DAVOS – Il periodo natalizio come sempre farà rima per gli appassionati di hockey con la Coppa Spengler di Davos, che quest’anno arriva alla sua 92esima edizione.
Oltre naturalmente alla presenza di Davos e Team Canada – questi ultimi cercheranno il quarto successo consecutivo – vedremo in pista altre quattro formazioni, tra cui non troveremo né una seconda squadra svizzera, né la Nazionale di Patrick Fischer.
Scopriamo dunque tutte le squadre che saranno in pista a Davos dal 26 al 31 dicembre, secondo il calendario di seguito.
Ocelari Trinec, la tradizione dell’est europeo
In continuazione della tradizione che vuole spesso presenti nel torneo grigionese squadre dell’est d’Europa – in questo caso dalla Repubblica Ceca – l’Ocelari Trinec prende in mano il testimone dall’HK Mountfield.
Tradizione si parla non solo per la presenza di un altro club ceco (in passato fu il turno anche di Vitkovice, Sparta Praga, Karlovy Vary, Pardubice e altri) ma anche per l’essenza stessa della squadra allenata dall’ex giocatore di Davos e Langnau – oltre che con un rilevante passato in NHL – Vaclav Varada.
Già nel lontano passato le squadre dell’est europeo erano solite affiliarsi all’esercito, alle ferrovie nazionali o alle grosse industrie in patria, in questo caso la squadra di Trinec è sponsorizzata da qualche anno dal colosso del metallo Trinecké Zelezárny (“Ocelari” in ceco significa appunto “acciaierie”), storica azienda attiva dal 1800 che oggi occupa quasi 10’000 lavoratori.
Chiamati anche “Trinec Steelers”, i cechi sono tornati ai vertici dopo il titolo nazionale nel 2011 e le due finali perse la scorsa stagione e nel 2015, occupando attualmente la prima posizione in Extraliga.
Giocatori faro del Trinec sono il centro canadese Ethan Werek, alla prima esperienza europea dopo anni discreti in AHL, gli esperti Martin Ruzicka e Lukas Krajicek oltre al portiere Simon Hrubec. Di sicuro gli “Steelers” non verranno a Davos con il ruolo di comprimari del torneo.
KalPa Kuopio, tra mille laghi, miti e leggende
Affacciata sulla terra dei mille laghi, Kuopio si dirama tra piccole isole e foreste, e nei canali e nei laghetti ghiacciati si sono formate le prime squadre di hockey. Dopo il TPS Turku, fondato nel 1922, il KalPa Kuopio è uno dei più vecchi club di Finlandia, creato nel 1929 con il nome di Sortavalan Palloseura.
Fu dopo la sua restituzione da parte del regime comunista che aveva affiliato la città all’Unione Sovietica che il KalPa prese il nome attuale, nella forma completa “Kalevan Pallo”, in riferimento all’iniziale associazione di sport con la palla (calcio, bandy e pesäpallo, quest’ultimo una sorta di antenato nordico dal baseball) ed il nome di Kaleva, figura mitologica scandinava.
Mai laureatosi campione nella sua storia, il KalPa ha vissuto i suoi anni migliori a partire da una decina di anni fa, quando vinse la medaglia di bronzo (sì, in Finlandia assegnano anche questa) per due volte di fila nel 2009 e nel 2010, prima ancora di perdere una finale, l’unica della sua storia, nel 2017.
La sua maglia è stata vestita per un breve periodo anche dagli ex biancoblù Martin Sonnenberg (il quale era capitano della squadra) e Adam Hall, oltre che dall’ex sia di Lugano che Ambrì Piotta, Dusan Pasek parecchi ani prima.
Oggi, con in squadra un altro ex bianconero che di nome fa Ryan Wilson, il KalPa sta cercando di tornare ai vertici – stavolta per restarci – sotto la guida del leggendario Sami Kapanen, il quale dopo 900 partite in NHL ha deciso di diventare proprietario e head coach del club che lo ha visto muovere le prime e le ultime pattinate della sua carriera. Quando si dice l’attaccamento alla propria terra. A rinforzare i finlandesi ci sarà anche il portiere biancoblù Daniel Manzato.
Classe e ricchezza, Volpi pronte a dominare
Fondato nel 1955, il Metallurg Magnitogorsk è una delle squadre più in vista della KHL, nonché una delle più ricche assieme a SKA San Pietroburgo, CSKA Mosca e Avangard Omsk.
Rilevata nel 1993 dal magnate dell’acciaio (uno dei primi produttori mondiali e tra gli uomini più ricchi di Russia) Viktor Rashnikov, il “Magnitka” rimane una delle squadre faro della Kontinental Hockey League, grazie ai due titoli su tre finali disputate, che con gli altri quattro campionati russi conquistati dal 1998 al 2001 fanno 6 titoli in 20 anni.
