BELLINZONA – Robin Dey è uno dei tanti nuovi giovani che proverà a dare linfa in Swiss League ai GDT Bellinzona. La 19enne ala friborghese, cresciuta nel settore giovanile del Gottéron, si appresta ad affrontare una nuova stimolante avventura. Con il giovane abbiamo parlato di questa imminente tappa della sua vita e di altro ancora.
Robin sei pronto per il primo grande passo tra i professionisti? Ormai non manca più molto…
“Ho una grande motivazione, è chiaro, è sempre così prima di una stagione. Poi se sarò pronto o no si vedrà quando si inizierà a giocare. Io mi sto preparando bene, sto facendo il meglio possibile, vedremo poi cosa accadrà sul ghiaccio”.
Come mai hai optato per Bellinzona?
“È il club che mi dà la migliore opportunità. La squadra è giovane, dovrebbe esserci molto tempo di gioco. Potrò inoltre sicuramente imparare parecchio da qualche elemento più esperto. Il pacchetto offertomi era dunque decisamente quello migliore”.
Conosci già qualcosa del Ticino?
“Vi ho disputato parecchi tornei e campi di allenamento, direi almeno una ventina. Per esempio conosco bene il centro sportivo di Tenero. È un angolo della Svizzera che mi piace molto, apprezzo la gente, il clima e più in generale l’ambiente”.
Come si sta svolgendo la tua preparazione estiva?
“Mi alleno sempre a distanza, a Friborgo. Seguo i programmi ricevuti dal preparatore fisico del Bellinzona. Inoltre ho svolto un campo di allenamento di quattro giorni a Lenzerheide organizzato dal mio agente (l’agenzia di Serge Pelletier ed Elias Bianchi ndr). A partire dal 30 luglio mi sposterò definitivamente in Ticino e comincerò il percorso con l’intera squadra”.
Per te sarà il primo grande cambio di vita…
“È così, sarà veramente un bel cambiamento. Sarà la prima volta lontano da casa. Magari all’inizio non sarà così facile, c’è forse anche un po’ di apprensione, ma sono sicuro che tutto andrà benissimo e la gioia nel compiere questo passo è decisamente più grande rispetto al resto”.
E i tuoi genitori sono tristi di vedere partire il loro figlio oppure si rallegrano?
“Sono contenti per me e per l’opportunità ricevuta. Alla fine vogliono il meglio per il sottoscritto. Hanno fatto tanti sacrifici per farmi giocare a hockey, un po’ come molti altri genitori”.
A Bellinzona non arriverai per così dire solo, ci sarà anche Nathan Favre. Sicuramente ti sarà d’aiuto…
“Esatto, abbiamo giocato per diversi anni insieme nelle giovanili e anche negli ultimi anni nella U20 del Friborgo. Ci conosciamo bene e abiteremo insieme. È sempre piacevole arrivare in un luogo e avere una faccia nota al fianco. Oltre a lui però ci saranno anche altri compagni che posso dire di conoscere per averli ad esempio già incontrati in qualche partita. Insomma non arrivo in una realtà completamente sconosciuta”.
A proposito di Friborgo, sei cresciuto in città?
“No, io provengo da Riaz, un villaggio nei pressi di Bulle”.
La prossima domanda è semplice. Da ragazzino friborghese chi era il tuo idolo? Più Julien Sprunger o Kiki Mottet?
“Ovviamente ho sempre seguito il Gottéron, ma non ho mai avuto un vero idolo, anche se ho sempre ammirato i vari giocatori come quelli citati da te. Il mio preferito però tra tutti è stato Andrei Bykov, il suo stile e la sua tecnica mi sono sempre piaciuti”.
Che tipo di attaccante sei?
“Diciamo che sono perlopiù un giocatore dotato di una buona visione di gioco e so essere presente quando c’è la possibilità di segnare delle reti. Prediligo la tecnica. Dove devo migliorarmi maggiormente? Beh di sicuro a livello fisico, in questo ambito bisogna sempre fare dei progressi. Aggiungerei anche il tiro e sicuramente in generale diventare più pericoloso”.
E alle balaustre come te la cavi?
“Abbastanza bene, ma ovviamente non ho esperienza tra i professionisti, quindi pure in questo ambito ci sarà uno step da compiere, sarà un processo”.
Perlomeno nella scorsa stagione avevi disputato 10 partite con il Düdingen in MyHockey League, le tue prime tra gli adulti. È stata un’esperienza importante?
“Sicuramente. Di base si può imparare dappertutto, a Düdingen sono stato spalleggiato bene, c’era un bell’ambiente e appunto ho potuto scoprire un po’ il gioco degli adulti. Quindi il mio bagaglio si è arricchito”.
A livello di formazione professionale cosa hai svolto?
“Avevo iniziato la scuola di commercio, ma l’ho interrotta al secondo anno perché non mi piaceva. Ho poi fatto qualche lavoretto dato che non potevo ancora iniziare l’apprendistato. In seguito ho svolto il mio percorso lavorativo in qualità di impiegato di vendita presso il Decathlon”.
In Ticino ti dedicherai solo all’hockey o continuerai a lavorare à coté?
“Probabilmente durante il mese di agosto mi concentrerò solo sull’hockey, anche perché la preparazione fisica è l’entrata in materia sono fondamentali. Ho però chiesto a Serge Pelletier se magari riesce a organizzarmi un corso d’italiano, voglio logicamente imparare la lingua. A partire da settembre l’obiettivo è poi di lavorare, ne ho parlato anche con mio papà. Il Decathlon ha una filiale nei pressi di Bellinzona, vedremo se si riuscirà a combinare, altrimenti cercherò qualcosa d’altro”.
Quali sono i tuoi obiettivi per la stagione alle porte e più a lunga gittata? Arrivare in NL?
“Nella vita bisogna sempre avere degli obiettivi, arrivare in NL è uno di questi. So che sarà un cammino lungo, ci vorranno tanto tempo e molto lavoro. In questo primo anno in Ticino voglio farmi notare e prendermi il massimo da questa esperienza”.