
LUGANO – BIENNE
6-0
(1-0, 3-0, 2-0)

Reti: 07’00 Fazzini (Henry, Müller) 1-0, 22’29 Fazzini (Tanner, Carrick) 2-0, 27’17 Sgarbossa (Sanford, Carrick) 3-0, 35’57 Sgarbossa (Dahlström, Fazzini) 4-0, 50’15 Canonica (Carrick, Sgarbossa) 5-0, 59’40 Sgarbossa (Henry, Fazzini) 6-0
Note: Cornèr Arena, 5’507 spettatori
Arbitri: Piechaczek, Ruprecht; Nater, Obwegeser
Penalità: Lugano 4×2, Bienne 0x2
Assenti: Rasmus Kupari, Alessio Bertaggia, Calvin Thurkauf (infortunati), Marco Zanetti (ammalato)
LUGANO – Nella serata dedicata alla Fondazione Ticino Cuore, il “Tutum” bianconero torna a battere forte e a ritmo serrato contro un Bienne che ha subito una lezione di hockey propositivo, dinamico e concreto.
Era la risposta che i bianconeri dovevano dare dopo le due trasferte di Langnau e Kloten poco convincenti (soprattutto quella nell’Emmental) e ritorno migliore alla Cornèr Arena non poteva esserci visto anche quanto il pubblico si è divertito nel vedere tanta qualità e sostanza da un Lugano tornato a fare il Lugano prima della pausa.
Certo che le premesse non lasciavano presagire tanto entusiasmo, l’assenza di Thürkauf alla quale si è aggiunta quella di Marco Zanetti e il malanno di Fazzini (che deve essere passato molto rapidamente nella notte, evidentemente) erano già segnali un po’ grigi come la serata uggiosa sul luganese, con Mitell costretto a rivedere di nuovo qualche ritocco posizionando Jesper Peltonen all’ala del quarto blocco, esperimento già provato nel preseason anche se il numero 52 aveva giostrato al centro.

(Photobrusca & Luckyvideo)
Ma non c’è stato nemmeno tempo di pensare a questi crucci che quanto stava mostrando sul ghiaccio il Lugano già dai primi cambi lasciava trasparire invece una bella dose di fiducia verso il proseguo della serata, apertasi con il gol di Fazzini dopo un bel lavoro da scardinatore di Henry, al secondo punto in due giorni.
E nemmeno c’è stato il tempo di dire che i bianconeri avevano sì proposto uno dei migliori primi periodi della stagione, ma che la concretezza sotto porta faceva difetto, che nel secondo periodo si è scatenato di tutto. Dal raddoppio dello stesso Fazzini alla doppietta di Sgarbossa con un Sanford in versione “Terminator” e il risultato è andato su un comodo 4-0.
E il Bienne? Pochissima roba, le scorribande di Rajala hanno preso qualche pensiero ai difensori, ma l’approccio alle transizioni dei seeländer è stato di un’efficienza tale che gli interventi di Schlegel si sono contati sulle dita di una mano, quelli pericolosi forse un paio durante un box play dove tutti i bianconeri si sono sacrificati alla difesa del proprio portiere con tanti tiri bloccati.
La squadra di Mitell ha impressionato per la qualità dei propri movimenti, un dinamismo concreto che passava da un forecheck molto efficace ai giusti posizionamenti in transizione difensiva, per la serie: pattinare sì ma meglio farlo con intelligenza senza spreco di energia.
Dahlström e compagni non hanno dato fiato agli avversari, marcature strette, raddoppi alle assi e colpi d’occhi rapidi per vedere i compagni, insomma la squadra di Mitell si è mossa come un gruppo veramente compatto, su quattro blocchi e sempre con la medesima costanza, difficile chiedere di più. Forse qualcosa lo si poteva pretendere dal power play, ma in una maniera o nell’altra ne sono uscite due reti, anche se una per un’invenzione di Sanford e successiva di Sgarbossa e in maniera non molto convenzionale.

(Photobrusca & Luckyvideo)
Già, Sgarbossa, nella serata che doveva dirci a che punto poteva essere il suo contributo anche in chiave futura, il numero 92 ha tirato fuori dal cilindro la sua migliore prestazione stagionale, non solo per le tre reti ma anche per la sostanza di gioco portata in pista e l’intesa accresciuta con Fazzini – sempre bravissimo nel fare da spalla ideale ai centri con un gioco complementare – e il giovane Henry, e per una partita finalmente anche di continuità di cambio in cambio. Capiremo più in là se il canadese si sia sbloccato sul serio, ma era attesa comunque una risposta al suo rientro poco convincente dopo la pausa e il lungo infortunio.
In attesa di capire anche quali siano le condizioni di Perlini, Mitell può consolarsi di aver ritrovato la squadra di ottobre, di essere riuscito a valorizzare Sgarbossa modificando il top six mantenendo nel contempo efficacia nel blocco di Sanford, con una solidità difensiva di nuovo da top team e una nuova prova che è il collettivo che fa bella questa squadra, non solo le qualità di un singolo giocatore.
IL PROTAGONISTA

Mike Sgarbossa: Finisce la partita con uno splendido hat-trick, ma soprattutto con la palma di migliore in pista per qualità, sostanza e gioco a tutta pista. Prima dell’infortunio aveva mostrato ottimi segnali di crescita e il lungo stop è sembrato non fargli bene viste le prestazioni di Langnau e Kloten, ma questa volta ha portato sul ghiaccio semplicità nelle giocate e si è fatto aiutare da dei compagni di linea intelligenti capaci di sfruttarne le qualità.
HIGHLIGHTS



