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Lugano

A Davos il Lugano trova finalmente continuità

Terza vittoria filata per la squadra di Gianinazzi, convincente per lunghi tratti di una partita giocata con determinazione. Shutout per Schlegel, decisivo Granlund

(PostFinance/KEYSTONE/Gian Ehrenzeller)

A Davos il Lugano trova finalmente continuità

DAVOS – LUGANO

0-2

(0-1, 0-1, 0-0)

Reti: 17’33 Marco Müller (Granlund, Mirco Müller) 0-1, 26’21 Granlund (Carr) 0-2

Note: Eisstadion Davos, 3’921 spettatori
Arbitri: Lemelin, Hürlimann; Altmann, Gurtner
Penalità: Davos 2×2, Lugano 5×2

Assenti: Loic VedovaJulian Walker (infortunati), Kris BennettStephane PatryNicolò UgazziYves StoffelGregory BedollaJari Näser (Ticino Rockets), Mikko Koskinen (sovrannumero), Elia Riva (ammalato)

DAVOS – Lo aveva detto Giovanni Morini, il Lugano avrebbe trovato uno slancio solo con il lavoro collettivo, senza aspettare che le cose cadessero dal cielo. E il Lugano vittorioso nei Grigioni è stato l’esempio migliore di quello che il numero 23 bianconero andava intendento, grazie a una prestazione di spessore sul piano della disciplina e della compattezza che ha portato per la prima volta da novembre una serie di tre vittorie consecutive.

Sembrano per ora un lontano e brutto ricordo quegli svarioni improponibili che già contro Ambühl e compagni alla Cornèr Arena erano costati la partita al Lugano, perché questa squadra ha ritrovato la concentrazione necessaria per rendere il suo lavoro difensivo più che efficace.

(Berend Stettler)

Anche all’Eisstadion, seppure dopo un paio di brividi nei primissimi cambi, l’impressione data da Mirco Müller e banda è che la registrazione sia avvenuta soprattutto di testa, perché aldilà di schemi o di tattiche, ogni giocatore da qualche partita ha iniziato a giocare con una determinazione diversa e una sicurezza maggiore.
Questo si ripercuote su tutto il gioco di una squadra, la fase offensiva diventa più libera e “creativa”, e quando si può pure recuperare un giocatore come Markus Granlund ecco che gli aiuti si fanno sicuramente più efficaci.

Proprio il finlandese si è reso protagonista del primo gol bianconero con un’azione di classe e furbizia che ha permesso a Marco Müller di andare in rete, ed in generale il numero 60 si è ancora reso protagonista di una partita a tutta pista, con un grande lavoro in ogni situazione.

Il Davos da lì in poi ha trovato sempre meno sbocchi per imbastire azioni in velocità, a volte fermate dall’imprecisione dei padroni di casa, altre dall’ottimo lavoro in zona neutra e in backcheck dei bianconeri, che hanno dato pochissime possibilità ai padroni di casa di scendere in verticale verso l’eccellente Schlegel.

Il miglior momento dei bianconeri è arrivato proprio nel secondo periodo, quando Granlund ha raddoppiato in mischia – finalmente sfruttando anche quei “secondi dischi” dopo aver creato la prima occasione – e in serie Connolly, Josephs, Thürkauf e Andersson (traversa) sono andati a turno vicinissimi alla terza rete, con un Davos schiacciato nel terzo andato al tiro solo tre volte nel tempo centrale.

(Berend Stettler)

Solo qualche penalità di troppo ha impedito al Lugano di giocare con la massima tranquillità fino in fondo, anche se i bianconeri hanno gestito bene il terzo periodo, seppure lasciando i padroni di casa a guadagnare un po’ troppo ghiaccio, ma la copertura su Schlegel anche nei momenti più difficili è stata sempre efficace.

Le azioni difensive da ingaggio sono spesso andate in favore degli ospiti anche grazie alla grande serata di Arcobello, con il capitano che ha concesso qualcosa solo nei faceoff in zona neutra. Questo ha permesso spesso al Lugano di spezzare il ritmo del Davos e di gestire molto più tranquillamente i momenti decisivi del match, incluso il box play nel finale sommato all’assalto senza portiere del Davos.

Il Lugano insomma fa ancora un ottimo affare nella lotta per il decimo posto, e lo fa anche lanciando dei segnali che possono portare a un discreto ottimismo. Dopo il positivo week end zurighese la squadra di Gianinazzi ha gestito con personalità la difficile trasferta nei Grigioni, ritrovando partita dopo partita anche la vena di diversi giocatori, leader e componenti del bottom six, con un terzo e quarto blocco in grande spolvero.

E dopo aver ritrovato anche uno Schlegel di questa caratura si può veramente sperare di lanciare al meglio lo strappo finale.


IL PROTAGONISTA

Markus Granlund: Tanto lavoro sporco di cui non ha mai paura, colpi di classe, assist e reti. La partita del finlandese è stata piena di quantità e qualità, in crescita netta a braccetto con tutta la squadra, di cui è di sicuro il giocatore più completo. A Davos ha ribadito che dal nulla può sempre tirare fuori il colpo decisivo anche se è impegnato a rigare balaustre.


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