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Ambrì Piotta

5 spunti dalle partite giocate nel weekend da Ambrì Piotta e Lugano

(PPR /Marcel Bieri)

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


uno Lo shutout dell’ultimo secondo
Venerdì sera contro il Losanna, Benjamin Conz ha potuto festeggiare il suo terzo shutout stagionale, grazie ad una prestazione che lo ha visto parare tutti e 28 i tiri scagliati verso la sua porta. Nonostante un’ottima prova dei suoi, il portiere biancoblù non ha però potuto abbassare la guardia nemmeno per un attimo, ed infatti ha dovuto aspettare sino all’ultimissimo secondo prima di mettere in cassaforte lo shutout. Un attaccante vodese si è presentato solo davanti a lui proprio allo scadere, ma Conz ha messo un punto esclamativo sulla sua perfetta serata con un’ultima parata!

due Per il carnevale era meglio aspettare
La serata di Rapperswil è nata male per l’Ambrì Piotta, che non è più riuscito a rimediare alle tre reti incassate nel primo tempo. È però nata male anche sugli spalti, con l’inizio del match ritardato di diversi minuti a causa dei coriandoli finiti sul ghiaccio e partiti dal settore dei tifosi biancoblù. Nulla di così grave, se non fosse che il lancio è continuato anche dopo che finalmente si era potuto iniziare a giocare… Episodi questi che hanno innervosito anche i giocatori, che notoriamente non amano “gironzolare” sul ghiaccio in attesa di poter dare il via alle ostilità. D’altronde, dopo l’interruzione avvenuta a pochi secondi dall’inizio, lo sguardo di Nick Plastino è valso più di mille parole… In fondo non è ancora carnevale.

tre La collezione è completa
L’album di Matt D’Agostini è finalmente ultimato, ora non resta che collezionare le doppie! Grazie al gol ottenuto sabato a Rapperswil, l’attaccante canadese può ora infatti dire di aver segnato almeno una rete contro tutti gli avversari incrociati nella sua avventura nel campionato svizzero. L’unica eccezione? Il Langenthal, con cui l’Ambrì Piotta aveva incrociato i bastoni nello spareggio di due stagioni fa… In quell’occasione, però, D’Agostini non era mai sceso in pista.

quattro “La frittata”, le statistiche
20 secondi
, tanti sono bastati al Rapperswil sabato sera per mettere all’angolo l’Ambrì Piotta, che dall’1’14 all’1’34 ha permesso ai sangallesi di andare due volte in gol. La proverbiale frittata, che ha però diversi precedenti nella storia biancoblù. Dalla stagione 1978/19 ad oggi questa è infatti stata la settima volta in cui i leventinesi hanno incassato due reti nel brevissimo volgere di venti secondi, mentre se si guarda alla circostanze in cui si sono subiti due gol in meno di un minuto, i “casi” salgono addirittura a 293.

cinque Quei bravi ragazzi
Non siamo ancora a fine regular season, ma una tendenza piuttosto marcata si sta evidenziando in casa Ambrì Piotta. I leventinesi sono infatti stati sinora la squadra meno penalizzata della lega, con solamente un totale di 322 minuti di penalità ed una media di 9,2 a partita. A fare la differenza sono principalmente le sanzioni di grosso calibro, visto che la squadra di Cereda non è mai stata punita con cinque minuti e nemmeno con delle penalità di partita. La tendenza si conferma anche aprendo i libri di storia, visto che considerando gli ultimi dieci anni l’Ambrì è la squadra con una media di minuti di penalità più bassa di tutta la lega, ovvero 11,27 a partita. Meglio ha fatto solo il Losanna (10.69), che è però nella massima serie solamente dal 2013, mentre la squadra più “cattiva” è come prevedibile il Ginevra, con 14.86 minuti a partita ed un totale di 7’950 dal 2008 ad oggi.


