Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. Apprendisti killer
Parliamo naturalmente del “killer instinct”, ovvero quella capacità di punire gli errori degli avversari quando se ne presenta l’opportunità. La settimana non era in questo senso iniziata bene per i leventinesi, che nel derby non erano riusciti a far pagare al Lugano l’imperdonabile leggerezza di incappare in ben tre penalità per cambio scorretto.
Contro il Rapperswil le cose sono andate meglio, ma nell’overtime con la porta avversaria sguarnita è stato ingenuo l’offside in cui sono incappati Chlapik e Spacek. Fortunatamente l’opportunità si è ripresentata, ed alla fine l’Ambrì è riuscito a vincere.
E domenica? Beh, è andata in maniera completamente diversa. L’Ambrì Piotta ha fatto pagare a carissimo prezzo allo Zugo una partita giocata senza la massima concentrazione. Spacek ha aperto le marcature sfruttando un errore sulla blu offensiva degli avversari, mentre la doppietta di Bürgler è stata favorita da leggerezze grossolane di Djoos e Hofmann. La frittata è poi stata collettiva sul primo gol in biancoblù di Shore, che ha sfruttato un cambio sbagliato dei campioni svizzeri.
Insomma, la settimana è iniziata in maniera un po’ trattenuta, ma è terminata decisamente con tutt’altra efficacia.
2. Sempre lì, lì nel mezzo
Parlando di “apprendistati”, un altro aspetto in cui l’Ambrì vuole e può crescere è il suo gioco davanti ai due slot, con una copertura difensiva che può farsi più ermetica, ed una fase d’attacco che lì nel mezzo deve ancora trovare una certa rabbia agonistica per scardinare le porte avversarie.
La situazione è ben dipinta dalla “heatmap” dei leventinesi, che mostra una zona troppo calda davanti a Juvonen e Conz, ed una piuttosto fredda nelle vicinanze del portiere avversario. Ad oggi la squadra di Cereda sta cercando un certo equilibrio, ed è undicesima per tiri dallo slot (13.5 a partita) e la quarta che ne concede di più da quella zona (16.25).
In settimana ad esempio Lugano e Zugo hanno trovato il 60% delle loro conclusioni dalla zona ravvicinata e centrale davanti alla porta leventinese, ed in generale tutti i gol incassati nelle ultime tre uscite – tranne quello di Niklas Hansson – sono arrivati da quella zona. Complessivamente però alla Bossard Arena la squadra si è mostrata più compatta, ed in rapporto alla mole di gioco avversaria si sono visti dei passi avanti.
3. Sotto gli occhi di Jalonen
Quella di domenica è stata sicuramente una partita diversa dalle altre per Spacek e Chlapik, ben consapevoli che sulle tribune ad osservarli c’era anche l’allenatore della Nazionale ceca, Kari Jalonen.
Il centro aveva partecipato agli ultimi Mondiali vincendo anche la medaglia di bronzo a Tampere, ma nel corso del torneo – con l’arrivo di David Kämpf – era stato relegato a 13esimo attaccante. Chlapik invece non aveva superato l’ultimo taglio e dunque per il torneo finlandese non era stato convocato.
Nell’occasione la serata più ispirata l’ha sicuramente vissuta Spacek, autore di un’ottima prova, mentre il connazionale è in una fase in cui deve riuscire a trovare qualche rete per riprendere il ritmo in zona offensiva. L’obiettivo, per entrambi, è staccare un biglietto per Riga e Tampere.
4. L’extra di Bürgler
Andare oltre i 60 minuti si sta decisamente rivelando un buon affare per l’Ambrì Piotta, che nelle otto partite sin qui disputate è andato in quattro circostanze oltre i tempi regolamentari, uscendo sempre vincitore ed ottenendo così il punto extra in palio.
Tre partite si sono risolte all’overtime, con due volte Bürgler e una volta Virtanen a risolvere le contese, mentre contro il Davos si è dovuto ricorrere ai rigori, anche quella volta decisi dalla bella esecuzione di Bürgler.
Un bilancio personale, ma anche di squadra, decisamente niente male. In termini di paragone nel passato campionato l’Ambrì aveva perso due volte su due ai rigori, uscendo invece vincitore da due overtime su quattro nell’arco della stagione.
5. “Hai un amico in me”
Si sono ritrovati separati per la prima volta Spacek e Chlapik, che nel weekend sono stati schierati in linee diverse da Luca Cereda. Il centro ceco ha però sviluppato immediatamente una buona intesa con Inti Pestoni, con i due che hanno dialogato con profitto trovando anche diverse giocate decisive.
In combutta hanno infatti messo a tabellino sei punti nel weekend, con Spacek autore di un assist illuminante per Pestoni nella sfida contro il Rapperswil, ed il ticinese a restituirgli in due occasioni il favore alla Bossard Arena. Insomma, in queste partite Spacek ha perso l’amico Chlapik come spalla, ma con Pestoni è subito nata un’intesa davvero interessante!