FINLANDIA – SVIZZERA
2-3
(1-0, 0-3, 1-0)
Reti: 7’01 Nutivaara (Koivisto, Rantanen) 1-0, 29’13 Corvi (Fiala, Niederreiter) 1-1, 32’32 Vermin (Meier) 1-2, 33’08 Hofmann (Moser, Fora) 1-3, 48’20 Rantanen (Savinainen, Aho) 2-3
Note: Jyske Bank Boxen, 5’634 spettatori. Arbitri Jerabek, Reneau; Lazarev, Lhotsky
Penalità: Finlandia 0×2′, Svizzera 4×2′
HERNING – Chiamatela se volete “impresa” ma, paradossalmente, questo termine potrebbe andare a sminuire quello che ha mostrato la Svizzera contro la Finlandia, prima classificata del Gruppo B.
Impresa sì se pensiamo che ad un mondiale non si battevano i finnici da 46 anni, da 30 in una competizione ufficiale, ma non per quello che sta dimostrando la Nazionale di Fischer.
Spieghiamoci, una vittoria di qualche anno fa, con la Svizzera di qualche anno fa, l’avremmo chiamata impresa, ma per la personalità e l’autorità da grande squadra messa in pista ad Herning dai rossocrociati, si rischierebbe di sminuire non la vittoria bensì la squadra stessa.
Sì, perché non va sminuita una squadra che è cresciuta di livello internazionale di partita in partita, da quel mezzo inciampo contro l’Austria all’esordio alle vittorie convincenti contro Slovacchia, Francia e Bielorussia, e pure con quel di buono che si era visto nelle sconfitte contro Russia e Svezia, con due delle favorite messe in grave difficoltà dalla truppa di Fischer.
Il coach elvetico ha così trovato il sistema di far crescere una metà del gruppo, quella dei giocatori di LN, verso il livello messo in pista dai nordamericani, trovando un mix di velocità, tecnica, coraggio e leadership che probabilmente non ha mai avuto in mano.
Quindi quello che ha fatto la Svizzera, girando la partita dallo 0-1 al 3-1 dopo un buon primo tempo chiuso in svantaggio, non è stata un’impresa, ma è stato il risultato meritato del lavoro di una squadra che finalmente sa imporre il proprio gioco e la propria personalità anche contro le grandi.
Basta guardare il secondo periodo giocato da Niederreiter e compagni per rendersene conto, uno dei migliori periodi mai giocati dalla Nazionale, con la Finlandia spesso schiacciata nel proprio terzo dal possesso del disco molto attivo degli avversari.
E non si può nemmeno dire che la squadra di Märjamäki non fosse di alto livello, dato che schierava pur sempre dei top player di KHL e il meglio che la nuova generazione “Suomi” sta regalando alla NHL, ossia il gruppetto formato dai vari Rantanen, Aho, Tolvanen, Kapanen e Teräväinen, capitanati dal più esperto (anche se ancora giovane) Granlund.
Ma aldilà anche di questo, è la prestazione collettiva da applaudire, gestita tatticamente in maniera ottimale da Fischer, anche quando nel terzo tempo i finnici hanno logicamente spinto sull’acceleratore – aiutati anche da una penalità di 4′ di Fora – accorciando le distanze, ma anche Genoni ha tenuto alla grande nel forcing finale.
E allora che semifinale sia, contro il Canada di McDavid, altro grande banco di prova per una Svizzera che ora ha di nuovo il rispetto di tutti. Se l’obiettivo dei quarti è stato saltato alla grande, ora da perdere c’è poco, da sognare tantissimo. Anche perché ormai non costa nulla.
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