DAVOS – Dopo la partita d’esordio all’89esima Coppa Spengler del Davos, coincisa con una sconfitta per 5-2 di fronte ai russi dell’Avtomobilist Yekaterinburg, ci siamo intrattenuti con l’ex biancoblù Félicien Du Bois. Con il difensore dei grigionesi abbiamo scambiato impressioni sul campionato, sulla Nazionale e naturalmente sulla partita persa contro i russi.
Félicien Du Bois, hai ripreso a giocare a pieno regime da circa un mese, come ti senti fisicamente?
“Mi sento bene, ho faticato un po’ all’inizio, com’è normale che sia, ma in questo mese abbiamo giocato molte partite e ho avuto l’occasione di riprendere il ritmo. Comunque non ho più avuto nessun sintomo in testa e mi sento bene”.
In questo mese di dicembre hai avuto anche l’occasione di rivestire la maglia rossocrociata ad Arosa. Come ti sei trovato con il nuovo staff tecnico?
“Mi sono trovato molto bene, è stata una settimana “piacevole”, ma non eravamo certo in vacanza. Ho trovato un bel gruppo e un buon entusiasmo, anche da parte di noi giocatori c’era curiosità nell’approdare in questa Nazionale al 100% svizzera. È stata una settimana positiva, anche se sappiamo che c’è ancora molto lavoro da fare e saranno i Mondiali a parlare, ma a livello personale sono stato molto soddisfatto e spero di continuare ad essere convocato”.
Ormai sei un esperto della Coppa Spengler avendola giocata con tre squadre diverse, però ogni volta è sempre bellissimo essere in questo fantastico ambiente…
“È vero, ho avuto l’opportunità di viverla con tre squadre diverse, anche se non l’ho mai vinta e spero di poterlo fare presto. È un torneo molto piacevole, anche se purtroppo domenica abbiamo dato vita a una brutta prestazione, e mi spiace per tutto il pubblico che c’era che non lo meritava. Ora tocca a noi reagire”.
Il Davos è confrontato sin da inizio stagione con molteplici infortuni, e Del Curto non esita a mandare in pista giovani inesperti. Tu che sei uno dei più esperti cosa puoi fare per aiutare questi giovani ad ambientarsi e a reggere l’urto della LNA?
“Li si possono aiutare con qualche parola, ma è il giovane a dover reagire per primo, io non posso fare da “babysitter” sul ghiaccio. Il ruolo veramente importante è quello dell’allenatore, e il nostro non li fa giocare tanto per farlo, ma li schiera anche nei momenti caldi e gli dimostra molta fiducia. Noi esperti possiamo vedere nello spogliatoio se c’è nervosismo e tranquillizzare, anche solo con una pacca sulla spalla dopo un errore. Personalmente non amo fare troppe “teorie”, se posso li aiuto tranquillizzandoli, ma sicuramente altri hanno altri metodi”.
Sate affrontando anche la CHL dove state facendo benissimo, in campionato siete sempre agganciati alla vetta e avete ora anche la Spengler. Come riuscite a mantenere la concentrazione su tre fronti?
“Purtroppo non sempre ci riusciamo, come domenica sera per esempio. Non c’eravamo con la testa e mancava la necessaria grinta. Forse c’è stato un calo attorno a Natale, anche noi abbiamo avuto qualche giorno libero e non siamo riusciti a riprendere subito il ritmo. Non è facile dover giocare in tre competizioni e devi sempre essere pronto, magari proprio ora stiamo un po’ pagando questo fatto. Però non cambia nulla, vogliamo fare bene in campionato, andare avanti in Champions e vincere il nostro torneo, per riuscirci dovremo reagire già da domani.”
Parlando del match contro i russi, la differenza è avvenuta nel secondo tempo, quando avete commesso molti errori in transizione e nel vostro terzo di difesa, e c’è da dire che l’Avtomobilist è stato bravissimo a sfruttare i break a disposizione…
“Che abbiano sfruttato le occasioni non mi sorprende, sono una bella squadra, se gli lasci qualcosa se lo prendono e lo sapevamo. Stasera proprio non è funzionato il nostro gioco, nemmeno la transizione che è uno dei nostri punti di forza, in più cercavamo troppo i passaggi lunghi ma ci scontravamo con un muro. Inoltre certe piccolezze nel nostro terzo non ce le possiamo permettere, perché contro certe squadre le paghi care.”