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Ambrì Piotta

Difensivamente l’Ambrì stavolta non c’è, ne approfitta il Friborgo

Dopo un buon primo tempo i leventinesi lasciano troppa libertà al Friborgo, che si scatena segnando cinque gol in un tempo. Per i biancoblù è una lezione.

(PostFinance/KEYSTONE/Alessandro della Valle)

Difensivamente l’Ambrì stavolta non c’è, ne approfitta il Friborgo

FRIBORGO – AMBRÌ

7-4

(0-2, 5-2, 2-0)

Reti: 5’39 Lilja (Brüschweiler) 0-1, 13’50 Landry (Douay) 0-2, 21’27 Bertschy (DiDomenico, De la Rose) 1-2, 23’07 Schmid (Mottet, Sprunger) 2-2, 24’31 Heed (Lilja, Spacek) 2-3, 29’13 Mottet (Sprunger, Schmid) 3-3, 30’29 Pestoni (Spacek, Heed) 3-4, 31’58 Gunderson (DiDomenico, Schmid) 4-4, 38’26 DiDomenico (Gunderson, Bertschy) 5-4, 46’43 Sprunger (DiDomenico, Gunderson) 6-4, 59’19 De la Rose (DiDomenico) 7-4

Note: BCF Arena, 9’009 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Urban; Wolf, Meusy
Penalità: Friborgo 3×2, Ambrì 5×2

Assenti: Isacco DottiDiego Kostner (infortunati), Tommaso De Luca, (sovrannumero), Laurent Dauphin (squalificato), Valentin Hofer (Bellinzona Rockets)

FRIBORGO – È stata una partita in alcuni momenti caotica quella che ha visto l’Ambrì Piotta incassare sette reti in casa del Friborgo. Durante quel pazzo periodo centrale in cui sono arrivati gol a ripetizione non c’è infatti stato molto tempo per sviluppare delle precise dinamiche di gioco, ma alla fine la differenza l’ha fatta proprio quel fattore che Luca Cereda aveva evidenziato solamente qualche giorno fa.

Il coach leventinese dopo il successo sul Kloten aveva sottolineato il gioco offensivo molto diretto e senza fronzoli della capolista, ed è proprio con una presenza efficace nello slot –  unita a tanto traffico davanti al portiere – che il Gotteron ha fatto sua la partita.

I leventinesi hanno infatti fallito nel compito di chiudere la zona calda davanti a Juvonen e Conz, esercizio a cui però si aggiungeva la necessità di essere comunque aggressivi sul portatore del disco avversario. Il giusto equilibrio in questo senso non è mai stato trovato, e durante la partita abbiamo così visto esempi sia di reti incassate per una presenza troppo leggera nello slot, che altre in cui era stato l’uomo con il puck a ricevere troppa libertà.

In questo contesto il Friborgo ne ha approfittato a partire dalla prima pausa, segnando addirittura cinque gol nel periodo centrale grazie al terreno fertile trovato da giocatori come Sörensen, DiDomenico, Mottet oppure Schmid, tutti elementi dalla grande esuberanza che nelle incertezze difensive biancoblù hanno trovato modo di esaltarsi.

E sull’altro fronte? Beh, l’Ambrì Piotta in termini offensivi ha fatto il suo, scagliando 28 tiri su Bryan Rüegger e sfruttando con buona freddezza le opportunità create, tanto che solitamente quattro gol in trasferta sono sinonimo di un risultato utile. Scontato sottolineare come il periodo migliore sia stato il primo, caratterizzato dai gol di Lilja e Landry in risposta ad un Friborgo già capace di operare una certa pressione offensiva, ma con i biancoblù abili nel rispondere per le rime.

Sotto di due reti il Friborgo ha trovato la scintilla per lanciare la sua partita con due segnature nel giro di un paio di minuti, il tutto partendo dal gol fortunato nato da un tiro di DiDomenico finito addosso a Bertschy e poi a palombella oltre Juvonen. Un attimo dopo Schmid ha infilato con insistenza pareggio – e qui il portiere andava aiutato maggiormente – ed anche se una gran sassata di Heed ha riportato avanti l’Ambrì, la sensazione era che il match si stesse aprendo fin troppo, soprattutto dal punto di vista della squadra in trasferta.

Pestoni in powerplay ha dato il nuovo vantaggio ai suoi, ma due penalità hanno permesso al Friborgo di girare definitivamente la sfida sfruttando in un battibaleno le proprie superiorità numerica (6 e rispettivamente 11 secondi per trovare il gol).

Con l’uomo in più l’Ambrì ha invece cercato di orientarsi meno verso il tiro al volo di Spacek – lasciato partire una sola volta – e maggiormente sul servire il bumper nello slot (specialmente Formenton) oppure aprendosi di nuovo alle conclusioni di Pestoni dalla destra. Il ticinese è stato più minaccioso sul fronte offensivo rispetto alle ultime uscite, mentre Spacek non ha vissuto la sua miglior serata nonostante degli ottimi numeri agli ingaggi (15 vinto con il 60% di riuscita).

(PostFinance/KEYSTONE/Martial Trezzini)

La terza frazione è iniziata con Conz tra i pali, ma i biancoblù hanno sembrato subire il contraccolpo di essere per la prima volta in svantaggio, e quando Sprunger ha infilato il sesto gol si è capito che la partita era già stata consegnata agli archivi.

Per l’Ambrì Piotta è insomma stata una lezione significativa, con diversi esempi di quali conseguenze sono dietro l’angolo se difensivamente si vive una serata con delle maglie più larghe del solito. Ovviamente non c’è da farne una tragedia – perdere in casa della capolista, che sinora ha ottenuto 23 punti sui 27 disponibili, è un’esperienza condivisa da molte altre squadre – ma è chiaro che il lavoro difensivo doveva essere molto migliore per avere una chance.

Cereda e il suo staff avranno insomma a disposizione tanto materiale d’esempio per sottolineare le diverse situazioni in cui non si è contrastato gli avversari nella maniera corretta, ma in fondo la lezione appare già chiara senza ricorrere al video. Contro una squadra come il Friborgo non possono mancare certe premesse, ed infatti ne è uscita la partita meno convincente della stagione.


IL PROTAGONISTA

Marcus Sörensen: L’attaccante svedese è noto per essere una vera peste sul ghiaccio, e la partita di martedì ha rappresentato un chiaro riassunto delle sue caratteristiche. Grandi polmoni, una presenza onnipresente nelle battaglie per il disco, e quell’atteggiamento spavaldo che tanto infastidisce gli avversari. In questo avvio di stagione è stato il trascinatore dei dragoni, ed anche stavolta – pur senza firmare punti – ha avuto un grande impatto.


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