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Interviste

Fischer: “È stata una partita intensa e di qualità, spero di incontrare di nuovo il Canada”

Il coach dopo la prima sconfitta del torneo: “La penalità a Fiala è stata una decisione dura degli arbitri, a mio avviso la carica era pulita. A lui non rimprovero nulla. Ora guardiamo alla Finlandia e poi penseremo ad Ostrava”

PRAGA – La prima sconfitta al Mondiale per la Nazionale svizzera è arrivata contro il Canada, che ha avuto la meglio per 3-2 al termine di una vera battaglia sul ghiaccio. Coach Patrick Fischer ha analizzato il match.

“È stata una partita intensa, già dall’inizio, un match di qualità disputato davanti a dei grandi tifosi. Il Canada ha subito fatto pressione e ha cercato di attaccare specialmente Josi. Sono riusciti a segnare, ma dopo 7-8 minuti abbiamo reagito, quello mi è piaciuto”, ha spiegato l’allenatore.

“In seguito dopo aver ottenuto il vantaggio nel secondo periodo, è arrivata la scena decisiva, con la penalità inflitta a Fiala. Per me è stata una decisione dura da parte degli arbitri. Abbiamo impiegato un po’ a riprenderci, nel terzo periodo siamo però tornati su buoni livelli e qualche chance per pareggiare l’abbiamo creata. Peccato insomma, spero di poter incontrare nuovamente questo Canada durante questo Mondiali”.

Ti sei arrabbiato con Fiala?
“Onestamente a mio avviso era una carica pulita, un open-ice check corretto. Gli arbitri hanno stabilito che si trattasse di “kneeing”, un intervento con il ginocchio. Non ho nulla da rimproverare a Fiala, ma nemmeno ai direttori di gara, pare che sia la regola. Per me era un normale check”.

Quindi pensi che Fiala non verrà sospeso?
“Come detto, secondo me la decisione è già stata dura così, per me è stata una sorpresa vedere i 5 minuti di penalità. Chi lo sa, io spero che non ci saranno ulteriori conseguenze, ma magari verrà squalificato”.

Non incassate più reti a parità numerica da quattro partite, è positiva come cosa…
“Penso che lo vedono tutti, siamo solidi e compatti, gli attaccanti aiutano bene la difesa. Ci mettiamo però da soli in difficoltà quando a volte la gestione del disco non è ottimale e così ogni tanto incappiamo in qualche ripartenza. È l’unico problema. Nella nostra zona difensiva l’avversario non ha quasi mai chance, copriamo bene una volta che è installato”.

Cosa ci puoi dire invece del boxplay?
“Fino a oggi era buono, ma contro il Canada non siamo riusciti a liberare a dovere il terzo un paio di volte e queste cose il dio dell’hockey te le fa pagare”.

Il passaggio alle semifinali passerà da Ostrava, ti fa arrabbiare?
“Sono onesto, sarebbe stato più tranquillo poter rimanere qui a Praga, anche per voi giornalisti, ma è così. Ora pensiamo dapprima alla partita contro la Finlandia e poi penseremo a Ostrava”.

Magari è di buon auspicio. L’anno scorso eravamo tutti felici di restare a Riga e poi sappiamo com’è andata. Invece nel 2018 ci spostammo a Herning per il quarto di finale e arrivammo sino all’atto conclusivo…
“(Fischer ride ndr). Ci eravamo trasferiti anche a Kosice e lì non era andata bene (ai Mondiali del 2019, quando la Svizzera perse il quarto di finale al supplementare contro il Canada ndr)”.

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