JEKATERINBURG – MANNHEIM
3-1
(3-0, 0-0, 0-1)
Note: Vaillant Arena, 6’300 spettatori (tutto esaurito). Arbitri Stricker, Wehrli; Borga, Fluri
Penalità: Avtomobilist 2×2′ , Mannheim 5×2′
DAVOS – Dalla sfida tra Avtomobilist e Mannheim è stata definita l’avversaria del Lugano nella semifinale, in una partita che sin da subito ha fatto capire chi delle due squadre avesse il tasso tecnico migliore.
Non che fosse un segreto che i russi sono ben superiori ai tedeschi, ma stavolta gli uomini allenati da Razin hanno messo subito in pista furbizia, velocità d’esecuzione e fiuto del gol, annichilendo Metropolit e compagni già nel primo tempo. La sola volontà e voglia di rivalsa del Mannheim non poteva certo bastare per battere la maestria russa, e lo si capiva ogni qual volta il Mannheim doveva tornare in difesa dopo un attacco confuso, occorreva pattinare il doppio per fermare Koukal e compagni.
I russi hanno cominciato a gestire l’incontro sin dal secondo periodo, con il risultato difeso sul 3-0 scaturito dal primo tempo, e a parte alcune schermaglie nei secondi finali, la squadra di Ireland non è mai parsa avere i numeri necessari per impensierire gli avversari, calmi e ordinati.
Comprensibilmente, nel terzo periodo i russi hanno allentato un po’ la presa e anche il giovane Ustinsky ha avuto un po’ più di lavoro, potendo nemmeno festeggiare l’inviolabilità della propria porta, dato che Raedeke è riuscito a segnare almeno il 3-1.
Una rete, questa, che ha acceso la partita nel finale ridando un po’ di speranza ai tedeschi, ma l’impianto difensivo russo non ha più avuto collassi, portando l’Avtomobilist alla semifinale contro il Lugano. La squadra della KHL giunge con pieno merito al penultimo atto del torneo, dato che si è dimostrata squadra attrezzata tecnicamente, solida e con un organizzazione tattica esemplare.
Il Mannheim lascia il torneo con 1 vittoria e 2 sconfitte, ma ha dimostrato di essere venuto alla Spengler con la volontà di giocarsela, e per volontà e applicazione ha fatto sicuramente una bella figura. Grazie anche alle giocate di quel numero 50 che di smettere di divertire e divertirsi non ha proprio voglia.
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