LUGANO – BIENNE
0-3
(0-0, 0-0, 0-3)
Reti: 52’24 Yakovenko (Rajala) 0-1, 56’51 Brunner (Burren, Hischier) 0-2, 58’54 Olofsson (Haas) 0-3
Note: Cornèr Arena, 4’705 spettatori
Arbitri: Wiegand, Urban; Obwegeser, Fuchs
Penalità: Lugano 2×2, Bienne 4×2
Assenti: Michael Joly, Bernd Wolf (infortunati), Thibault Fatton, Stephane Patry, Jeremi Gerber (sovrannumero), Arno Snellman, Roberts Cjunskis (U20 Elit)
LUGANO – È sicuramente una sconfitta che lascia l’amaro in bocca, perché il Lugano ci teneva tantissimo a ben figurare davanti ai suoi tifosi nella prima partita della stagione e a partire subito forte contro un avversario davvero forte, il Bienne vice campione svizzero.
Il risultato finale di 0-3 invero è pesante per quello che si è visto sul ghiaccio, perché la squadra di Luca Gianinazzi nel complesso ha giocato una partita di grande generosità, seppure con una disciplina e un equilibrio che sono funzionati a fasi alterne.
A fare la differenza in un incontro così tirato, spesso anche divertente – per i tifosi almeno – è stata la maggior pazienza di un Bienne scafato e scaltro, capace di mantenere l’ordine nei momenti finali, quando invece i bianconeri si sono fatti prendere un po’ dalla foga e dalla voglia di trovare quella rete con cui hanno litigato per parecchi minuti.
Perché non sarebbe stato assolutamente un crimine se Thürkauf e compagni fossero usciti con la posta piena o almeno a punti, per quanto mostrato in una partita sì difficile da leggere a volte ma giocata con ottimo piglio e che in più di un’occasione ha anche divertito il pubblico.
Schierati con la formazione annunciata alla vigilia, ossia senza l’infortunato Joly, i padroni di casa sono partiti forte, molto meglio di un Bienne che forse ha un po’ speculato sul contenimento e l’attesa nel proprio terzo, ma Säteri nella porta dei seeländer ha fatto subito capire che aria sarebbe tirata dalle sue parti.
Il portiere ospite ha subito stoppato i primi tentativi del Lugano (che nel primo tempo invero ha fatto fatica a trovare linee di tiro centrali) ma è stato poi nel secondo periodo che si è superato nelle occasioni arrivate in serie per Zanetti, Fazzini e Carr, quest’ultimo anche sfortunato in una occasione enorme a porta praticamente vuota.
Era quelli i momenti in cui il Lugano avrebbe dovuto fare la differenza, trainato dall’energia continua della linea di Marco Müller, Canonica e Fazzini e pungente con quella di Thürkauf, con il blocco di Granlund e Ruotsalainen – che ha colpito un palo clamoroso – completato da Verboon un po’ sotto tono e poco preciso.
Diabolico aver anche sprecato una situazione di cinque contro tre, gestita male già dal time out chiamato da Gianinazzi che sperava di indirizzare la partita a fil di seconda sirena, ma un po’ di confusione e imprecisione hanno vanificato la ghiotta opportunità dei padroni di casa.
Quasi logico e atteso che la partita si potesse decidere nei momenti finali, e a farlo sarebbe stato chi tremava di meno, come l’esperto Bienne, che nonostante il cambio in panchina che l’ha portato ad essere una squadra più attendista e capace di fare forecheck, ha mantenuto per ora tutte le sue qualità.
Non è certo l’esordio che l’ambiente bianconero si immaginava, ma quello che i ragazzi di Gianinazzi hanno proposto sul ghiaccio per diverso tempo è stato importante. La squadra ha tenuto testa al Bienne e l’ha messa in difficoltà in molteplici occasioni, trasformando a tratti la partita in una sfida interna tra Koskinen e Säteri.
Il portiere del Lugano ha sfoderato alcuni interventi importanti, ma nulla ha potuto sulle due reti subite, mentre sull’altro fronte il suo connazionale, con una compostezza e una calma incredibili ha fermato qualunque disco gli capitasse a tiro.
Il Lugano per una bella parte ci ha comunque messo del suo, rendendosi a volte un po’ prevedibile e in altre occasioni sciupone e frettoloso, ma con una regolata a delle uscite dal terzo anche un po’ confuse e alla freddezza di un attacco che ha un alto potenziale di sicuro i risultati arriveranno. Per intanto si prende questa sconfitta e la si dimentica, anche se è stato un banco di prova di quelli tremendi affrontare il Bienne alla prima giornata, vedremo se è servito a far entrare il Lugano nel giusto mood e a far passare magari un po’ di nervosismo da esordio.
IL PROTAGONISTA
Harri Säteri: Il finlandese fa subito capire di essere entrato subito in modalità monstre, giocando una partita eccezionale sotto ogni punto di vista. La sfida contro Koskinen è stata vinta dal seeländer, ma in questa occasione ha dovuto metterci tutta la classe che aveva per fermare ogni tentativo dei padroni di casa. Freddo e composto in ogni movimento ha dato serenità e fiducia alla sua difesa, portandoli fino al momento decisivo dell’incontro.
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