SVIZZERA – DAVOS
8-3
(2-2, 2-1, 4-0)
Reti: 8’05 Hollenstein (Cunti) 1-0, 8’40 Kousal (Sallinen) 1-1, 11’08 Praplan 2-1, 12’03 Buck (Dino Wieser, Kessler) 2-2, 35’20 Nygren (Kousal, Sallinen) 2-3, 36’08 Fora (Herzog, Vermin) 3-3, 36’37 Schlumpf (Cunti, Hollenstein) 4-3, 40’48 Blum (Praplan, Hollenstein) 5-3, 43’27 Schäppi (Scherwey, Fora) 6-3, 43’46 Richard (Martschini, Hofmann) 7-3, 48’55 Hofmann (Martschini, Richard) 8-3
Note: Vaillant Arena, 6’300 spettatori (tutto esaurito)
Penalità: Svizzera 2×2′, Davos 3×2′
DAVOS – È durata lo spazio di nemmeno 40 minuti l’ambizione del Davos di tornare in finale di Coppa Spengler, ossia il tempo che alla nazionale di Patrick Fischer è servito per prendere le misure ai grigionesi.
Ben quasi 40 minuti di difficoltà, in alcuni momenti anche di “imbarazzo” per la selezione rossocrociata, andata in bambola più di una volta in retrovia, come in occasione della rete di Buck al 13′, dove Fora ha perso completamente la sua posizione e l’uomo da marcare.
Senza Fazzini, Rod, Brunner, Rathgeb e Untersander, la Svizzera ha preoccupato più di un presente in vista dei Giochi olimpici (ricordiamo che distano solo un paio di partite…) soprattutto per l’incapacità di un reparto difensivo a sopportare il forecheck del Davos, la squadra affrontata alla Spengler finora più dotata sul piano offensivo e che più si avvicina all’idea di gioco di Fischer.
Le coordinate della partita sono cambiate però subito dopo il gol di Nygren in power play, grazie a una deviazione di corpo proprio del capitano dell’Ambrì cui ha fatto seguito il vantaggio decisivo da parte di Schlumpf.
Le reti trovate proprio vicino alla seconda sirena hanno riattivato la Svizzera e spento il Davos, incapace di sostenere il ritmo iniziale per un altro periodo di gioco senza la profondità del proprio avversario.
Così sono arrivate in rapida successione le reti di Blum, Schäppi, Richard e Hofmann, ad annichilire Senn e compagni nello spazio dei primi 9 minuti del periodo conclusivo.
Una vittoria netta per la Svizzera ma nata solo dopo aver superato con difficoltà una prima metà partita gestita ottimamente dal Davos, capace di far paura alla selezione di Patrick Fischer grazie alla capacità di prendere in velocità una difesa a volte mal piazzata.
Hofmann e compagni avranno ora la possibilità di provare un avversario che più si avvicina a quello che li aspetterà ai Giochi Olimpici e, avendo potuto giocare quasi tutte le partite possibili, si spera che i rossocrociati ne abbiano approfittato a fondo.
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