uno A caccia di orsi con la fionda
Uscito sconfitto per 3-0 dalla Postfinance Arena sabato sera, il Lugano può archiviare questa partita assieme a quella di inizio stagione che aveva visto i bianconeri battuti per 4-0 sempre sulla pista bernese. Insomma gli orsi hanno fatto valere la loro superiorità nel proprio territorio, lasciando il Lugano senza alcuna soddisfazione. E dire che nella seconda battuta di caccia i bianconeri sembravano ben determinati a cacciare la pelle del loro avversario, ma la volontà non basta, e la quantità di occasioni sprecate ha salvato ancora una volta il padrone di casa. Cacciare un orso senza le armi adeguate non è mai una buona idea.

due La coppia dei record
La “strana coppia” formata da Raffaele Sannitz e Gregory Hofmann è una delle poche cose che nel Lugano sono funzionate sin dall’inizio. Ottima intesa, lavoro complementare e caratteristiche che si completano, in due hanno già messo assieme ben 27 reti e 37 assist. E se al topscorer bianconero manca un solo gol per eguagliare il record personale di segnature (22, la stagione scorsa) a 15 giornate dal termine, il veterano Sannitz ha già toccato ogni miglior traguardo del passato: ben 6 gol e 23 assist in 35 partite sono già il miglior bottino di sempre in NL per il 35enne. A punti totali ed assist ha già superato se stesso della stagione 2006/07 (6 gol e 20 assist) mentre gli mancano quattro gol per toccare il suo massimo in carriera (10), raggiunto nella stagione 2015/16.

tre Numeri e numeri
Ci sono numeri che a volte possono ingannare, altri che invece dietro nascondono un potenziale inespresso. In una statistica alcuni giocatori del Lugano rappresentano un paradosso per la situazione di classifica in cui si trovano i bianconeri. Questi giocatori sono Alessandro Chiesa, Giovanni Morini e Julien Vauclair che, con il loro bilancio +/- si trovano nei primi posti di questa graduatoria. Il capitano del Lugano è addirittura il migliore della lega con +16, Morini terzo con +14, mentre Vauclair si trova poco sotto con +12. Non è distante nemmeno Haapala con +10 e diversi altri bianconeri hanno un bilancio positivo. Numeri ingannevoli? Forse, ma dietro queste cifre si nasconde il grande potenziale di una squadra che viaggia a due cilindri (leggasi linee) su quattro.

quattro Convocate le Nazioni Unite
Dopo la vittoria contro il Friborgo, Greg Ireland ha preparato la squadra per la trasferta di Berna potendo di nuovo contare su Maxim Lapierre, al rientro dalla squalifica. Per l’occasione il tecnico bianconero ha deciso di mettere tutti gli stranieri nello stesso blocco, sperando di raggiungere un effetto di “potenziamento” del secondo terzetto. Un americano (doppio passaporto), uno svizzero, un canadese, uno svedese e un finlandese, tutti uniti per cercare di riportare il Lugano dove gli compete. Purtroppo a Berna non è andata come si sperava nonostante l’ottima prestazione collettiva, la mancanza di decisione in alcuni frangenti ha tradito anche il gruppetto dei senatori internazionali. Segnale che (ennesimo) che forse sarebbe il caso di aggiungere qualcuno al consiglio straniero?

cinque Come ai “vecchi” tempi
A risolvere la sofferta e complicata sfida tra Lugano e Friborgo di venerdì sera ci ha pensato uno spunto offensivo di Julien Vauclair, il quale si è avventato sul passaggio preciso e puntuale di Linus Klasen. Il difensore giurassiano nella sua carriera è sempre stato abituato a segnare reti pesanti, soprattutto nei primi anni, tanto da raggiungere quota 18 game winning goal con la maglia del Lugano. Un bottino niente male, l’ultimo proprio alla Cornèr Arena contro il Gotteron, un gol decisivo che mancava dall’8 dicembre 2015, quando una sua rete (su assist di un altro svedese, Tony Martensson) valse i tre punti per i bianconeri contro il Bienne.

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