Social Media HSHS

Lugano

5 spunti da Lugano: derby scacciapensieri, ci vediamo ieri, botte piena e moglie ubriaca

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Ci vediamo ieri

La battuta è tratta dal film “Dejà-Vu” con Denzel Washington, ma in effetti quanto mostrato da Losanna e Lugano sabato sera alla Vaudoise Arena assomiglia molto a quanto andato in scena il 23 settembre sulla stessa pista.

Stesso risultato, stessa dinamica del punteggio, incredibilmente identiche nell’esecuzione le reti di Suomela (a settembre) e di Fuchs (sabato) arrivate oltretutto a distanza di tre minuti – da tabellino – una dall’altra.

Venerdì alla Cornèr Arena arrivano gli ZSC Lions, sarà bene che la squadra di Gianinazzi non ripeta la prestazione di quella domenica sera di settembre, arrivata esattamente 24 ore dopo la prima sconfitta di Losanna. Roba da perderci la testa.

2. Un derby scacciapensieri

Il 26 ottobre 1985 John Slettvoll guidò per la prima volta il Lugano in un derby di campionato contro l’Ambrì Piotta, vinto dai bianconeri alla Resega per 4-1. L’ultima partita del “Mago” sulla panchina sottocenerina prima della sua partenza notturna fu proprio a pochi giorni da un derby di inizio gennaio 2009, vinto sempre dal Lugano per 3-1 con in panchina Sandro Bertaggia e Ruben Fontana, in un clima di amarezza e sentimenti contrastanti verso il coach svedese.

Venerdì 1 dicembre alla Cornèr Arena, con l’introduzione di Slettvoll nella Hall of Fame bianconera, il leggendario allenatore svedese è stato omaggiato e festeggiato dai tifosi che accogliendolo hanno rivisto davanti agli occhi – perlomeno chi c’era – le gesta del suo Grande Lugano, aiutati anche dalla spettacolare vittoria per 5-0 della squadra di Luca Gianinazzi.

Non ci voleva molto a capire che i sentimenti di gratitudine verso il 79enne sono sempre stati enormemente superiori al fastidio per quel gesto, tipicamente suo e dettato da un orgoglio non facile da gestire, ma valeva la pena esserne sicuri tutti, un semplice pretesto per confermare e onorare un amore dei tifosi bianconeri verso chi ha cambiato la storia dell’Hockey Club Lugano e dell’hockey svizzero, un amore che rimane più forte di ogni difetto.

3. Suomi palaa

Nelle ultime partite del Lugano c’è stata una tendenza al rialzo riguardante alcuni giocatori in particolare. Se Mikko Koskinen va avanti con un rendimento ancora altalenante, i giocatori finlandesi di movimento stanno crescendo in modo costante.

Santeri Alatalo (va bene, è anche metà svizzero) sta tornando su livello di solidità e impostazione di gioco che ricordano molto di più i suoi anni migliori, Markus Granlund è andato a punti per sei partite consecutive con una rete nel derby e sul piano fisico è quasi recuperato, mentre Arttu Ruotsalainen, tornato all’ala e con nuovi compagni ha segnato sia a Rapperswil che contro i leventinesi, mostrandosi molto più pungente e diretto nelle sue giocate rispetto a quando era chiamato a trainare la linea da centro. “

Suomi palaa”, la Finlandia sta tornando.

4. La botte piena e la moglie ubriaca

Derby e trasferta di Losanna hanno detto una cosa del Lugano. La squadra di Luca Gianinazzi può recitare il ruolo di mina vagante ed entrare nel lotto delle prime sei se troverà una certa costanza, ma per poter stare con le migliori in assoluto gli manca ancora qualcosa, e in fondo questo lo si sapeva.

Questo non vuol dire che il Losanna sia una top-3 della lega per forza ma il fatto che i bianconeri soffrano maledettamente un tipo di gioco fisico e speculativo come quello proposto dai vodesi conferma che a Thürkauf e compagni manchi qualcosa.

Con la rosa a disposizione Gianinazzi sta trovando equilibri di gioco comunque propositivi, sempre di più i bianconeri propongono giocate spettacolari e in pochi possono vantare un potenziale offensivo come il loro, dimostrato ancora nel derby.

Tutto questo però impone che a mancare sia quella componente di potenza e ruvidità indispensabile contro certe squadre – l’assenza di Walker si fa sentire in questo caso – ecco che quindi che nel futuro andrà forse aggiustato anche questo aspetto perché il Lugano possa essere veramente completo e possa lottare con i veri top team a lungo termine.

Per ora il vino dalla botte è di ottima qualità e ce n’è in buone dosi, ma la moglie alterna ancora grandi momenti di allegria ad altri di maggior sobrietà.

5. Tendenze che non mentono

(PostFinance/ KEYSTONE/Valentin Flauraud)

Sabato sera alla Vaudoise Arena si sono scontrate le due squadre che lavorano meglio davanti alle porte avversarie, con i 17,6 tiri in porta a partita dallo slot offensivo del Losanna e i 17 del Lugano, su una media di National League di 14,5 a partita.

A fare la differenza è stata la fisicità del Losanna, capace di penetrare meglio davanti a Koskinen rispetto a quanto fatto dal Lugano davanti a Pasche, ma che i bianconeri mostrino certe cifre non è un caso.

Nella stagione 2019/20 Arcobello e compagni arrivavano a 11 tiri scarsi a partita dalla zona più calda della pista, numero salito a 13.1 nel 2020/21, 13.7 la stagione successiva e balzato a 16 guarda caso l’annata scorsa. Una tendenza portata da un gioco offensivo più studiato e meno superficiale rispetto al passato, che richiede determinazione e voglia di andare a prendersi qualche livido, ma finalmente pagante e che pone delle basi solide per una squadra che vuole essere protagonista e che non si tiri mai indietro.

Click to comment

Altri articoli in Lugano