Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. La miglior difesa è l’attacco
Da quando si è seduto sulla panchina del Lugano, Uwe Krupp ha rivitalizzato la squadra, tanto da trovare quattro vittorie in cinque incontri, nei quali i bianconeri hanno segnato ben 23 reti, per una media di 4,6 a incontro, una cifra che nemmeno sul corto periodo Fazzini e compagni mai avevano toccato in stagione.
Eppure il coach tedesco aveva puntato giustamente sull’efficienza difensiva – migliorata pure quella – quindi dove sta il trucco? Semplice, oltre ad aver rinfrescato la mente di diversi attaccanti, il cambio in panchina ha effettivamente portato grossi cambiamenti in difesa, dove il Lugano è molto più efficace e attivo, e quando si passa meno tempo ad inseguire il disco nel proprio terzo rimangono molte più energie e tempo da passare in attacco. A volte è tutto così semplice.
2. Chi ben comincia…
C’è una caratteristica oltre ai gol segnati che riguarda le prime cinque partite del Lugano con Uwe Krupp in panchina, e sono i primi periodi. Prima del cambio in panchina, il Lugano aveva chiuso in vantaggio il 30,5% delle partite, per lo stesso numero si era trovato sul pari alla prima pausa e per il 39% ci era arrivato in svantaggio, costringendosi in quest’ultimo caso a inseguimenti spesso vani e dispendiosi.
Nelle ultime cinque partite il Lugano ha chiuso in vantaggio il primo periodo in quattro casi, ma anche quando non è stato il caso (contro il Ginevra) i bianconeri erano stati comunque la migliore squadra in pista.
3. Il silenzio è d’oro
Quante righe sono state spese tra autunno e inverno per descrivere i passaggi a vuoto e gli errori a dir poco clamorosi che Carl Dahlström distribuiva ad ogni sera, tra reti regalate e cadute a volte imbarazzanti?
Ebbene in questo ultimo periodo anche lo svedese sembra aver trovato una certa tranquillità e senso del proprio gioco, tanto che in pista risulta finalmente pulito, preciso e puntuale nelle chiusure difensive così come nel primo passaggio. In fondo i bilanci difensivi non sempre dicono tutto sul piano individuale ma sul corto periodo possono avere un certo fondamento, tenendo contro che nel 2025 lo svedese non è mai andato in negativo, con il picco di +4 ottenuto a Rapperswil. È proprio vero che per certi tipi di giocatore le cose vanno bene quando non se ne parla.
4. Zohorba il greco
Ha passato mesi a giochicchiare, a dare segnali solo incostanti ma sempre con un grande ottimismo, quasi che del tempo non gli importasse, quando le cose si profilavano un po’ più difficili ha procrastinato ed è andato avanti a “ballare” da solo come faceva Antony Quinn nel famoso film di cui era protagonista, salvo poi svegliarsi all’improvviso nelle ultime quattro partite, delle quali è stato tra gli assoluti protagonisti.
Sempre con quell’espressione tra lo spaesato e l’indifferente, Zohorna si è riscoperto finalmente molto più decisivo di quanto non sia mai stato in stagione trovando reti pesanti e di splendida fattura, finalmente lasciando da parte il sirtaki ballato sulla spiaggia e dedicandosi a cose molto più importanti.
5. Un anno di solitudine
Tutti i tifosi bianconeri si ricordano di quella bruttissima scena, il momento dell’infortunio di Giovanni Morini il 23 gennaio 2024 nella partita casalinga di fronte al Ginevra. Prima di quell’impatto con la balaustra di fondo, il numero 23 era riuscito anche a piazzare un assist per il gol di LaLeggia prima di essere portato fuori dal ghiaccio.
Per il comasco è cominciato un calvario durato un anno, operazioni che non hanno dato i frutti sperati, convalescenze più lunghe del previsto, continui spostamenti dei tempi programmati per andare sul ghiaccio. Oggi, a un anno e qualche giorno di distanza, Giovanni Morini è quasi pronto a scendere in pista, forse lo potrebbe fare addirittura nel derby e per lui, sapendo quanto ci tiene, sarebbe il regalo più bello dopo dodici mesi in cui ha lottato come sempre ma nei quali non sempre è stato facile vedere la luce in fondo al tunnel. Bentornato Gigio.