HELSINKI – Ad un giorno dal debutto al Mondiale si presenta nuovamente con delle alte e legittime ambizioni la Svizzera di Patrick Fischer, che dopo l’eliminazione ai quarti dello scorso anno e le deludenti Olimpiadi di Pechino, avrà l’opportunità di dare un segnale importante nell’ambito di un torneo in cui sulla carta può giocare un ruolo da protagonista.
Nelle settimane che hanno preceduto il primo ingaggio – sabato pomeriggio contro l’Italia – di messaggi significativi se ne sono susseguiti parecchi, a partire dall’esclusione di senatori come Raphael Diaz e Simon Moser, decisioni queste che sottolineano la volontà (e necessità) di voltare pagina.
C’era insomma bisogno di tornare ad alimentare quel fuoco che negli ultimi anni si è affievolito, e con l’abbassamento importante dell’età media del gruppo si può immaginare una nuova ventata di entusiasmo ed energia. Tra i giocatori di movimento solamente Ambühl spicca con i suoi 38 anni, ma la sua presenza è un’eccezione giustificata dal livello ancora incredibile che l’attaccante del Davos riesce ad assicurare (e ai Giochi fu ancora uno dei migliori), e che gli permetterà di raggiungere la cifra record di 17 Mondiali disputati e di battere – verosimilmente – il primato di 119 partite ora detenuto dal tedesco Udo Kiessling.
Il veterano si aggiungerà ad un reparto offensivo che ha grandissimo potenziale, e mai come oggi i rinforzi arrivati dalla NHL – tutti reduci da stagioni eccezionali – rendono davvero temibile l’attacco rossocrociato. Questo comporta anche delle responsabilità, perché per arrivare lontano Hischier, Meier e Suter dovranno essere la miglior versione di sé stessi, ma la Svizzera ha la giusta profondità per mantenere alti ritmo e pericolosità con tutte le quattro linee.
Le premesse potrebbero diventare ancora più promettenti se dovessero aggiungersi al gruppo Fiala (eliminato dai playoff giovedì notte) e Niederreiter (che sabato affronterà Gara 7), ed in generale coach Patrick Fischer sta ancora facendo le sue valutazioni e dovrà decidere se tenere dei posti liberi nella sua rosa. Ad oggi infatti i vari Thürkauf, Scherwey, Riat, Miranda, Egli e Marti non sono ancora stati iscritti.
Il reparto che sicuramente non cambierà sarà quello difensivo, orfano di un Roman Josi la cui presenza avrebbe indubbiamente dato un’altra dimensione all’intera squadra. La sfida è dunque lanciata agli altri difensori, che avranno l’opportunità di dimostrare di poter garantire solidità e capacità di verticalizzare il gioco per sfruttare la velocità dei compagni. Non ci saranno Loeffel e Alatalo, a cui in passato Fischer aveva affidato tante responsabilità, mentre saranno Kukan e Fora i due difensori con maggiore esperienza mondiale. Dalle premesse questo sembra un gruppo che può crescere con il passare delle partite, considerando anche le stagioni importanti da cui sono reduci i vari Moser, Siegenthaler oppure Geisser.
Per Patrick Fischer e la sua Svizzera ci sono dunque tutti gli ingredienti per un riscatto dopo le recenti delusioni. Il concetto di “wolf pack mentality” aveva bisogno di essere rilanciato e questo è stato fatto con delle decisioni importanti, ora sarà il ghiaccio a parlare e le risposte dovranno arrivare dal collettivo.
L’obiettivo, non può essere altrimenti, è quello della semifinale.