DAVOS – JEKATERINBURG
1-5
(0-1, 1-3, 0-1)
Note: Vaillant Arena, 6’300 spettatori (tutto esaurito). Arbitri Kimmerly, Wehrli; Fluri, Tscherrig
Penalità: Davos 3×2′, Jekaterinburg 3×2′
DAVOS – E infine è arrivato anche il giorno del Davos, i padroni di casa della Coppa Spengler che hanno esordito in questa 89esima edizione contro i russi dell’Avtomobilist Yekaterinburg, sconfitti all’esordio dal Team Canada non senza tribolazioni da parte di Giroux e compagni.
I grigionesi si presentano al cancelletto di partenza con non pochi problemi di effettivi, a causa delle ben 10 assenze riportate per infortuni e Mondiali U20. Nonostante questi problemi, la squadra di Arno Del Curto ha saputo ottenere ottimi risultati sia in campionato che in Champions League, e c’era da attendersi che anche alla Coppa Spengler avrebbero dato tutto senza risparmiarsi, oltretutto rinforzati dai prestiti di Koistinen dal Langnau, di David Moss dal Bienne e di Alexandre Picard, tuttora svincolato.
Ma era evidente che anche i russi avrebbero dato tutto, dopo la sconfitta all’esordio contro il Team Canada, e da quella partita si è capito che l’Avtomobilist non era poi così da sottovalutare.
Koukal e compagni praticano un hockey accademico, nel senso purista del termine, ossia senza troppi fronzoli, ma estremamente preciso – avversario permettendo – eseguendo ogni schema con semplicità, sicurezza e il massimo della velocità, per ovviare alla mancanza di veri e propri mostri di talento in rosa, sorretti da un portiere, Kovar – il giovane Ustinsky aveva impressionato nel primo match – che è forse l’unica vera star della squadra.
La differenza vera e propria, i russi l’hanno fatta in un secondo tempo che ha visto un Davos volenteroso ma troppo distante da Kovar, capitolato solo per il provvisorio 1-2 di Setoguchi, ma a parte un paio di altre incursioni, il lavoro per il portiere della nazionale ceca è stato quasi di amministrazione.
Di tutt’altra musica quello che è successo dalle parti di Genoni, miracoloso finché ha potuto, ma quando i russi andavano a nozze sugli errori in zona neutra dei grigionesi, anche l’estremo difensore gialloblù ha dovuto abdicare. Letali, furbi e pratici i russi in break, troppo distratti e molli gli uomini di Del Curto.
Ambühl e compagni non sembravano nemmeno avere le forze o la testa per provare una vera rimonta nel terzo tempo, e i russi hanno potuto controllare, sempre attenti e decisi nelle loro chiusure e abbellendo il risultato fin sul 5-1.
I grigionesi hanno avuto poco anche dai rinforzi, con un Moss poco presente negli scontri fisici nello slot, un Picard in evidente affanno e ritardo di competizione – l’ex ginevrino ha sbagliato anche un rigore nel secondo tempo – e Koistinen ha fatto bene il compitino. Forse il risultato è un po’ pesante, ma per il gioco espresso, l’ordine e l’intensità, i russi hanno meritato in pieno questa vittoria.
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