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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: favonio da nord, next man up, Senn season, necessità e bonus esauriti

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Favonio da nord

C’è stato un momento, a inizio stagione, in cui i difensori stranieri dell’Ambrì Piotta rappresentavano un valore aggiunto importante, soprattutto pensando ai primi mesi eccezionali di Virtanen e a un impatto – anche un po’ a sorpresa – molto positivo di Curran. Heed invece non è mai stato al massimo, ma comunque ha sempre portato dei punti, rendendo il rendimento generale del reparto di buona fattura.

Ultimamente, però, le cose stavano andando molto diversamente. Heed ha vissuto tante settimane sotto il livello atteso, con sì qualche punto piazzato regolarmente ma anche tante disattenzioni difensive e nella gestione del puck. Virtanen non era più così brillante e pure Curran si era significativamente ridimensionato.

Per avere successo nel finale di regular season i biancoblù avranno però bisogno del meglio dai loro difensori stranieri, e i segnali del weekend sono incoraggianti. Contro gli ZSC Lions le due reti sono infatti state ottenute proprio da Heed e Virtanen, con lo svedese tornato in gol dopo quasi due mesi (25 novembre) così come il finlandese (16 novembre).

In generale, i due sono sembrati molto più “sul pezzo” e precisi nel loro gioco, un fattore fondamentale ricordando che restano anche i giocatori più impiegati dell’intera lega, gli unici con una media che va oltre i 24 minuti a partita. Vedremo un finale di regular season in cui saranno particolarmente caldi? La speranza è quella: con questo freddo può fare bene un po’ di favonio da nord.

2. Bonus esauriti

In una settimana che prevedeva le sfide contro Berna e ZSC Lions, l’Ambrì Piotta ne è uscito con un bottino di quattro punti, e con la consapevolezza di aver espresso un gioco che si sarebbe anche potuto tradurre nella posta piena.

A minare gli sforzi dei leventinesi nella sfida casalinga contro Malgin e compagni c’è stata ancora un po’ di mancanza di concretezza, che ha impedito di capitalizzare – in particolar modo – un secondo periodo arrembante ma concluso senza alcun vantaggio nel punteggio. In questo si è vista la differenza con le squadre migliori della lega.

La settimana rimane comunque molto positiva, perché rispetto alle prime partite del 2025 il gruppo di Luca Cereda ha portato in pista urgenza e spiccata determinazione, settando uno standard da cui ora non si potranno più fare passi indietro.

Al termine dell’ultima settimana il bicchiere poteva essere ancora ritenuto “mezzo pieno”, per un bottino di punti buono contro due avversarie molto forti, e per i passi avanti mostrati. Il problema però è che nella cascina biancoblù di fieno non ne è stato messo a sufficienza in autunno, ed ora non c’è più nessun margine di errore. L’Ambrì ha esaurito i suoi bonus, le ultime 13 partite dovranno essere giocate a tutto gas.

3. Next man up

Ha perso il suo capitano l’Ambrì Piotta, che per le prossime 6-8 settimane dovrà alzare bandiera bianca dopo un tiro bloccato che gli ha procurato una frattura al malleolo, e questo significa che nella migliore delle ipotesi Daniele Grassi tornerà a disposizione – se i biancoblù dovessero qualificarsi – in tempo per l’inizio dei play-in. Nella peggiore, per lui la stagione è già finita.

Toccherà dunque ad altri prendere il suo posto, in un ruolo comunque importante che vedeva il ticinese giocare oltre 12 minuti a partita e le fasi di boxplay. Con Douay ancora out sino alla pausa di febbraio – dunque per altre sei partite – l’Ambrì dovrà trovare delle soluzioni per sopperire all’assenza di due giocatori fisici che in questa fase sarebbero stati importanti.

C’è chi tra i rumor di mercato ha pensato a Ronalds Kenins, ma è difficile credere che Paolo Duca sia interessato al 33enne lettone, che in questa stagione ha giocato solamente sette partite a Sierre ed un paio in Finlandia. Il Berna gli aveva proposto un tryout e l’ha poi prestato in Liiga nella speranza che potesse ritrovare una forma utile alla causa, ma il progetto è stato abbandonato. Caratterialmente non è inoltre un giocatore sempre facile da gestire.

Cosa fare allora? Beh, l’Ambrì Piotta si è sempre profilato come un club capace di dare una chance ai giovani, e dunque è questa l’occasione per impiegare con regolarità Tim Muggli e William Hedlund, elementi in cui lo staff crede molto. D’altronde i due hanno già dimostrato di saperci fare, inutile quindi cercare soluzioni provvisorie che andrebbero a privare di un’esperienza importante a dei ragazzi promettenti.

4. Senn season

Nel momento del suo ingaggio Gilles Senn appariva sicuramente come una scommessa. Prelevare dal Davos un portiere che aveva vissuto anni di difficoltà – sul ghiaccio, ma anche fuori – e sperare di rilanciarlo vedendo in lui un potenziale titolare non era evidente, ma ad oggi l’esercizio si può dire riuscito.

Senn anche nell’ultima settimana si è confermato su ottimi livelli, ed in questo avvio di 2025 sta mettendo un punto esclamativo su una stagione che già nei suoi primi mesi era stata positiva. A novembre era tornato a vestire la maglia della Nazionale ed aveva firmato il prolungamento di ulteriori due stagioni, con Paolo Duca che ha poi concluso l’operazione “portieri svizzeri” ingaggiando Philip Wüthrich.

Ad oggi non è esagerato dire che Senn sia stato uno dei migliori giocatori dell’Ambrì Piotta in questa stagione, ed ora che siamo arrivati al rush finale e a contare sono solamente i punti, la questione non si pone nemmeno. Il vallesano è il portiere caldo e l’uomo su cui puntare, tanto che ha difeso la gabbia in sei delle ultime sette partite (93.3% di parate e 2 reti concesse in media).

5. Di necessità virtù

C’erano sicuramente altre speranze per la stagione di André Heim, che dopo la scorsa scombussolata annata si credeva potesse rivestire il ruolo di centro del top six. La realtà si è però rivelata diversa, e da inizio novembre ha dovuto vestire i panni di terzo o quarto centro con dei compiti dunque diversi.

Se da un lato la produttività del giocatore è rimasta modesta – un gol e un assist nelle ultime 12 partite – ci sono altri aspetti in cui sta facendo bene. Nelle sette uscite del 2025 è infatti stato tra i migliori centri svizzeri agli ingaggi con oltre il 63% di riuscita (69 faceoff vinti contro 40 persi), e in questo esercizio rimane il migliore biancoblù (49.68% in stagione).

È inoltre progredito il suo gioco nello slot, con tanti screen al portiere avversario, e in generale la sua linea con Grassi e Müller stava facendo bene. C’è inoltre un ultimo dato da segnalare: Heim, con 32 tiri bloccati, è al sesto posto tra gli attaccanti di lega.

Elementi questi sufficienti per vedere sotto una luce diversa la sua stagione? Visto l’investimento fatto nei suoi confronti, probabilmente no. Ma saper fare di necessità virtù rimane comunque una dote non scontata.

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