Oggi il Metallurg, vincitore della Spengler nel 2005, rimane una delle favorite alla vittoria finale della Gagarin Cup, anche se appare un po’ più staccata dalle fortissime SKA, Automobilist e CSKA. Più staccato non tanto per la classifica (molte racchiuse in pochi punti in cima alle division) ma alla luce delle partenze dei pezzi da novanta come Jan Kovar, Chris Lee e Oskar Osala.
In squadra rimangono comunque grandi talenti come il leggendario 37enne Sergei Mozyakin (miglior marcatore di sempre in KHL e detentore di diversi record), Dennis Rasmussen, Matt Ellison, il giovane difensore dal grandissimo talento Viktor Antipin, oltre al portiere Vasili Koshechkin, detentore del record di shutout in KHL. Insomma quanto basta per garantire grande spettacolo.
Tigri in difficoltà, ma gli artigli graffiano sempre
Di sicuro gli Ice Tigers di Norimberga si ritrovano con uno dei nomi completi più particolari in circolazione. “Thomas Sabo Ice Tigers” è infatti l’unione del nome del nuovo proprietario (Thomas Sabo appunto) con quello della squadra rifondata nel 1995 sopra l’HC80 Nürnberg. Oggi raramente la squadra in mano al gigante della gioielleria viene chiamata con il suo nome, restando fedele ad “Ice Tigers” tra i tifosi e i media.
Tipica compagine di DEL infarcita di nordamericani, la squadra allenata da Martin Jiranek si trova in un momento di difficoltà occupando l’11esimo posto della classifica. In un team che ha comunque disputato tre semifinali consecutive fino alla stagione scorsa sembra pesare in maniera incredibile la partenza di un mostro sacro come Steven Reinprecht.
Ritiratosi a 42 anni l’ex NHL ha lasciato un buco difficilmente colmabile con Brandon Buck e Jason Bast, l’impressione è che gli Ice Tigers faranno molta fatica a ritagliarsi uno spazio importante, ma la combattività tipica delle squadre tedesche può sempre cercare di stupire e di colmare le lacune tecniche.
A rinforzare la formazione tedesca ci sarà anche il biancoblù Bryan Lerg e l’attaccante del Rapperswil, Martin Ness.
Il Davos può ripartire dal suo torneo
Non necessita di chissà quali presentazioni il Davos, squadra ospitante il torneo grigionese. Vincitrice di 15 edizioni della Coppa Spengler (a braccetto con il Team Canada) la squadra gialloblù affronterà per la prima volta da 22 anni la coppa di casa senza Arno Del Curto alla panchina.
Dopo le difficoltà riscontrate in campionato Gaudenz Dumenig ha deciso di affidarsi ad Harijs Vitolins, e dopo le prime partite di “ambientamento” in campionato il coach lettone potrà affrontare la Spengler come un vero banco di prova.
A rinforzare il Davos vi saranno comunque alcuni nomi di spessore, dall’ex Dario Simion a Linus Klasen, oltre a Bobby Sanguinetti (ancora senza contratto) e Clarence Kparghai, quest’ultimo richiamato dai Rockets per l’assenza di Paschoud.
Niente di meglio del proprio torneo per provare a ripartire e vivere un 2019 più tranquillo di quanto non sia stato l’autunno 2018.
Sempre favoriti, spettacolo assicurato
Il Team Canada si presenta alla partenza dell’ennesima Coppa Spengler nei panni di favorito (o almeno uno dei papabili) e proverà a rompere l’equilibrio di 15 vittorie nel torneo condiviso con il Davos padrone di casa.
Alla transenna della squadra dalla foglia d’acero troviamo il 55enne Kevin Dineen (che sarà assistito dall’ex biancoblù Gordie Dwyer) coach già sulla panchina di Portland Pirates, Florida Panthers e assistente a Chicago di Joel Quenneville.
Il Team Canada si presenta senza grandi star, pur potendosi avvalere dei servigi di Kevin Bieksa e Dominic Moore, anche loro alla ricerca di un contratto dopo una lunga carriera in NHL.
Per il resto il Team Canada vanta il meglio che la National League ha da offrire tra i canadesi, oltre a diversi giocatori dall’AHL e dall’est Europa. Dal Ticino ritroveremo in pista Maxim Lapierre e Matt D’Agostini.
Come al solito i canadesi sapranno fare gruppo quando vestono la maglia del proprio paese, saranno bruttissimi clienti per tutti.