LETTONIA – SVIZZERA
1-3
(0-0, 1-1, 0-2)
Reti: 33’44 Hofmann (Kurashev, Martschini) 0-1, 34’15 Indrasis (Balcers) 1-1, 56’21 Hischier (Praplan, Josi) 1-2, 59’19 Simon Moser 1-3
Note: Bratislava, 7’773 spettatori. Arbitri Iverson, Kaukokari; Hancock, Lhotsky
Penalità: Lettonia 5×2′, Svizzera 6×2′
BRATISLAVA – Che la Lettonia non fosse l’Italia lo si sapeva, ma quante camicie ha fatto sudare la formazione di Bob Hartley a quella di Patrick Fischer.
Il gol di Nico Hischier può suonare addirittura come liberatorio per il momento in cui è arrivato (56’21) e per quello che aveva appena superato la selezione rossocrociata, con quelle tre sofferte penalità consecutive rimediate da Bertschy, Kurashev e Diaz un po’ ingenuamente e nei cui 6 minuti Genoni ha letteralmente tenuto in piedi la baracca.
Non si può dire che la Svizzera sia stata la migliore squadra in pista, o sicuramente quella nettamente migliore, dato che tra le due contendenti si è fatto più a gara tra chi resisteva di più agli sforzi e agli errori difensivi. Una caratteristica che la Lettonia ha messo un po’ a nudo in questa Svizzera, fragile quando i baltici prendevano possesso del terzo e un po’ “incasinata” in box play, troppo stretta su Genoni e a volte pure fuori posizione.
Non si può dire che sia stata una bella partita sul piano del gioco, ma caratterialmente sia Lettonia che Svizzera se la sono cavata egregiamente dando vita a una bella battaglia. Si era capito fin dall’inizio che non era serata per i ricami della prima linea elvetica, troppo pochi gli spazi e troppo profondo il forecheck per cercare il solito “breakout” per poi scorrazzare liberamente nel terzo come successo con l’Italia, Praplan e Fiala soprattutto hanno vissuto una serata un po’ anonima.
La Lettonia ha avuto il merito di non indietreggiare di fronte alla Svizzera, cercando invece di prendere in mano il gioco e di condurre il ritmo, inducendo all’errore i rossocrociati già in uscita dal proprio terzo e mettendo in difficoltà il portatore del disco sul primo passaggio.
Un po’ soffocati da questa pressione, Hischier e compagni non sempre hanno mostrato la necessaria pazienza nel trovare spazi e tempi di passaggio, riuscendo però spesso a mettere in difficoltà la difesa lettone e un ottimo Merzlikins sfruttando la forza fisica nello slot basso.
Più di una volta il portiere dei Columbus Blue Jackets ha dovuto lottare anche di muscoli per fare spazio davanti alla sua area e la capacità di mettere dischi velenosi da parte di Josi, Genazzi e Loeffel ha rischiato più di una volta di scardinare la porta, come successo su entrambe le reti elvetiche.
Non è stato un successo facile, e c’era sicuramente da aspettarselo, la Lettonia applica un gioco molto dispendioso per sé ma anche per gli avversari, costringendoli ad alzare il ritmo del pattinaggio in ogni zona della pista, aiutati da ottimi forechecker come il losannese Kenins.
Sul piano mentale una vittoria del genere può essere vista come uno “sblocco”, non era evidente immaginarsi cosa aspettarsi da Josi e compagni dopo la passeggiata sull’Italia, di certo vincerla in questa maniera, all’ultimo con fatica e sudore, dona ancora più gusto a tre punti di grande sostanza.
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