Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. Il gioco dell’oca
Le ultime settimane sono state un saliscendi di emozioni per l’Ambrì Piotta, passato da una serie di risultati negativi che sembravano tagliare fuori la squadra dalla corsa ai pre-playoff, a tre vittorie che hanno rimesso tutto in discussione grazie anche al periodo difficile del Berna.
Nell’ultima settimana i ruoli si sono però invertiti, con i biancoblù sconfitti nei loro impegni e gli orsi capaci invece di ritrovare punti importanti, costringendo così la squadra di Cereda a ricominciare da capo lungo la pausa.
Per un passo fatto avanti basta dunque un nulla per scivolare e farne due indietro, un po’ come in quei giochi di società in cui è sufficiente incappare nel tiro di dado sbagliato per essere rispediti indietro di parecchie caselle.
La partita rimane aperta e la corsa per il decimo posto è solamente a due, e l’Ambrì avrà occasione di dimostrare di meritarsi l’accesso ai pre-playoff anche grazie ad un calendario che prevede due scontri diretti con gli orsi. Dopo le Olimpiadi bisognerà però andare all in, perché di tempo per recuperare se si dovesse nuovamente tornare alla casella di partenza non ce ne sarà più.
2. Squadra reale, avversario immaginario
Nelle ultime settimane il Berna è stato confrontato con diverse assenze importanti, tra infortuni, quarantene e la normale influenza che hanno messo in difficoltà gli orsi a livello di effettivi. La squadra della Capitale è però da tutta la stagione confrontata con defezioni importanti, come mostra la statistica dedicata di NLIcedata.com.
Il Berna è infatti quella che più di tutte ha pagato il peso delle assenze, con ben il 17.3% di win shares perse a causa dell’indisponibilità dei suoi giocatori. La differenza tra le win shares ottenibili mandando in pista la miglior squadra possibile e quelle fatte invece registrare dai lineup effettivamente scesi sul ghiaccio è infatti molto grande, il che rende gli orsi la squadra maggiormente impattata dagli infortuni.
Sul fondo della classifica troviamo invece l’Ambrì Piotta, che in tutta la lega è stata la squadra meno toccata dalle assenze, con appena il 5.8% di win shares perse in 42 partite.
Insomma, l’Ambrì Piotta che abbiamo visto giocare sinora è effettivamente la “reale” squadra leventinese, mentre il Berna rimane un avversario più “immaginario”, con il potenziale della rosa che non ha potuto esprimersi appieno.
3. A ognuno la sua fetta
Ogni giocatore in pista dà il proprio contributo in termini offensivi e difensivi sull’arco di una stagione e, con solamente dieci partite al termine, è interessante andare a vedere la panoramica in casa Ambrì Piotta, così da renderci conto quali siano stati gli elementi che hanno portato maggior sostanza.
In termini assoluti spicca Steve Moses, che ha portato 2.6 win shares nelle appena sei partite da lui disputate. Il campione nel suo caso è però molto piccolo per essere significativo, mentre di valore ben maggiore sono le 2.1 win shares con cui ha contribuito Pestoni, efficace sul fronte offensivo ma anche mediamente solido in difesa.
Dietro di lui ci sono tre difensori, ovvero Michael Fora, Yanik Burren e Isacco Dotti, rispettivamente con 1.8, 1.6 e 1.5 win shares. Solido e completo anche il contributo di McMillan, mentre si vede come Hietanen sia stato fondamentale in difesa ma non abbastanza incisivo in avanti.
Per chi desiderasse consultare i dati completi, tutti i dettagli sono riportati nella tabella di seguito. Curiosi invece di conoscere i giocatori più determinanti dell’intera lega? Considerando chi ha giocato almeno 20 partite al vertice troviamo Tömmernes (4.3 win shares), Vatanen (3.7), Cervenka e Olofsson (3.5), seguiti da Bromé e Loeffel (3.4).
4. In fondo piace a tutti…
Era arrivato a pochi giorni dall’inizio della stagione, ma non ci aveva messo molto a farsi apprezzare dai suoi nuovi tifosi. Autore di un’ottima partita di debutto all’Hallenstadion, Brandon McMillan in questi mesi ha saputo farsi apprezzare per le sue doti, tanto che l’Ambrì lo ha poi confermato sino a fine stagione.
Consapevole dei suoi limiti ma anche delle sue peculiarità, McMillan ha sinora dato un contributo costante, anche in termini di punti. Il canadese è infatti andato sul tabellino nelle ultime cinque partite consecutive (tre gol e altrettanti assist), e sono parecchi i tifosi che in questi mesi si sono affezionati a lui.
La prova? Beh, basta dare un’occhiata alla schermata delle maglie attualmente all’asta per il 60esimo dalla Coppa per accorgersi che quella di McMillan ha ricevuto più offerte di tutti (ad eccezione della divisa speciale da Top Scorer). 15 infatti le puntate sulla sua maglia, a testimonianza che non sarà forse il giocatore più spettacolare, ma in fondo lui piace a tutti.
5. Lavoro, mira e qualità
Non serve ricorrere alle statistiche avanzate per accorgersi che molto spesso l’Ambrì Piotta non ha raccolto sufficienti frutti in rapporto al gioco prodotto, ma se si vuole dare un valore numerico a questa tendenza è interessante osservare la classifica della media punti ottenuti in rapporto a quella degli expected point.
In questa speciale graduatoria l’Ambrì è sesto con 1.61 punti attesi ad incontro, contro gli 1.17 effettivamente ottenuti. In tal senso i biancoblù sono la squadra con la maggior discrepanza tra punti ottenuti e quelli attesi, con una media di ben 0.44 punti a partita lasciati per strada.
Ad aver ottenuto più del previsto ci sono invece Friborgo (+0.48 punti a partita), Zugo (+0.42), Rapperswil (+0.29) e ZSC (+0.24).
Non viene in aiuto una percentuale al tiro di appena il 7.86% (la peggiore dopo l’Ajoie), ed anche il dato che dice come solamente il 51.5% delle conclusioni tentate sia finito nello specchio della porta (peggio hanno fatto solamente Ginevra e Ajoie).
La squadra di Cereda è inoltre tra quelle che si affida maggiormente ai difensori per far arrivare i dischi sul portiere avversario (il 38% dei tiri provengono dalle retrovie), il che ha portato ad un buon numero di reti da parte del reparto (17 in totale) mentre i gol su deviazioni o rebound rappresentano il 23% del totale.
L’Ambrì Piotta il suo gioco insomma lo macina, ma deve ancora riuscire a raggiungere quel livello di qualità tale per non rendere tutto vano e frustrante. Il passo avanti più evidente da fare rimane quello del powerplay, il meno effiace della lega con l’11.41%. Questo rappresenta il dato peggiore per i biancoblù da quando si ha traccia delle statistiche, ovvero l’annata 2008/09.