AMBRÌ – È da inizio stagione che coach e giocatori ribadiscono come molti dei problemi realizzativi dell’Ambrì risiedano in uno slot avversario non sollecitato a sufficienza. Ebbene contro il Friborgo, Flynn e compagni sono finalmente riusciti a fare la differenza proprio in questo aspetto del gioco, venendo ripagati in due occasioni con due ottime deviazioni, nate da un buon lavoro preparatorio nello slot.
Due reti fondamentali, arrivate in una sfida in cui si è rivisto un Ambrì aggressivo, cinico e difensivamente solido. “Possiamo essere molto soddisfatti della prestazione di stasera”, ha commentato Brian Flynn, marcatore della seconda rete di serata. “Tutti e ventidue i ragazzi hanno dato il massimo dall’inizio alla fine, proponendo una prova solida e, soprattutto, costante per tre tempi. Trovo che la chiave del successo risieda nella semplicità con la quale abbiamo giocato”.
E finalmente sono arrivate delle reti nate da un buon lavoro nello slot…
“Sì, e sono davvero felice che il gruppo ne sia stato ripagato. Troppo spesso in passato avevamo peccato di tenacia nello slot, e non eravamo riusciti a generare traffico a sufficienza. Ora si tratta di insistere sul cosiddetto “crash the net”, ovvero il cercare rebound il più possibile, perché nell’hockey moderno moltissime reti nascono proprio in questo modo”.
Dopo cinque sconfitte consecutive e qualche uscita sottotono, si è finalmente rivisto un Ambrì solido e battagliero…
“Effettivamente nelle ultime partite ci era mancato qualcosa ma contro il Friborgo siamo tornati ad esprimerci al nostro meglio. Ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo lavorato bene per tutta la settimana e ci siamo fatti trovare pronti contro un avversario tosto. La direzione è quella giusta, sta a noi ora di perseverare, a partire da martedì nella trasferta di Berna”.
Anche a causa delle varie defezioni, nel corso della stagione sei stato confrontato a diversi cambi di linea. Questo ha in qualche modo influito sulla tua prestazione?
“Non particolarmente. Per diverse partite ho avuto al mio fianco Julius e Zwergy, poi è capitato di giocare con D’Agostini, Rohrbach, Horansky e Kneubuehler, e ora eccomi di nuovo in prima linea. Nel corso di una stagione è normale che vi siano dei cambiamenti nel lineup, e quando capita bisogna essere bravi ad adattarsi alla svelta. Sono tutti ragazzi grandiosi e tra me, Nättinen e Zwerger si è sviluppata un’intesa eccellente. Li reputo tra le migliori ali del nostro campionato e trovo che si completino molto bene: Zwerger crea moltissimo gioco e Nättinen ha un killer instinct micidiale. È un vero piacere giocare al fianco di due giocatori di questo calibro. Per quello che mi riguarda, come centro, cerco di giocare semplice, di creare spazio, di assumermi responsabilità e di lavorare bene agli ingaggi”.
Hai parlato di D’Agostini, giocatore imprescindibile per questa squadra e con il quale hai sempre avuto un’ottima intesa. Quanto manca al gruppo?
“Moltissimo. È stata dura quando abbiamo saputo che sarebbe stato lontano dal ghiaccio così a lungo. Il suo apporto manca a tutta pista ma soprattutto in powerplay, situazione nella quale riuscivamo a comunicare molto bene. Col tempo siamo riusciti a colmare la sua assenza trovando delle alternative, ma è evidente quanto manchi alla squadra”.
Esattamente un anno fa, tra dicembre e gennaio, stavi vivendo uno dei migliori momenti di forma della tua carriera. A livello personale come giudichi questo primo scorcio di regular season? Sei soddisfatto del tuo operato?
“Tralasciando i punti messi a referto sin qui – 16 in 22 partite, il che significa che andando avanti di questo passo potrei superare il bottino della passata stagione (33 in 49 partite, ndr.) – ciò che mi premeva quest’anno era una progressione negli ingaggi e nelle situazioni speciali. Non ero soddisfatto di quanto fatto la passata stagione e per questo ho voluto focalizzarmi su questi due aspetti del mio gioco. In questo senso posso ritenermi soddisfatto, perché la mia efficacia negli ingaggi è migliorata, e anche in boxplay sento di riuscire a garantire una certa solidità”.