SVIZZERA – CECHIA
2-1
(1-0, 0-1, 0-0; 1-0)
Reti: 13’36 Fiala (Hischier, Josi) 1-0, 35’57 Stransky (Spacek, Cervenka) 1-1
Rigori: Fiala, Stransky, Kurashev
Note: Prague Arena, 17’513 spettatori
Penalità: Svizzera 5×2, Cechia 6×2
Assenti: Gaetan Haas, Reto Berra, Tristan Scherwey (sovrannumero), Thierry Bader (non iscritto)
PRAGA – Nel giro di ventiquattro ore la Svizzera ha spazzato via un bel po’ di dubbi che erano sorti dopo la scialba prova messa in pista contro l’Austria, disputando un incontro di alto livello non solo tecnico ma anche di solidità e personalità contro i padroni di casa della Cechia. Non era certo facile passare da certe amnesie e svarioni a diversi scalini più in alto in così poco tempo, ma la calma che tutti avevano mostrato lunedì sera era effettivamente giustificata.
Diciamo pure che l’innesto di Kevin Fiala tanto sperato da tutti ha subito dato i suoi frutti, con lo splendido gol d’apertura tutto di classe e furbizia e l’altrettanto spettacolare rigore che ha ribadito di nuovo le capacità di livello élite mondiale dell’attaccante per metà proprio ceco.
E questo innesto, di un giocatore che ha dimostrato di tenerci come tutte le altre pedine della NHL sbarcate alla O2 Arena, ha contribuito a fare della Svizzera una squadra ancora più pericolosa ma soprattutto imprevedibile nelle sue trame offensive, e non è un caso se Cervenka e compagni sono caduti più di una volta nella trappola delle sovrapposizioni in transizione, traditi dalla velocità d’esecuzione dell’attacco svizzero.
Un attacco modificato proprio per fare spazio a Fiala, con Thürkauf andato a fare il centro del quarto blocco relegando di fatto Scherwey in tribuna, e nonostante il capitano bianconero non abbia disputato una partita particolarmente brillante, il suo apporto fisico si è fatto sentire in un blocco così più pesante, molto utile in un contesto che si è rivelato con il passare del tempo molto combattuto fisicamente e sul lato delle provocazioni.
Proprio in questo “esercizio” la Svizzera si è fatta prendere un po’ da questo atteggiamento duro e a tratti intimidatorio di Gudas e compagni, con leader come Josi e Niederreiter capaci di rispondere e di prendersi parte del territorio, ma in un paio di occasioni, soprattutto dopo il gol del pareggio la Svizzera ha rischiato di farsi trascinare in un gioco non suo.
Patrick Fischer ha avuto ragione anche a continuare a giocare con tutti i quattro blocchi questa volta, senza voler forzare il ritmo o le giocate, visto che comunque la squadra dava per intero segnali di pericolosità in maniera regolare e buona solidità difensiva, difatti solo in poche occasioni la Cechia ha potuto tirare dallo slot senza trovare davanti un blocco.
Pochi i tiri infatti, su entrambi i fronti, ciò significa che entrambe le squadre si sono sacrificate per proteggere a loro volta il punteggio, contribuendo a fare di questa partita, a tratti vibrante e scaldata dai quasi 18’000 della O2 Arena, il match più combattuto e di alto livello di questo girone.
Le trasformazioni ai rigori di Fiala e Kurashev hanno assicurato due punti molto pesanti per la Svizzera, che non conteranno parecchio solamente per la classifica, ma la consapevolezza di aver giocato una partita di tale livello cancella un bel po’ di nubi che si erano avvicinate anche nelle ultime settimane.
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