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Interviste

Gianinazzi: “La differenza resta minima, ma non possiamo regalare così tante occasioni”

Il coach del Lugano dopo la sconfitta in Gara 5 punta il dito anche sulla fase offensiva: “Non bisogna tirare tanto per tirare, occorre essere più determinati davanti al portiere avversario e limitare gli errori difensivi”

FRIBORGO – Lo stretto 1-0 con cui il Friborgo ha battuto il Lugano conferma che i bianconeri rimangono in corsa nonostante ora non possano permettersi errori, ma la partita della BCF Arena ha detto pure che la squadra di Luca Gianinazzi è stata meno performante soprattutto sul fronte offensivo: “È mancata cattiveria davanti a Berra – afferma il coach bianconero – il portiere del Gottéron ha concesso alcuni rebound che erano da sfruttare meglio, mentre noi abbiamo regalato le migliori occasioni al nostro avversario”.

Luca Gianinazzi, Schlegel vi ha permesso di restare in partita, ha quasi “rubato” il match ma non ne avete approfittato…
“Non credo che avremmo dovuto “rubare” qualcosa per portare a casa il risultato, alla fine siamo rimasti in corsa fino all’ultimo ed è stato un incontro ancora equilibrato. Ma se dobbiamo dire che Schlegel ha fatto una grandissima partita su questo non c’è alcun dubbio”.

In attacco non avete forse fatto abbastanza rispetto al Gottéron per cercare il vostro momento della partita?
“Sicuramente il Friborgo ha avuto occasioni migliori ma soprattutto a causa di errori nostri, ma se devo guardare nel complesso il volume di gioco penso che siamo stati vicini e alla fine la differenza l’ha fatta una sola rete in tutto l’incontro”.

In attacco però sono sembrate mancare le idee…
“La quantità di tiri a cinque contro cinque c’è stata durante la partita, il problema è che non c’è stata abbastanza cattiveria o determinazione per andare nello slot a prendere i rebound, e quindi spesso si è tirato tanto per tirare e non per cercare di segnare”.

Da cosa sono dipesi tutti quegli errori visti soprattutto nel secondo periodo?
“Credo che questi errori dipendano soprattutto dalla mancanza di pazienza nel gestire il disco e portarlo fuori dalla nostra zona. Spesso abbiamo voluto forzare la giocata quando non c’era spazio per farlo e questo ha regalato le possibilità migliori a una squadra che sappiamo essere bravissima nel creare azioni in spazi strettissimi e occasioni da nulla. Quello che occorre fare è ritrovare le giuste distanze sul ghiaccio e pensare a quello che si vuole e si deve fare”.

Come ti spieghi la sofferenza che passate spesso nel terzo difensivo quando giocate lontano dalla vostra panchina?
“Credo che questo dipenda dalla capacità di leggere il gioco e andare al cambio nella maniera giusta con la panchina lontana, domenica sera abbiamo preso alcune decisioni sbagliate in questo senso e il Friborgo ne ha approfittato meglio di noi. Ma credo sia una cosa abbastanza comune tra tutte le squadre, si cerca di approfittare della distanza dalle panchine per mettere sotto pressione l’avversario e anche noi abbiamo avuto i nostri momenti buoni, ma non gli abbiamo dato continuità, mentre sono d’accordo che nel secondo periodo abbiamo avuto un po’ troppe difficoltà”.

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