PATRICK THORESEN
Posizione: Ala
Altezza: 182 cm
Peso: 91 kg
Tiro: left
Provenienza: Djurgardens IF (SHL)
Palmarès: Campione SHL (2011)
Contratto: 2016/17
L’America e il Mago
Due volte in Nordamerica, in QMJHL con ottimi risultati a livello personale, il ritorno in Europa tra Allsvenskan, SHL e Austria e la nuova trasvolta oceanica per fare il debutto in NHL con gli Edmonton Oilers. Poi la chiamata del Mago Slettvoll, quando il nostro rischia un po’ troppo il ristagno in AHL, nonostante i playoff disputati con Philadelphia.
Arrivato a Lugano da sconosciuto, ci mette pochissimo ad entrare nel cuore dei tifosi bianconeri, in una stagione 2008/09 vissuta da grande protagonista. Lavoratore a tutta pista, dotato di grande grinta e forza fisica, veloce pattinatore e abile playmaker, oltre che discreto scorer, il numero 41 del Lugano è il secondo miglior marcatore di LNA dietro a Juraj Kolnik e Kimmo Rintanen, ma è soprattutto una splendida sorpesa per tutti. Tutti tranne che per Slettvoll, colui che lo ha portato nella giusta dimensione.
Addio Lugano bella
La grande stagione disputata con i colori bianconeri ha messo il norvegese in grande luce sul panorama hockeistico internazionale, e nonostante offerte provenienti dalla NHL, il 21 maggio 2009 Thoresen firma un ricco contratto con il Salavat Yulaev di Ufa, club della KHL.
L’impatto di Thoresen nella super lega russa è subito impressionante: nella sua prima stagione a Ufa mette a segno 71 punti in altrettante partite (+48!), con ben 7 game winning goal, di cui 4 consecutivi.
Nonostante altri richiami nordamericani Thoresen rinnova di una stagione con il Salavat Yulaev, e la seconda è trionfale per lui. Ben 84 punti stagionali, miglior straniero della KHL, miglior +/- dei playoff ma soprattutto la vittoria della Gagarin Cup, sinonimo di campione di KHL. La consacrazione quale assoluto top player continentale.
Lasciare il segno, ovunque e comunque
I problemi economici del Salavat Yulaev costringono la dirigenza a smantellare gran parte della rosa e Patrick Thoresen firma un contratto con lo SKA San Pietroburgo, dove va a raggiungere un certo Tony Mårtensson.
La prima stagione è buona, anche se non ai livelli di quelle precedenti, ma la ricchissima società dello SKA, dopo un’eliminazione in semifinale di conference, nel giro di un paio di stagioni costruisce uno squadrone attorno al norvegese, grazie agli ingaggi di Ilya Kovalchuk, Roman Cervenka, Vadim Shipachov, Dmitri Kalinin, Alexander Salak, Mikko Koskinen e grazie all’esplosione di Artemi Panarin.
Lo SKA con Thoresen sempre protagonista e Slava Bykov in panchina si laurea campione nella stagione 2014/15 e il norvegese termina così nel migliore dei modi la sua era in KHL, andandosene da campione. Nel suo totale il curriculm di Thoresen in KHL è impressionante, comprendente 2 Gagarin Cup, 7 trofei a livello individuale (dei quali 2 come miglior marcatore straniero del campionato) e 369 punti in 390 partite.
Ritorno alle vecchie dimensioni
Anni di successi, personali e di squadra, ma prima o dopo il richiamo della tranquilla e “piccola” Europa occidentale ha la meglio, con la firma del contratto con il Djurgarden, storico club di SHL in cerca di un nuovo ciclo, dopo il ritorno nella massima divisione svedese.
Thoresen non ci mette molto a riabituarsi e termina la regular season al secondo posto tra i marcatori e quale topscorer stagionale della sua squadra. Nonostante l’eliminazione nei quarti dei playoff, per Thoresen la stagione risulta positiva, anche se rompe anticipatamente il contratto con il Djurgarden, valido fin lì anche per la stagione 2016/17.
Poi i soliti immancabili rumors da Lugano, le nuove sirene della KHL, ma la mossa a sorpresa arriva da Zurigo, dove “Thor” sarà parte del nuovo ciclo dei Lions almeno fino al termine della prossima stagione.
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