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Mondiali 2022

L’orgoglio della Cechia vale la medaglia di bronzo con gli USA

Con una spettacolare rimonta la squadra di Jalonen ribalta gli USA e si aggiudica il terzo posto. Per la Cechia è la 13esima medaglia della sua storia trentennale

L’orgoglio della Cechia vale la medaglia di bronzo con gli USA

CECHIA – USA

8-4

(1-3, 1-0, 6-1)

Reti: 9’33 Kuhlman (Meyers, Peeke) 0-1, 12’13 Gaudette (Boldy, Tynan) 0-2, 15’19 Cernoch (Flek, Stransky) 1-2, 19’47 Kuhlman (Schmidt, Lafferty) 1-3, 31’13 Smejkal (Sklenicka, Kundratek) 2-3, 40’51 Pastrnak (Hertl, Zohorna) 3-3, 42’29 Cervenka (Krejci) 4-3, 43’37 Pastrnak (Jordan, Hertl) 5-3, 54’42 Kampf 6-2, 58’85 Kampf (Simek) 7-2, 58’41 Bordeleau (Watson, Hayden) 7-3, 59’23 Pastrnak (Hertl, Cervenka) 8-3

Note: Nokia Arena, 9’737 spettatori
Penalità: Cechia 3×2′, USA 4×2′

TAMPERE – Un sussulto di cuore e carattere regala alla Cechia la medaglia di bronzo e la standing ovation finale per la leggenda di Kari Jalonen. Contro gli USA gli uomini dell’ex coach del Berna hanno dimenticato la scialba prova contro il Canada in semifinale, negando a Galchenyuk e compagni la consolazione del gradino più basso del podio, regalando al proprio allenatore l’ennesimo riconoscimento in casa propria.

Come contro il Canada, anche di fronte ai ragazzi di David Quinn la selezione ceca ha faticato ad entrare in partita, facendosi superare sul piano del gioco e della concretezza offensiva per almeno metà partita. Gli Stati Uniti ancora una volta sono rimasti fedeli al loro stile, fatto di forecheck e densità nello slot difensivo, e con buona praticità sono riusciti a trovarsi sul vantaggio di 3-1 alla prima pausa, con la terza rete ottenuta oltretutto in shorthand.

Nonostante l’accorciamento delle distanze con il 2-3 insaccato da Smejkal a metà incontro l’impressione era che la Cechia stesse viaggiando troppo a corrente alternata e a bassa potenza per cambiare sul serio il destino della finalina.

E allora qualcosa deve essere successo nella seconda pausa, Kari Jalonen deve aver trovato le parole giuste perché la sua squadra è tornata sul ghiaccio con un altro spirito e soprattutto trascinata di nuovo dai suoi uomini più rappresentativi che fino a lì erano rimasti piuttosto nell’ombra.

Pastrnak, Cervenka e ancora Pastrnak (che alla fine troverà una tripletta) hanno infatti timbrato tra il 40’51 e il il 43’37 le tre reti che hanno ribaltato la situazione e scioccato gli USA, incapaci di reagire a quella improvvisa e inattesa fiammata.

Chiuso il match con il 6-3 di Kampf in shorthand, e con gli USA ormai sulle ginocchia nonostante la generosità, la partita si è trasformata nella festa del gol, fino all’8-4 finale che ha messo al collo dei cechi la medaglia di bronzo, la sesta della sua storia che si aggiunge a sei ori e un argento.


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