
(Photobrusca & Luckyvideo)
LUGANO – La squadra di Tomas Mitell ha giocato con il fuoco contro il Kloten, faticando parecchio prima di trovare le risorse di pareggiare la contesa con la doppietta di Omark negli ultimi quattro minuti di partita e risolvendo la contesa ai rigori.
Per il Lugano è la seconda vittoria consecutiva ma Luca Fazzini sa che la prestazione dei bianconeri non è stata convincente per gran parte dell’incontro: “Il Kloten ha sicuramente giocato meglio di noi – ammette il numero 17 del Lugano – ma è stato importante trovare la maniera di vincere questa partita, il segnale dato dal gruppo è molto importante”.
Luca Fazzini, bene che siete riusciti a raddrizzare una partita che a un certo punto faceva parecchia acqua…
“Quello che imposta il Kloten è un gioco molto difficile da affrontare e abbastanza “noioso” per gli avversari, nel senso che non ti lascia spazio per pensare, fanno questo filtro in zona neutra difendendosi con tre uomini dietro la linea blu che crea un vero muro. A un certo punto da parte nostra c’era frustrazione per non riuscire a uscire da quella situazione, alla fine siamo riusciti a raddrizzarla ma non siamo particolarmente felici della nostra prestazione, ne siamo consapevoli”.
Come si può spiegare tanta fatica nel contrastare il loro gioco?
“Va detto che sono stati bravi loro ad applicare così bene il loro gioco con una grande brillantezza fisica, con pochi passaggi uscivano dal terzo e ci costringevano a rincorrerli, poi diventa tutto un circolo perché noi riuscivamo a recuperare il disco magari dopo aver già giocato venti o trenta secondi di cambio e giocare in transizione dopo averlo rincorso diventa piuttosto difficile e faticoso”.
Sono punti molto pesanti non solo per la classifica ma anche per il morale, solo la scorsa stagione era quasi impensabile vincere una partita del genere per voi…
“Questo è un aspetto positivo perché sappiamo quanto contino quei punti recuperati qua e là alla fine della stagione sul conteggio della classifica, ed è un bel segnale riuscire a vincere anche queste partite. Però anche noi vediamo che c’è una differenza tra come impostiamo le partite in casa o in trasferta, dove riusciamo a giocare con più calma e pazienza, mentre in casa vorremmo imporre maggiormente il nostro gioco ma facciamo ancora fatica ad attaccare in maniera verticale, è uno degli aspetti da migliorare assolutamente”.
Inoltre l’avete vinta anche senza che tu segni un rigore e senza bisogno che lo tirasse Omark…
“Va bene così, ma ero comunque sicuro che l’avremmo spuntata ai rigori perché abbiamo uno Schlegel in gran forma ed è sempre fortissimo sui rigori, quindi eravamo comunque tranquilli”.
La tua finta sul rigore? Fadani ti conosce così bene che eri indeciso sul da farsi?
“In realtà sapevo bene cosa fare, ne sarebbe uscita una finta molto spettacolare, il problema è che le mani in quel momento non erano molto connesse al cervello (ride, n.d.r)”.



