AMBRÌ – A margine della presentazione ufficiale, andata in scena come di consueto alla Valascia, abbiamo avvicinato il nuovo centro straniero dell’Ambrì Piotta, lo statunitense Keith Aucoin, per farci raccontare quali sono le sue prime impressioni riguardo la sua nuova avventura in maglia biancoblù.
Keith Aucoin, hai avuto il tuo primo assaggio dell’atmosfera ad Ambrì, cosa ne pensi?
“È pazzesco, manca ancora più di un mese all’inizio del campionato ma la pista è piena e la folla è in delirio già all’idea di incontrare la squadra. È veramente bello, sicuramente un’esperienza diversa rispetto a quanto ho vissuto sinora durante la mia carriera. Ti fa venir voglia di incominciare subito la stagione e di giocare per questi tifosi”.
Questa sarà la tua prima stagione in Europa… Come pensi che ti troverai?
“Sicuramente la dimensione della pista sarà la più grande differenza, ma ho sempre pensato che questo potrebbe sposarsi bene col mio tipo di gioco. Sono un giocatore da uno-contro-uno e più spazio avrò meglio riuscirò a muovermi per poter servire i miei compagni. Credo perciò che questa differenza andrà a mio vantaggio e ovviamente a vantaggio della squadra. Potrebbe volerci qualche allenamento per abituarmi, ma una volta che ci avrò preso gusto mi aiuterà molto nel mio gioco”.
Hai vinto due Calder Cup con Alexandre Giroux, lui quanto ha influenzato la tua decisione di accettare l’offerta biancoblù? Credi che riuscirai a ritrovare una “chimica” ottimale con lui?
“Ha rivestito un ruolo chiave nella mia decisione, mi ha chiamato e mi ha parlato della possibilità di venire qui a giocare. L’idea di giungere in Europa trovando qualcuno che già conosco e che oltretutto è un mio grande amico è stimolante e sono sicuro che mi aiuterà nel processo di ambientamento. Quando ci siamo sentiti al telefono mi ha parlato molto bene di Ambrì e della sua esperienza qui, la mia decisione è stata molto facile anche parlandone con mia moglie. Abbiamo passato due ottime stagioni insieme e non vedo alcuna ragione per la quale non dovremmo ritrovarci bene anche qui. Lui è uno scorer e io sono un playmaker che crea occasioni da rete, credo che faremo molto bene e siamo entrambi impazienti di poter tornare a giocare fianco a fianco”.
Hai giocato più di cento partite in NHL ma non hai mai sfondato realmente come hai invece fatto in AHL… come mai?
“Il mio primo match in NHL l’ho disputato a 26 anni, guadagnandomi il posto senza mai essere stato draftato. Mi ci sono voluti altri 3 anni per trovare un livello realmente consono alla massima lega nordamericana, ma credo che sia sempre stato un problema di numeri. In NHL ero il 13esimo-14esimo attaccante, il classico giocatore di profondità che viene richiamato quando qualcuno si infortuna. Soltanto negli ultimi anni ho trovato spazio in maniera significativa, ma nel frattempo i giocatori si sono fatti più giovani (sorride ndr). Io ora ho 35 anni e credo che sia meglio lasciar spazio ai giocatori di 21-22 anni, era giunto il momento giusto per lanciarmi e vivere questa nuova avventura”.
Questa squadra ha perso un uomo di esperienza come Richard Park ed è composta da tanti giovani, credi di poter essere una figura in grado di sostituirlo?
“Non conosco Richard di persona, ma so chi è e so che è stato un grande esempio. Gioco a hockey da diversi anni e so cosa ci vuole per vincere, in particolare nei playoff. Le stagioni sono lunghe ed hanno alti e bassi, ma è importante lavorare duro ad ogni cambio ed è quello che cercherò di fare. Voglio essere un esempio, anche se non conosco bene la lingua e mi ci vorrà forse un momento di ambientamento per poter dire la mia nello spogliatoio. Preferisco comunque mostrare la via esprimendomi al meglio sul ghiaccio”.
C’è qualcosa che vuoi dire ai tuoi nuovi tifosi?
“Potete aspettarvi che darò il 100% ad ogni cambio, inoltre ho sentito che Giroux ha un coro tutto suo… Sarebbe fantastico se dopo una decina di partite ne avessi anch’io uno tutto per me”.