolto inaspettato!”.
Il futuro di Hischier inizia ora dal camp con la Nazionale, iniziativa “che trovo essere un’ottima idea. Questa settimana ci permette di iniziare a lavorare con lo staff e di conoscere nuovi giocatori… Tra di loro c’è anche Mirco Müller, che ritroverò ai Devils. Mi sta già aiutando molto, lui ha già una certa esperienza in NHL e sa come funzionano le cose, se avrò bisogno di qualcosa sarà il primo a cui mi rivolgerò!”.