DAVOS – Il Team Canada ha debuttato alla Coppa Spengler vincendo una prima sfida tirata e combattuta, finita “solamente” con un 2-1 in favore dei nordamericani nei confronti dei russi dell’Avtomobilist Jekateriburg.
Tra i giocatori che hanno debuttato al torneo davosiano c’era anche l’attaccante biancoblù Cory Emmerton, al suo primo anno in Svizzera e per la prima volta sul palcoscenico della Spengler. Con lui ci siamo intrattenuti al termine del match di sabato sera.
Cory Emmerton, per te è la prima Spengler e la prima volta che indossi la maglia del Canada, escludendo la U18… Quali sono state le tue sensazioni?
“Mi sono divertito molto, è sempre una bella opportunità ed un privilegio poter difendere i colori della propria nazione. Ovviamente si è trattato di un contesto diverso dal solito, con tanti nuovi compagni e in una squadra che hai visto solamente per una giornata prima di giocare la prima partita. Si tratta però di tanti bravi ragazzi con cui ci siamo già divertiti parecchio, mi aspetto di vederci migliorare partita dopo partita”.
Il Canada è l’unica squadra composta da giocatori che non hanno mai giocato assieme… È stato difficile scendere in pista un giorno dopo Natale e con nuovi coach e staff?
“Certamente ci si deve adattare, ma la cosa fondamentale è giocare il sistema nel modo in cui Guy Boucher vuole vederci scendere sul ghiaccio. Si tratta di qualcosa di nuovo per molti dei giocatori, dunque si cerca di andare in pista senza pensare troppo… Non è sempre facile, ma in questa squadra ci sono solo buoni giocatori e dunque non è troppo complicato giocare con loro, tutti hanno talento e delle caratteristiche precise. La cosa più difficile è abituarsi al sistema e giocare come vuole l’allenatore “.
Lo Jekaterinburg per te non era proprio sconosciuto, visto che lo avevi già affrontato lo scorso anno in KHL…
“Già, anche se la passata stagione li avevo affrontati una volta soltanto, dunque non posso dire di sapere molte cose su di loro. Conosco però lo stile di gioco russo, applicano la “trappola” in zona neutra e puntano molto sui contrasti uno-contro-uno, senza concedere molto agli avversari. Sospettavo dunque sarebbe stata una partita tirata, ma il nostro obiettivo non è quello di giocare match con tantissimi gol, dunque il 2-1 va bene e la vittoria è l’unica cosa che conta”.
In campionato giochi sempre al centro, mentre venerdì sei stato schierato all’ala… Com’è stata per te questa transizione?
“È vero, non giocavo all’ala da un po’ di tempo, ma è stato divertente. In squadra ci sono parecchi centri, dunque qualcuno deve essere spostato… Ho dovuto abituarmi perchè non ricoprivo quella posizione da un po’, ma quando ero più giovane ero spesso all’ala e dunque per me non è qualcosa di completamente nuovo. Naturalmente più giocherò e più sarò a mio agio, e so che il mio lavoro è tanto importante quanto quello che svolgo quando sono al centro”.
Parlando di centri, c’è in squadra un certo Manny Malhotra, che in carriera ha giocato oltre mille partite in NHL… La Spengler può essere anche un’occasione per imparare qualcosa?
“Ovviamente Manny ha giocato per tanti anni nella NHL ed è sempre stato un leader in qualsiasi club di cui ha difeso i colori. È stato in tante ottime squadre e cose come queste non succedono certo per caso, ma è il risultato di come si prepara ogni singolo giorno… Non credo abbia cambiato il suo modo di giocare nel corso della carriera ed è per questo che ha avuto successo, naturalmente non tutti giocano alla stessa maniera ma c’è sempre da imparare”.
La Spengler è da sempre un momento da condividere con le famiglie… Come ti trovi qui con tua moglie e tua figlia, nata da pochi giorni?
“Sono stati dei giorni pazzi, in cui non ho potuto dormire molto. Mia moglie e mia figlia stanno benissimo e sono molto felice che siano potute venire a Davos, mi sarebbero mancate molto se non fossero state qui con me. È bello potersi godere le feste tutti assieme, anche se in questo momento stiamo cercando di rilassarci un po’ e non fare troppo nei momenti liberi… Ci aspettano sicuramente altre notti insonni, ma sono davvero felice che siano qui con me!”.
Chiudendo con l’Ambrì, la squadra ha dimostrato di saper reagire bene alla pausa della Nazionale… Pensi verrà digerita altrettanto bene anche quella natalizia?
“Le pause possono essere particolari. Ad Ambrì stavamo giocando davvero bene, dunque una pausa probabilmente non era ciò che volevamo, ma allo stesso tempo si ha l’occasione per riposare… Abbiamo ancora 18 partite da disputare, che per noi rappresenteranno una grande spinta per cercare di raggiungere i playoff, dunque mi aspetto di vederci continuare a giocare alla stessa maniera e di raccogliere altri punti. I giorni liberi faranno bene ai miei compagni, tutti al rientro si sentiranno bene e riposati, pronti ad affrontare i due derby che ci aspettano”.